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[M09] un campione con le rughe

Posted: Settembre 28th, 2009 | Author: | Filed under: pedallica | Commenti disabilitati su [M09] un campione con le rughe

e’ bello quando un corridore come cadel evans vince i mondiali.
al di la’ della corsa e di tutto quanto. e’ bello vederlo cosi’.
e’ bello vedere che non sa come esultare sul traguardo, e tutto cio’ che gli riesce e’ mandare timidamente dei bacetti di qua’ e di la’, senza nemmeno togliere la mano destra dal manubrio.

e’ bello vederne l’espressione sul podio, piu’ incredula che altro, con le rughe di un volto da pedalatore d’altri tempi che ne sottolineano un misto di stupore e commozione.
cadel evans sale sul palco e si fionda subito sul podio, forse tratto in inganno da purito che lo precede, forse semplicemente impreparato, quasi inadeguato, a una cerimonia di tale grandezza. e quasi cade dal podio dopo l’inno, incespica come un bambino che e’ salito su una sedia troppo alta per lui.
e’ bello vederlo uscire dal palco, quando tutto cio’ che riesce a fare e’ mandare un bacio (un altro, il centesimo in un quarto d’ora) alla moglie esultante in prima fila.

e’ bello che sia stato cadel evans a vincere il mondiale di mendrisio. al di la’ di tutto, al di la’ della corsa e dell’ordine d’arrivo. e’ bello perche’ evans e’ un corridore vero, raro in questo mondo di ciclisti da laboratorio. non e’ solo il corridore sulla cui “pulizia” garantiscono pure gli avversari (mah); e’ il corridore che si massacra a pedalare ore al giorno per 11 mesi all’anno. quando in un’intervista pre-gara gli chiedevano perche’ si allena da solo, la sua risposta e’ stata disarmante quanto semplice: “perche’ ci saranno al massimo due corridori sulla terra che si allenano duro come me, e uno abita dall’altra parte del mondo” [mi resta il dubbio su chi sia l’altro: un’idea ce l’ho (lance) ma non e’ piu’ attuale].
questo e’ cadel evans, il corridore che ha troppi pochi amici in gruppo perche’ troppo solitario, ma che sicuramente non ha nemmeno un nemico.

e’ il corridore da sempre nel mirino della sfiga, che trova ogni volta uno piu’ veloce, uno piu’ “attrezzato”, un compagno di che scivola e abbatte tutti nella cronosquadre, un’influenza o un raffreddore fuori stagione. e’ quello che se buca lo fa all’inizio della bagarre della salita decisiva, non in pianura a gruppo compatto. e’ quello che, per la foratura e un’organizzazione di corsa inesistente, perde 1’33” e finisce la vuelta con 1’32” di ritardo dal vincitore. e davanti ad ogni attacco di questa sfiga tenace, risponde sempre allo stesso modo: “vado avanti per la mia strada, convinto”. in ogni caso, nessun rimorso.

e’ il contraltare dei corridori-immagine, sorridenti, pettinati e ben vestiti, cui il ciclismo di oggi ci ha abituato.
cadel evans non si preparera’ mai una maglietta celebrativa in caso di vittoria del mondiale, nemmeno sa esultare quando taglia, da solo, il traguardo. al massimo manda due bacetti impacciati a caso e incespica sul podio. e poi torna a mostrare le sue rughe.

ed e’ bello che sia un corridore cosi’, a 33 anni, il campione del mondo del Ciclismo.

 

 


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