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[bikeit] Mezza primavera intorno al divano

Posted: Aprile 15th, 2014 | Author: | Filed under: pedallica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [bikeit] Mezza primavera intorno al divano

tumblr_n3yvzqXeS01rcsglqo1_1280A questo punto dell’anno, e della stagione, dinnanzi al divano dovrebbero esser già passate diverse corse ciclistiche. Quelle “che valgono una stagione”, come dicevano gli osservatori non sempre troppo acuti. Invece il divano sembra ancora impolverato, e affamato di pedalate.

La Sanremo è andata in Norvegia, come vincitore e forse pure clima, e nel tivucolor non c’è passata. O meglio, magari ci è pure passata ma senza che io fossi lì a guardarla, affaccendato com’ero insieme a tanti altri cicloattivisti a tenere in vita il Velodromo Vigorelli, abbandonato dal disinteresse politico dell’amministrazione milanese ed economico della federazione nazionale (la cui utilità al movimento ciclistico italiano andrà prima o poi messa in discussione).

E’ andato pure il Fiandre, con la milionesima vittoria di Cancellara davanti a un epico Van Avermaet, ma soprattutto con la solita, eccitante, festa di popolo. Tra i 16.000 partecipanti della corsa amatoriale del sabato, il milione di tifosi (e di litri di birra) e l’85% di share della diretta televisiva. Una festa oscurata da cadute e incidenti, però, e forse anche certe dinamiche di corsa e di materiali andranno prima o poi rimesse in discussione, prima dell’ennesima -evitabile- tragedia.

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[MiX] “Squillo”: l’ironia crudele del gioco di Immanuel Casto

Posted: Gennaio 20th, 2014 | Author: | Filed under: alfabetica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [MiX] “Squillo”: l’ironia crudele del gioco di Immanuel Casto

1480745_263082983844348_1736898725_nEsiste ironia senza crudeltà?
Se lo chiedeva tempo fa Deleuze, e la stessa domanda se la ripete ancora oggi Immanuel Casto, dopo anni in cui la satira è arrivata a disossare ogni frammento di cadavere.
Da queste parti siamo dei fan dell’opera di Immanuel, e l’esperienza di Squillo non ci ha fatto assolutamente cambiare idea, però ci ha fatto faticare. Perchè per arrivare all’essenza del gioco bisogna fare uno sforzo morale, un salto disumanizzante che porti a guardare la violenza del mondo in cui viviamo da una posizione più distaccata, e non per questo meno critica. E’ strano che Squillo abbia venduto così tanto (oltre 15mila copie, tra le due edizioni), e ancora più strano è vederlo andare a ruba al termine dei concerti del Casto, quando viene da chiedersi quanti degli acquirenti ci giocheranno davvero, e quanti riusciranno a fare quel necessario salto per portare a termine una partita. Un salto che va in senso inverso rispetto all’infinità di giochi di fantasy e dintorni: questo non è un gioco che proietta in un mondo fantastico, ma un gioco che prova a guardare il mondo che sta fuori dalle nostre finestre. Read the rest of this entry »


[MiX] Il Bicycle Film Festival va a Lambrate

Posted: Dicembre 9th, 2013 | Author: | Filed under: pedallica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [MiX] Il Bicycle Film Festival va a Lambrate

BFF13MIIl Bicycle Film Festival arriva a Milano per la sua ottava edizione, in un 2013 che ha visto la rassegna ciclocinematografica protagonista già della settimana iridata di Firenze lo scorso settembre. Dopo un più o meno discontinuo peregrinare, però, il BFF di quest’anno torna ad una stagione gelida e si sposta in culo a dio, scelte che potrebbero scoraggiare i ciclisti ma che indubbiamente serviranno a ravvivare un orgoglio a due ruote che di questi tempi pare un po’ sopito. Sede del festival sarà lo Street Studio, in zona Lambrate. Un quartiere nato come grigiamente operaio ma cresciuto con una forte vocazione ciclistica, inevitabile d’altronde per luoghi sviluppatisi all’ombra della gloriosa Faema, sponsor che marchiò tanti trionfi del più grande corridore di tutti i tempi. Un quartiere cresciuto però in tutt’altra direzione, passato per l’abbandono post-industriale e lo stritolamento della tangenziale, sviluppatosi con piccole isole felici a combattere tra gli immancabili mega-negozi e finito nella più classica tradizione della gentrification milanese in una sequenza di loft, atelier e spazi per feste destinati a riempire le tasche di stilisti e designer di turno. Un evento culturale e di strada che si spera dunque capace di dare un segnale in direzione opposta, in una città che per i ciclisti (ma forse per la cultura in generale) si fa ogni giorno più chiusa.

Il programma è fitto, come da tradizione, e i suoi contorni sembrano ancora in divenire. Read the rest of this entry »


le olimpiadi viste dal divano

Posted: Agosto 16th, 2012 | Author: | Filed under: balordi, pedallica, succede che..., videre | Tags: , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su le olimpiadi viste dal divano

Le Olimpiadi di Londra sono finite. Sono state intense e faticose, de-merito soprattutto del terribile servizio di mammaRai. Fortunatamente gli streaming non hanno tradito nemmeno stavolta e, senza nemmeno alzarmi in piedi, sono riuscito a venire a capo anche di queste due faticosissime settimane, iniziate con Dizzee Rascal e Paul McCartney e concluse con le Spice Girls e gli Who. Cerimonie a parte, ecco un pagellone-resoconto di questi Giuochi visti dal divano, cassa di birra dopo cassa di birra. Nessun voto, solo un giudizio ad ogni singola disciplina: dalle 5 stelle (figata!) alle 5 palle (noia ai limiti della tortura).

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[la pancera rosa] bellezze al pascolo

Posted: Maggio 22nd, 2012 | Author: | Filed under: pedallica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , , , | 2 Comments »

Nell’episodio precedente de “La pancera rosa”… si parlava di coraggio. Nella settimana uscente del “Giro d’Italia”, il coraggio ha continuato ad essere il grande assente, o quasi. Questo Giro sta mantenendo fedeltà ai dettami del ciclismo moderno, quello fatto di corse noiosissime in cui i cosiddetti “grandi” si guardano l’un l’altro procedendo come pecore al pascolo fino agli ultimi 2 km, quando finalmente ci si dà battaglia per guadagnare quei 15-20” di giornata. Uno stile sublimatosi definitivamente con l’irruzione del “cicloalpinismo”, del quale il Giro è stato il grande precursore, quando quegli ultimi km si disputavano su assurde rampe da garage, in cui a vincere non era il più forte ma l’ultimo a ribaltarsi all’indietro. In questo Giro le rampe non ci sono, ma il comporamento del gregge resta uguale, con una sola novità non indifferente: se prima c’era un gruppo di pecoroni, oggi ci sono anche i pastori. Read the rest of this entry »


[la pancera rosa] il giro del deserto

Posted: Maggio 15th, 2012 | Author: | Filed under: cadevo, pedallica, videre | Tags: , , , , , , , | Commenti disabilitati su [la pancera rosa] il giro del deserto

Il weekend è il momento più difficile per raccontare il Giro. Perchè durante il fine settimana il divano diventa qualcosa di magnetico, affettuoso, avvolgente, dal quale risulta impossibile scollarsi per mettersi a scrivere. L’unico sforzo che si può fare è quello di osservare, e cercare di far sopravvivere i pensieri nel cervello mentre litri di birra fresca lo inondano.

Osservando si impara, comunque, e si conosce il mondo. Read the rest of this entry »


[La pancera rosa] riposo attivo

Posted: Maggio 10th, 2012 | Author: | Filed under: pedallica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [La pancera rosa] riposo attivo

Ieri al Giro era il giorno di riposo, un giorno terribile per chi il Giro lo guarda dal divano. Il giorno di riposo è “riposo” per chi corre, per tutti gli altri non si sa. Per noi divanisti è tragedia, perchè il Giro è un’occasione per abbandonare il lavoro, l’igiene, l’alimentazione, i rapporti sociali, la politica ed ogni altra attività che vada in conflitto con il passare buona parte del proprio tempo a bere sul divano. Ed ecco che il giorno di riposo finisce per essere una giornata di iperattività, in cui c’è da telefonare alla mamma, vedere gli amici, per i più sfigati addirittura lavorare, fortunatamente durante un Giro ce ne sono solo due, il consiglio è di fissare il dentista o il CAF per il prossimo…
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[La pancera rosa] Il giro d’italia visto dal divano.

Posted: Maggio 7th, 2012 | Author: | Filed under: cadevo, pedallica, videre | Tags: , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [La pancera rosa] Il giro d’italia visto dal divano.

Non esiste strumento migliore per vedere il mondo, tra quelli costruiti dall’uomo, che il proprio divano. A patto, naturalmente, che sia abbinato ad un tivucolor ed una diretta di una gara ciclistica. Una cassa di birra fresca è un optional, non necessario ma funzionale, per completare l’opera.

Il Giro d’Italia 2012 (d’ora in poi, semplicemente, Giro) è un’occasione ghiotta per poggiare le proprie terga e partire per un viaggio. Occasione che si presenta pure curiosa, perchè sabato questo viaggio è partito da Herning, in Danimarca. Sgombriamo subito i dubbi, perchè in Danimarca? Read the rest of this entry »


[Zero2] Bicycle Film Festival. 17-20 novembre. Bitte.

Posted: Novembre 16th, 2011 | Author: | Filed under: pedallica, succede che..., videre | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Bicycle Film Festival. 17-20 novembre. Bitte.

Quando il BFF arrivò in città, i ciclisti erano dei carbonari a pedali. Sei anni dopo, le strade sono piene di hipster che pedalano sbilenchi su bici dai marchi sovradimensionati. E questo è il loro sabbah. Verrebbe da disperarsi, ma conviene pensare alla sopravvivenza: senza le iniziative giuste, costoro girerebbero alla guida di Suv aggressivi. Un obiettivo raggiunto per la cultura della bici. Ora il BFF deve porsene altri. Ad esempio, come ridare dignità a uno sport troppo bistrattato per i suoi scandali, o anche cercare di riportare in vita il Vigorelli, monumento del ciclismo mondiale che Milano pare vergognarsi di ospitare.

Bicycle Film festival, dal 17 al 20 novembre, circolo arci Bitte, milano.


drop the leash

Posted: Settembre 30th, 2011 | Author: | Filed under: larsen, succede che..., time stands still, videre | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su drop the leash

Non sono passati 20 anni, ma quasi. La musica in televisione di spazio non ne aveva granché nemmeno allora, ma forse qualche minuto in più sgomitando riusciva a conquistarselo. Insomma, non erano ancora tempi di fattori X e Lady Gagas. C’era un programma che si chiamava “Notte Rock”, andava in onda in orari da segaioli su uno dei primi due canali Rai, quale non ricordo. Una trasmissione che finì malissimo come tutte le altre, con un’edizione condotta addirittura da don Mazzi in diretta dalla sua comunità, che parlava di come la MMusica possa aiutare i GGiovani e tenerli lontani dalla DDroga.
“Notte Rock” mandava un sacco di musica di merda, ma era quello che passava il convento, e così era diventata un’abitudine mettere regolarmente il timer e vedere il programma il giorno successivo… e un giorno passarono un video bellissimo. Era un video in bianco e nero e non mostrava altro che una band che suonava (o fingeva di suonare) un pezzo fighissimo, che partiva lento e poi saliva con un ritornello trascinante, con impennate liriche, con un tessuto di chitarre ’70s che reggevano una voce impetuosa. Erano i Pearl Jam; il pezzo era “Alive”, ovviamente. E ricordo ancora oggi che nella mia ingenua mente di pre-adolescente quel pezzo mi dava una carica micidiale, ma soprattutto mi diceva delle cose importanti: mi diceva che il mondo del rock’n’roll stava cambiando, che c’era qualcosa di nuovo che covava la’ sotto… e quel qualcosa di nuovo era un calcio in faccia all’hard rock che avevamo conosciuto fino ad allora, in quei pochi anni dell’età dello sviluppo, in quella parentesi piccola -ma grande rispetto alla storia del rock- che si era sviluppata dall’ondata del punk. Era una novità che ci interrogava tutti, lì stava il bello: ci diceva che una nuova rivoluzione nel rock, non stilistica ma intimamente di vita (di attitudine, diremmo oggi), stava nascendo, e toccava a noi. Toccava, per la prima volta, le generazioni che si affacciavano vergini agli anni ’90, decise a riprendersi il proprio mondo a morsi.
Quella fu una rivoluzione sociale, non artistica, fu un rigurgito di ribellione che durò il tempo della fiammata del sound of Seattle, ma che contribuì a seminare una coscienza ribelle che sarebbe esplosa alla fine di quel decennio, quella stessa coscienza destinata a muovere i fuochi della stessa città della west coast (guarda il caso) e poi incamminarsi sulle strade di Genova.
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