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[Zero2] Otolab ‘Circo ipnotico’. 24 marzo. Casa degli artisti.

Posted: Marzo 24th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , | No Comments »

Ci sono tante ragioni per apprezzare il lavoro svolto dal collettivo Otolab in questi, boh, più di vent’anni. Dalle feste al freddo del Deposito Bulk ai festivalini pettinati dei designer milanesi, Otolab non ha avuto paura di presenziare, illuminare (letteralmente), invadere, talvolta aggredire e bombardare. Ci sono tante ragioni, ma per me quella principale era sempre stata la capacità, nei loro live di audio e videoproiezioni, di riconfigurare lo spazio circostante. Abbandonarsi al gorgo di immagini e suono era spesso e volentieri la miglior via di fuga da un paesaggio che poteva essere allo stesso modo estremamente accogliente o totalmente respingente, poco importava. Poi è arrivato il Circo Ipnotico, e mi sono reso conto che non c’avevo capito nulla. Dagli acquerelli su un piatto rotante degli albori alle spirali laser di un immaginario domani, passando per lo “Psicoscopio” e il “Pepposcopio”, strumenti autocostruiti tra analogico e digitale che stanno al nucleo dell’odierno live, il Circo Ipnotico è esattamente ciò che promette: un rituale di ipnosi collettiva. Una cerimonia esoterica dub in cui la sinestesia lascia spazio alla trascendenza, e a riconfigurarsi non è più soltanto la geografia, ma la realtà tutta. Un motivo in più, il più valido, per apprezzare il lavoro di Otolab. Perché andare a un loro live e come andare al Circo.


Live & Loud (133)

Posted: Aprile 19th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (133)

centazzo_andrea_1Uff, sì, pare se ne siano andati, sono tornati tutti all’Ikea, ma presto torneranno a invadere la città. Queste sono le settimane in cui rilassarsi, poi torneranno i giorni in cui affilare i coltelli. Approfittiamone.

Davide Tidoni: “The sound of normalization”. Martedì 19 alle 19:30 da Standards.
Davide Tidoni è un musicista elettroacustico e un ultrà, e una cosa equivale all’altra. Da oltre dieci anni raccoglie le voci e i canti della curva del Brescia, surfando su un’onda di voci passionali che controllo e repressione cercano di mettere a tacere. E anche qui, non è detto che si parli di ultrà.
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Live & Loud (130)

Posted: Febbraio 18th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (130)

enrico-malatestaFate un bel respirone e concentratevi, che tutto d’un tratto la città-parcheggio (aka la città-Expo) sembra essersi risvegliata dal suo torpore. Ecco una sintesi estrema della rafficata di concerti che resistono fino alla fine del mese. E’ tanta roba, o quasi.

Tomomi Adachi, Attila Faravelli. Giovedì 18 febbraio alle 8 di sera da O’.
Tomomi è un giapponese svitato che copre la propria epidermide di sensori e li suona nel piccolo della sua stanzetta o nel medio di questa serata. Con lui c’è Attila, uno che se gli dici che ci sono dei tarli che si abbuffano di legno in aperta campagna ci si precipita con tutti suoi registratori.
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[Zero2] Inner_Spaces. Dal 25 gennaio al 14 maggio. San Fedele.

Posted: Febbraio 9th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Inner_Spaces. Dal 25 gennaio al 14 maggio. San Fedele.

cucharasonica.com.wp-content.uploads.2009.11.fratello-metalloSe dieci anni fa qualcuno mi avesse detto che per sentire dei concerti di musica di ricerca a Milano sarei dovuto andare in un auditorium di frati gesuiti gli avrei dato del pazzo. O, semplicemente, gli avrei chiesto di condividere un po’ di quelle sostanze così efficaci. Nella Milano di questo decennio, invece, dove si scava con pervicacia una voragine laddove un tempo esisteva (già a fatica) l’iniziativa socio-culturale, il Centro San Fedele è ormai più di un riferimento, tanto che intorno a questo polo hanno iniziato a raccogliersi varie realtà, alla faccia dell’austerità morale che ci si potrebbe aspettare. Fulcro di tutto questo è indubbiamente l’Acusmonium Sator, che con i suoi 50 altoparlanti concentrici è in grado di proporre un’esperienza sonora davvero unica in tutto il Belpaese. Una di quelle iniziative che ti fanno riconsiderare gli euri sottratti tramite esenzioni fiscali e otto-per-mille, che se venissero sempre spesi così, be’, abbuffatevi e andate in pace.
Inner_Spaces è il miglior esempio di come il San Fedele sia diventato uno snodo oltre i suoi stessi confini. La rassegna, giunta alla sua seconda edizione, nasce dall’incontro tra la ricerca spirituale del luogo con la ricerca sonora di S/V/N. Il risultato è un festival articolato su 5+2 date, in cui non manca nulla di quanto si possa aspettarsi da questi “scenari sonori a più dimensioni”. Ci sono i volti noti dell’elettronica e dell’elettroacustica underground italiana (Bellows, Valerio Tricoli, Otolab), le star internazionali della techno più o meno minimale (Pita, Brinkmann, Lippok e Schmickler) e alcuni nomi della contemporanea e dell’elettronica più accademica (Bonnet, Lindström, López); a ciò si aggiungono eventi collaterali di peso come le proiezioni acusmatiche dei capolavori di Malick e l’esibizione del virtuoso Jonathan Prager. A introdurre ogni serata ci penserà la presentazione del frate di turno. Una riflessione breve e ardita che ascolteranno in pochi, ma cui forse conviene fare attenzione, che con l’entusiasmo pop che circonda Bergoglio, di questo passo non possiamo nemmeno escludere che il prossimo papa sia direttamente Ralf Hütter.
Inner_Spaces 2016. Dal 25 gennaio al 14 maggio. Tanta roba, tutta al San Fedele. Costi contenuti.


Live & Loud (115)

Posted: Ottobre 8th, 2015 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (115)

lydonSempre in ritardo, sempre sfuocate, ecco la formazione degli 11 live che vanno dalle prossime ore ai prossimi 7 giorni.

Osvaldo Arioldi Schwartz. Giovedì 8 al Ligera.
C’erano una volta le Officine Schwartz, che senza troppa paura di sbagliare potrebbero essere definite la prima band industrial in Italia. C’erano e in parte ci sono ancora, come racconta il film “Da qui alla ruggine” che aprirà la serata al Ligera, completata dal live di Osvaldo Arioldi Schwartz, che delle Officine fu fondatore, e che ha distanza di 30 anni non si è ancora stufato di suonare il suo tubicordo.

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[Zero2] Veneranda Fabbrica del Suono. 01, 08, 15 ottobre. Spazio ex-cobianchi

Posted: Settembre 30th, 2015 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Veneranda Fabbrica del Suono. 01, 08, 15 ottobre. Spazio ex-cobianchi

Nell’anno 1387, gli abitanti di Milano decisero di mettersi al passo con le altre grandi città medievali e costruire una cattedrale, inaugurando la Veneranda Fabbrica del Duomo. Nell’anno 2015, seicento anni più tardi (poco più del tempo necessario per costruire il Duomo stesso), a Milano le cattedrali si costruiscono ancora ma in luoghi e tempi diversi: nel deserto sociale dei quartieri della moda e del design, nelle periferie di un passato agricolo da rinnegare e soffocare nel cemento. L’intenzione di seguire le altre grandi città è tramontata, rinnegata dall’immediatezza dei grandi eventi, che si costruiscono alla bell’e meglio in pochi mesi, perché destinati a durare poche settimane. Ma il gusto del costruire opere durature i milanesi non l’hanno perso, e lo dimostrano i tanti che da anni creano iniziative culturali efficaci e longeve, benché spesso costretti a farlo sotto il livello dell’asfalto. Oggi, proprio al di sotto della piazza del Duomo dove questo spirito costruttivo ebbe inizio, alcuni operai culturali cittadini si riuniscono per tre serate nella Veneranda Fabbrica del Suono: una fucina di artigianato sonoro che riesce a mettere lungo la stessa catena produttiva nomi antichi, vecchi e giovani, coinvolti da Elita (in collaborazione con OppostiConcordi) nella riapertura culturale dei bagni diurni Ex-Cobianchi. Tre giovedì di ricerche sul suono, uniti dalla costante presenza di un’altra istituzione storica di questa città: il Conservatorio G.Verdi, che scende in fabbrica con il Dipartimento di Musica Elettronica di Giovanni Cospito con i live del duo IDM T.E.S.O., della Laptop Orchestra e le installazione interattive di Officine Tesla e Stefano Lazzari. Ciascuna delle tre serate prosegue poi seguendo un filone diverso della sperimentazione musicale, tramite un concerto e una insonorizzazione dedicata. Read the rest of this entry »


Live & Loud (099)

Posted: Aprile 8th, 2015 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (099)

Si avvicinano giorni bui, quelli delle fiere, degli apericena, della musica di merda. Per fortuna si avvicinano prima serate luminose, ecco qui 12 appuntamenti gradevoli che si appropinquano.

Philip Jeck. Giovedì 9 alle 20 al Museo del ‘900 (su prenotazione).
E’ l’unico appuntamento live del validissimo Festival Archivi Musicali: dopo due giorni di incontri e presentazioni, il concerto del grande giradischista tedesco sarà la sintesi perfetta, perchè se messi in buone mani anche i suoni più vecchi possono trovare nuova vita. Read the rest of this entry »


Live & Loud (093)

Posted: Febbraio 25th, 2015 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (093)

the-moonshineAccadono un po’ di cose negli imminenti giorni in città. Ne succede una più di tutte le altre: succede che sabato notte si abbasserà per l’ultima volta la serranda del Moonshine. Dopo 21 anni di musica e birra, incenso e birra, chiacchiere e birra, chiude uno di quei luoghi che hanno segnato chi è cresciuto a Milano a cavallo del passaggio tra due millenni. Il Moonshine chiude le porte e decolla, finalmente, verso la Luna. Per salutarlo restano la sonata avanguardista del chitarrista israeliano Yuval Avital con la padrona di casa Pat Moonchy giovedì sera, e la mega-jam del giorno seguente, poi il decollo. E un brindisi.

Germanotta Youth, The Rambo. Giovedì 26 al Leoncavallo.
Non fatevi travisare dal nome che omaggia Lady Gaga, la gioventù Germanotta tira mazzate a destra e a manca, a prescindere dai cambi di formazione. Un po’ come Rambo, che non accenna proprio a deporre le armi. Read the rest of this entry »


Live & Loud (090)

Posted: Febbraio 4th, 2015 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (090)

laika-sputnik-2Prima che sia troppo tardi, ecco 10 concerti parzialmente scremati per i 7 giorni che arrivano sull’orizzonte ormai imminente.

HüzÜn Trio, Marco Clivati. Giovedì 5 al Piano Terra.
Se settimana scorsa HüzÜn era passato in duo, stavolta si fa trio col sax di Dario Fariello e porta il suo esoterismo liberato nella cantina del Piano Terra, introdotto dalle percussioni soggettive di Marco Clivati.

UK Subs, Tv Smith, Il Complesso. giovedì 5 al Lo-Fi.
Questa settimana il tributo al punk lo si paga subito e con un pezzo di storia che stancamente continua ad alimentare il proprio fegato. Roba da studi di medicina avanzata. Read the rest of this entry »


-dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

Posted: Ottobre 10th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

[*] vedere l’alcatraz con tutte le sedie piazzate per benino e con tutto il pubblico quasi elegante è quasi uno shock, sembra che ci sia un nuovo teatro in città… e bisogna essere stupidi come me a non pensarci prima al fatto che non ci sarebbero stati i guardioni e si poteva riempire la borsa di birre a casa.

l’inaugurazione di MilanoMusica era una serata lunghissima divisa in due parti. la prima piena di gente con l’ictus ensemble che esegue “An index of metals” di Romitelli: un’orchestra di 13 elementi + 3 schermi di videoproiezione e l’elettronica che si alterna al soprano con l’orchestra che punteggia tutto e le chitarre elettriche che si liberano in una catarsi che forse era davvero metal. un concerto vertical, come specchiarsi nei vetri della facciata di un grattacielo mentre si precipita in caduta libera dal tetto.

a seguire il tributo elettronico aperto dalle frustate audio-video del prof. Max Viel, poi tocca all’inedita dystopia di Otolab che sta in equilibrio tra ambient-noise e cassa dritta e quasi quasi vince il primo. e mentre tutto il pubblico defluisce e deglutisce, sale sul palco Mika Vainio e fa un live talmente strano che non saprei nemmeno descriverlo. alcuni passaggi sono davvero orripilanti, ma il tutto è così grottesco che si fa fatica a staccarsi, come fosse la curiosità che poteva stimolare il trash prima che diventasse davvero spazzatura.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.