X-TG updated
Posted: Novembre 3rd, 2010 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: bologna, chris carter, concerti, cosey fanni tutti, Gender Bender 2010, genesis p.orridge, industrial music, industrial people, peter christopherson, throbbing gristle, X-TG | 3 Comments »i throbbing gristle arrivano in italia. i throbbing gristle arrivano il 2 novembre. i throbbing gristle arrivano all’arena del sole di bologna…
no, wait. flashback. 29 ottobre.
sul sito dei throbbing gristle compare uno scarno comunicato:
“In the evening 27th October TG members and their associated managements received two emails from Genesis P-Orridge stating he was no longer willing to perform in Throbbing Gristle and returned to his home in New York. Cosey, Sleazy & Chris have concluded that once more, and for the time being, Throbbing Gristle has Ceased to Exist, at least as a live entity”.
si concludeva rilanciando i successivi appuntamenti con un nuovo progetto dei 3 soli “abbandonati” a nome X-TG.
wait. flashback again. england, 1971.
Lo sperimentatore incallito genesis p.orridge incontra la performer cosey fanni tutti, insieme fondano i Coum Transmissions, band di artisti, dadaisti, provocatori e proto-rumoristi che semineranno con largo anticipo il terreno da cui crescera’ il punk. da quell’esperienza nasceranno i throbbing gristle, la cui autoprodotta etichetta, industrial record, battezzera’ un nuovo genere di sonorita’ estreme. lo slogan e’ semplice: “industrial music for industrial people”.
up-to-date. bologna, 2 novembre 2010.
si chiamano X-TG, i gristle senza G.P.O., sul palco dell’arena del sole, all’interno del ricchissimo programma di gender bender [*], festival internazionale delle libere identita’ di genere, che si trova pero’ spiazzato proprio dall’assenza del vecchio leader, da qualche anno diventato donna.
saul palco salgono in 3 e faranno un gran bordello.
sono 3 tavoli, a U: christopherson alla destra, con una pletora di oggetti dai mille rumori, tastierine, percussioni, richiami per uccelli, piccoli strumenti a fiato, microfoni a contatto; di fronte a lui l’invecchiata cosey, tra laptop, tastiera, cornetto e una chitarra grattuggiata con cattiveria giovanile; in mezzo sta chris carter, a mo’ di regista, con computer, campionatore e mixer stende un tappeto sonoro stridente ad altissimi volumi…
ci hanno messo un po’, a dire il vero, a convincere l’uditorio questi “nuovi” X-TG. cosey fanni tutti, ad esempio, esordisce che sembra una stenografa della camera dei deputati, una di quelle “segretariette secchette” di bianciardi, mentre christopherson alle volte si perde nell’infinita’ delle sue scelte melodiche. poi si alza, e lo dice chiaro e tondo: “sometimes there are no words for what you want to say”, e attaccano una lunga cavalcata strumentale, in cui cosey alterna il corno alle distorsioni della chitarra e christopherson si alza andando a prendere posto seduto su un monitor per bombardare di larsen le prime file; i volumi crescono sempre piu’ e l’intero teatro inizia a tremare. ne seguira’ un set lungo, discostante, e cattivo ; alla fine sara’ 1h30′, poi prolungata con un bis di publico ludibrio rumorista suonato con le luci accese in sala. e benche’ manchi il/la vecchi* G.P.O., e in fondo tutti si senta un po’ la sua mancanza, il rimbombo che resta nei timpani e’ di ottima annata.
resta un dubbio da questa cavalcata rumorista: l’industrial music c’era, ma l’industrial people? non che il pubblico fosse inadeguato, ma i nostri strange days sono ancora adeguati alla cultura industriale/post-industriale? non sara’ necessario un nuovo slancio, nuovamente mutante, che possa dare a questa epoca il suo blues come questi vecchi rumoristi avevano fatto per la mitteleuropa dei ’70s?
in un contesto come gender bender, dove la domanda sull’identita’ di genere e’ di casa, il dubbio pare quanto mai adeguato. un dubbio su chi sia l’industrial people del precariato, e su quali siano i rumori con cui possa tornare ad esprimersi. nel frattempo, godiamoci quelli dei nostri nonni…
[*] due parole su gender bender vanno dette. due complimenti. si e’ parlato di volumi violenti, e’ stato fondamentale per il funzionamento del concerto, ma continua a destare stupore. sara’ la mala abitudine milanese, ma viene da applaudire di cuore chi riesce a spingere una proposta estrema anche all’interno di un classico teatro del centro. applausi che raddoppiano per la ricchezza del programma e per l’impeccabile organizzazione. applausi e rimpianti, che’ bologna e’ ancora troppo lontana…
[…] This post was mentioned on Twitter by noblogs and yaro popovych, yaro popovych. yaro popovych said: [confindustrial] : X-TG updated http://confindustrial.noblogs.org/post/2010/11/03/x-tg-updated/ […]
“I used to do things like stick severed chicken’s heads over my penis, and then try to masturbate them, whilst pouring maggots all over it. In Los Angeles, in 1976, at the ICA I did a performance where I was naked, I drank a bottle of whiskey and stood on a lot of tacks. And then I gave myself enemas with blood, milk and urine, and then broke wind so a jet of blood, milk and urine combined shot [out and] then [I] licked it off the not-clean concrete floor. Then I got a 10-inch nail and tried to swallow it, which made me vomit. Then Cosey helped me lick the vomit off the floor. And she was naked and trying to sever her vagina to her navel with a razor blade and she injected blood into her vagina which then trickled out, and we sucked the blood from her vagina into a syringe and injected it into eggs painted black, which we then tried to eat. And we vomited again, which we then used for enemas. Then I urinated into a large glass bottle and drank it all while it was still warm. This was all improvised. And then we gradually crawled to each other, licking the floor clean. ‘Cause we don’t like to leave a mess, y’know; after all, it’s not fair to insult an art gallery. Chris Burden, who’s known for being outrageous, walked out with his girlfriend, saying, ‘This is not art, this is the most disgusting thing I’ve ever seen, and these people are sick’.”
Anche senza Gpo, credo che il tasso di gender-bending sia rimasto, se consideriamo la presenza di peter christopherson, gay dichiarato in un area spesso machista come quella dell’industrial..
Se ben interpreto il rilievo sul concerto, direi che proprio Peter abbia spostato l’equilibrio su forme che non avevano poi molti agganci nostalgici all’industrial che fu, quanto all’elettronica esoterico-rumorista più attuale che proprio i suoi Coil hanno ben rappresentato…