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un piccolo difetto di mira…

Posted: Settembre 12th, 2008 | Author: | Filed under: pedallica, succede che... | Commenti disabilitati su un piccolo difetto di mira…

dice vivimilano di oggi…

Blocco di ghiaccio cade dal cielo e sfonda auto
L’episodio è avvenuto in una caserma della Guardia di finanza. I militari: «Prima un sibilo, poi un botto terribile»

per
quanto dio, satana, bettini o chi per lui, non perda occasione per
palesare la sue esistenza… c’e’ da notare che la mira puo’ ancora
migliorare.

luna park terra:

automobile    100 punti


caserma         50 punti


finanziere     30 punti


quasi quasi faceva l’en plein…

 

 

 

Si sarebbe staccato dalle ali di un jet in atterraggio a Linate
 

Blocco di ghiaccio cade dal cielo e sfonda auto

 
L’episodio è avvenuto in una caserma della Guardia di finanza. I militari: «Prima un sibilo, poi un botto terribile»

 

Del blocco di ghiaccio di dieci chili, una parte
è rimasta sul cofano che aveva appena colpito, piegato, rovinato.
L’altro pezzo è rimbalzato, ha superato un muro di cinta di tre metri e
mezzo, è volato in diagonale per dieci metri e ha chiuso la corsa
contro il muro della caserma. La caserma è del Pronto impiego della
Guardia di finanza, in via Ramusio, tra le vie Ferrari e Ripamonti. Il
cofano è dell’auto di un militare, una Ford Focus acquistata due anni
fa e parcheggiata all’esterno della struttura, che dista sei chilometri
da Linate. Un’annotazione geografica, quest’ultima, fondamentale nella
storia di ieri mattina, alle 11.30, che avrebbe potuto ammazzare.

Vicino, vicinissimo alla Focus c’era un gruppo di finanzieri.
«Prima un sibilo, poi un botto tremendo», hanno raccontato (incolumi).
Il blocco, forse, s’è staccato da un aereo in fase di atterraggio. In
particolare, si potrebbe essere staccato dai portelloni del carrello.
Non vi sono certezze. Indizi? Zero. O quasi: i finanzieri, ai fini del
risarcimento assicurativo per lo sfortunato collega, dicono che quel
che è rimasto del blocco sta lì, in via Ramusio, ben conservato in
freezer. In ogni modo, spiega Valerio Mascagna, fisico, che prendendo
in esame il peso del meteoritino, ossia dieci chili, e ipotizzando un
punto di partenza della discesa di 100 metri, i dieci chili possono
raggiungere velocità prossime a 150 all’ora. Figurarsi da più in alto.

E in alto di quanto, chi lo sa: di certo, dice un pilota
dell’Alitalia, considerata la distanza da Linate di sei chilometri, i
metri d’altezza potrebbero essere stati anche 900. Prime ufficiose
indagini parlano della «responsabilità» di un aereo arrivato dall’Est
Europa, dai Balcani, che ieri mattina hanno vissuto ore di turbolenza,
temporali, freddo e conseguente gelo ad altissima quota. Aggiunge
Mascagna che, data per buona l’ipotesi, peraltro la più probabile, del
blocco staccatosi dall’aereo, può capitare che a causa di correnti
fredde a bassa quota, dunque in fase di atterraggio, sul velivolo
rimangano blocchi di ghiaccio. Che, scendendo progressivamente,
allentano la presa, traballano, volano giù.

La spiegazione ci sta. E però, aggiunge il pilota dell’Alitalia,
la presenza di ghiaccio è una possibilità non rara sugli aerei che
scendono a Tokyo dopo aver attraversato la Siberia, ma non certo a
Linate. Uno scalo per velivoli di media percorrenza, non con rotte su
distanze siderali. Domanda: ma se aereo non è stato, siamo davanti a un
«giallo »? Boh. I blocchi di ghiaccio che calano in picchiata sul
pianeta terra e rischiano di centrarci in pieno e buonanotte al
centrato, alimentano, da tempo, leggende.

Leggende che toccarono l’apice per frequenza e intensità nel
Duemila. Allora, ci furono talmente tanti episodi che un pubblicitario
si disse disposto a pagare cinque miliardi (di lire) per l’esclusiva
delle immagini, in diretta. Non ce la fece. E dire che di blocchi ne
venivano avvistati città dopo città, regione dopo regione. A volte
erano veri. A volte erano profondi misteri. Come il mistero di ieri.
Una roba sulla quale indagare davvero. E mica perché riguarda la
Guardia di finanza, anzi le è finito addosso.

 


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