E che i sellini sudati possano essere piu’ delle stelle in cielo
Posted: Dicembre 18th, 2006 | Author: cauz | Filed under: pedallica, succede che... | 1 Comment »succede che…
succede che sabato mi sono emozionato.
succede che e’ tornata la massa critica a ruggire per le strade di milano.
e che ripensando a tutto quanto, ripensando al luogo mi e’ tornata alla mente un’altra massa, probabilmente la prima “massa straordinaria” di questa citta’ che e’ la capitale dell’immobilismo. e ci si accorgeva che era pure l’unica massa straordinaria svoltasi al caldo, il resto e’ fatto di geloni dicembrini, di sanlazzari, di cop9 e di padoa-sciopping natalizzzi.
ma se mi sono emozionato sabato, che cazzo di senso ha parlare di quella massa antica, del 27 settembre 2002? nessuno. pero’ sono andato a riprendermi il report di allora (lo allego in fondo), dalla gloriosa newsletter di criticalmass della quale custodisco gelosamente un archivio.
mi e’ tornata in mente quella giornata non soltanto per l’emozione, per l’entusiasmo contagioso, ma, dicevo in apertura, perche’ allora, per la prima volta, la massa e il suo monumento si annusarono e si pisciarono addosso felici. sabato si sono accoppiat*.
qualcuno che c’era pure sabato (be’… io, c’e’ chi ancora me lo rinfaccia) in quell’occasione, commento’:
“il vigorelli per me e’ come un padre...”.
qualcuno che sabato non c’era, ma che scrive in maniera assai piu’ appassionante del me-medesimo della frase antecedente, scrisse:
“Pur venendo da una delle poche città con velodromo, ho un brivido quando vedo -per la prima volta- il vigorelli. Un po' come quando a roma ho visto per la prima volta via merulana, o in galilea la valle di harmageddon (Har Megiddo), o da kashgar il pamir lontano, uno pensa che siano invenzioni letterarie finché non ci si ritrova davanti e pensa: che mona che mi sento!
"Quella faccia un po' cosi', ecco”.
sabato 16 settembre006 era san lazzaro a milano e la massa e’ stata bella, partecipata, allegra e fluida. ci sono masse lente lentissime (qualcuno le definiva “a caccia di lumache”), costellate da fermate ai semafori, da urla “feeeeermiiiiii… feeeeermiiiii… aspettateeeeee”, da risse interrotte tra coglioni a 4 e coglioni a 2 ruote. ci sono masse mobili, velocissime, quasi agonistiche, ma sono decisamente poche, quasi uniche… per fortuna. ci sono masse che macinano kilometri che si arriva a casa e non ci si capacita della performance atletica appena svolta. e poi ci sono masse come quella di sabato: pochi kilometri, lenti lenti ma piu’ veloci degli automini, pero’ fluidi. e la massa e’ bella quando fluisce. poche pause, pochi incidenti, poche risse, troppi sbirri ma ci faremo l’abitudine. pure un romantico ricongiungimento con la massa-antipasto delle 14 che giungeva dal duomo. in corso baires si era almeno 400, su una sola corsia, bel delirio. +kaos :)
poi in giro, tran tran, zan zan, il ciclo-hummer che cerca di stendere altri ciclo-cicli e ci si ritrova su corso sempione… “ci siamo” – l’ha pensato almeno il 50% della massa – “siamo a uno sputo dalla cattedrale del ciclismo”. ampia virata, contromano e via, la porta e’ aperta per il festival delle cazzate by fiat, la pista e’ rovinata e mezza occlusa, ma mettendosi in fila si entra. ancora una volta: gioia e rivoluzione. la massa critica, o una sua sostanziosa parte, gira sulle assicelle del tempio, qualcuno affronta le paraboliche e si schianta eroicamente al suolo. qualche skiman/buttafuori cerca il placcaggio del ciclista in corsa e inizia ad invitare i ciclici ad uscire, arrivano pure i famosi celerini. non entrano, che cazzo ne sanno loro, dalle loro camionette, della storia che quell’anello trasuda. quella e’ la nostra storia. finisce che si esce, pian piano. un buttafuori mi dice:
“e poi, e’ pure pericoloso! immaginate se con le assi marce che ci sono se ne rompe una e qualcuno si fa male”…
e questo dice tutto di come questa citta’ ha abbandonato il suo monumento.
il vigorelli e’ una chiesa, e c’e’ solo una cosa da fare con i luoghi sacri: profanarli.
missione compiuta, si puo’ rimettersi sul sempione e ciclodondolare fino alla fine. alla fine sara’ ancora peggio, dopo una sbornia di vin brule’, riso, spezie, birra, pollo, birra, funky e martini-lemon, alla fine si ciclodondolera’ sempre piu’.
ci si guardava negli occhi, gonfi, sabato sera e c’era una luce che brillava, una sensazione di consapevolezza: quello che doveva fare la critical mass a milano oggi l’ha fatto. da giovedi’ e’ tutta un’altra storia. indubbiamente splendida anche lei. :)
dedicare una criticalmass e’ una cazzata. eppure l’ho pensato piu’ volte sabato. ho pensato a un amico che ho rivisto in bici dopo che per 6 mesi era stato sequestrato dallo stato. poi sono arrivato alle assicelle di legno russo dell’anello e ho pensato, non so perche’, a isaac galvez. capita.
allegato1 :)
una vecchia storia:
_* CriticalMass a MILANO, 27 settembre,
festa per il decennale di CM nel mondo, report in cut-up_mode
> venerdì è successo che mi sono emozionato. <
> un florilegio di ferie anticipate, malattie menzognere, assenteismi
apparentemente immotivati, scuole serali bigiate: già nel pomeriggio di
venerdì ventisette settembre duemilaedue il cortile e la cucina del bulk e
i locali della ciclofficina brulicano di affaccendamenti vari,
dall'ingrassamento della catena alla friggitura della melanzana all'acquisto
della birra cinese dell'hard-discount cinese per placare la sete infinita
delle orde di cuochi e meccanici; tutto si è svolto, prima e dopo, con un
tempismo e una precisione che neanche a una festa del sindacato degli
orologiai leninisti svizzeri. <
> dopo dieci anni dalla market street di frisco… la market place /
piazza_gp di milano
la massa, seicentocinquanta c'e' chi dice cosi' <
> ore 18.00 e piazza Graziano Predielis mostra che la massa non sarà una
massa come tutte le altre: oltre al numero spropositato di cicli la massa
si distingue per la presenza di:
– ciclisti francesi distratti dai loro progetti di giro del mondo,
– coppie con bambini appena nati e non ancora nati,
– maschere veneziane che ormai a venezia non le sopportano più,
– ciclisti con cani al guinzaglio e cani con ciclisti al guinzaglio,
– podisti e schettinatori solitari,
– moTociclisti pentiti e moNociclisti convinti,
– bi-bici e tri-bici e abbracci di amici,
– giocolieri frombolieri e grassatori,
– imbroglioni sant'uomini e parrucchieri,
l'umanità tutta prima e dopo del giudizio universale.<
>Il trambusto sale e chi dice andiamo verso il duomo e chi dice andiamo
nell'altro verso, le bici si incastrano e alla fine, non si sa come, tutte
le bici hanno il manubrio puntato verso sud e ….si parte! <
> ore 18.30 e si aprono le crepe nelle colonne del duomo di mi l'ano non
progettate per reggere l'onda acustica dei campanelli, l'eccitazione si
palpa ma attenti a non palparla troppo, meglio lasciarla libera di inondare
l'urbe. <
> Sento un ghisa che, allargate le braccia sconsolate, mormora "ancora quei
pirla!": la prova provata della sua utilità solo con i lenti e ruminanti
ammassi di lamiere; con gli agili telai di acciaio o alluminio nulla può
più. L'equilibrio instabile reso solidissimo dalla velocità vettoriale ci
proietta verso un eterno ritorno d'asfalto che sale e scende tra gli alberi: una
delle Discese e Salite protette dall'apposito Comitato, I guess. Lì vedo un
pattinatore della CM fare un volo che mi avrebbe portato sicuramente in
traumatologia chirurgica, lui invece si rialza un po' scosso e riprende
imperturbabile.
Sopra gli autoimmobilisti ringhiosi e patetici vedo gente alle finestre:
mi/ci stanno applaudendo! Cazzo, rido di gusto perché se non è questa
la rivoluzione, be', ci assomiglia un casino!
E, sia chiaro, una rivoluzione in cui non ci e si diverta è qualcosa in cui
io non ho nulla a che fare. <
> ore 19.00 e gli orologi non segnano più le ore, castello, brera, il
cavalcavia delle nord davanti alla triennale (prima o poi bisognerà
guardare sul tuttocittà la toponomastica) salita e discesa migliaia di
volte gioia e rivoluzione, la darsena, i lampeggianti blu che chiudono la
massa, poveretti quanta invidia c'hanno, ci si capovolge ad U (perdonate
la maiuscola) e i lampeggianti non lampeggiano più, il vigorelli, milioni di
biciclette alzate in segno di vittoria. <
> +celebrAttivo <
> con il fluire dei cicli da tutte le parti…
e i bellissimi colori disegnati dalle nuvole in cielo.
beh!…
a me' ha fatto un certo effetto…
e poi ridevamo tutt*…
e' veramente stato molto bello…
energia pulita. <
> Pur venendo da una delle poche città con velodromo, ho un brivido quando
vedo -per la prima volta- il vigorelli. Un po' come quando a roma ho visto
per la prima volta via merulana, o in galilea la valle di harmageddon (Har
Megiddo), o da kashgar il pamir lontano, uno pensa che siano invenzioni
letterarie finché non ci si ritrova davanti e pensa: che mona che mi sento!
"Quella faccia un po' così" ecco.
Ma poi tutti dentro la piazza, si alzano le bici al cielo. Un gesto
semplicemente drammatico, evocativo, letterario, di rivolta, che sa di
Critical Mass, che sa di Provos, che ti fa pensare all'asse del mondo eretto
sugli stupa mongoli con le bandierine colorate in fila a indicare i quattro
punti cardinali che convergono al centro, il metafisico Quinto Punto
Cardinale, l'Asse dell'universo. E' da lì che promana l'energia. Mica
storie. <
> ore 21.00 con la precisione che neanche alla festa del sindacato degli
orologiai leninisti svizzeri la massa entra al bulk, la musica parte, il
couscous viene servito, la pedana delle esibizioni viene esibita, il coro
delle micine viene cantato (miao miao), gli ottoni a scoppio vengono
suonati, il rossino (un dopaggio di cui non verrà rivelata la formula)
viene consumato. <
> Poi si va tutti alla Biciofficina, in massa, tra cuscus e otolab in
delirio fonico, e vedo che gli stampati dell' "ideologia sociale
dell'automobile" che avevo preparato vanno via velocemente, le
bici appese un po' ovunque al soffitto, magliette, lattine patafisiche
di "spaghetti che invadono la città", e poi il diluvio di facce discorsi
risate: la gioia. Penso a tante cose, ho una lattina in mano e un sorriso
che mi si è stampato addosso e non riesco a mandare via. <
> la banda si trascinava dietro i ciclici: via gli acrobati, dentro i
critici uno dietro l'altro tanti massoni su e giu' dalla rampa d'acciaio
costruito senza alcun rispetto per le norme di sicurezza: tante vittime…
tra le bici, ma che sorridere.
una minimassa, critica, tre persone, fece il giro dell'isolato del bulk
verso mezzanotte. uno di questi da li' non scese piu' dalla bici,
aggirandosi in sella per tutta la festa, anche in cucina
ci sono nuovi stencil sui muri e nuovi ricordi da raccontare <
> alla domanda un po' ovvia e retorica: "graziano, sei contento?" la
risposta ritorna iperbolica: "è il giorno che ho sempre sognato arrivasse".
<
> un giorno, quando la rivoluzione ormai l'avremo fatta da un bel pezzo,
questi ricordi ci resteranno solo negli occhi, nella testa e nelle gambe e i
bambini ci chiederanno: "nonno graziano, raccontami ancora dei giorni delle
biciclette!" sara' bellissimo… <
> vedo che abbiamo lasciato il segno… <
Grazie , dopo una giornataccia e una
tragica assemblea serale per “difendere”
il diritto dei migranti di magenta di riunirsi in un
capannone ( nemmeno quello vorrebbe la Lega che
urla no amlla moschea!!) leggere di quella CM
del 2002 in cui c’era anche il pympe……
mi ha fatto stare bene.
notte adriana