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Come si vince la Sanremo? – l’editoriale della vigilia

Posted: Marzo 20th, 2009 | Author: | Filed under: pedallica | 1 Comment »
Come si vince la Sanremo?


Di culo. In primo luogo; tra tutte le corse del calendario la Classicissima è quella in cui la sorte ha il gioco maggiore. E non è nemmeno il culo, è anzi l’opposto, è l’abilità a sfuggire alla Sfiga, alla "damazza dai denti verdi” (come la chiamava Brera), che fa vincere la Sanremo. Peccato che nel Ciclismo queste cose quasi non esistano. Testa e gambe, così si vincono le corse, ed è con queste qualità che si dribbla la damazza.

La Storia della Sanremo quest’anno fa 100, e di vittorie se ne sono viste di tutti i colori. Per semplicità, cancelliamone buona parte, perchè il Ciclismo è cambiato fin troppo in questo secolo abbondante… e quella che una vita fa era una corsa difficile oggi è quasi una scampagnata, in cui a far la differenza non è il tracciato ma sono soltanto la Resistenza (quasi 300 km!) e l’abilità dei corridori. Cancelliamo buona parte di questa Storia, quindi, e limitiamoci al Ciclismo di oggi, dalla media-record di Bugno nel ’90 in poi. In un Ciclismo in cui gambe e polmoni sono state sempre troppo simili in gruppo, ed è la capacità di leggere la corsa che diventa il discriminante. La domanda quindi, più che How? è Where?, dove si vince la Sanremo?


Sul Turchino. No. Coppi (1946) e’ morto e Chiappucci (1991) quasi.

Sulle Mànie. Cancellara 2009. La vulgata vuole che la corsa dell’anno passato sia stata piu’ dura e selettiva per l’inserimento di questa salitella prima dei capi… A me la cosa convince poco, mi pare sia stata selettiva per l’abilita’ di Cancellara e Rebellin, pero’ le Mànie possono davvero essere un passaggio duro per i velocisti che non riescano a controllare. Salita e discesa.

Sulla Cipressa. Colombo 1996. Più del gioiello di Bugno nel 1990, è l’azione del biondino della Gewiss l’esempio. Perchè per vincere qui due sono i casi, o si è un fenomeno, o si corre smarcati. Colombo correva da battitore libero: sparata tremenda in salita, compagni di fuga giusti, e secondo scatto tagliente nel finale. Perchè se si vuole vincere partendo sulla Cipressa bisogna staccare gli avversari due volte.

Salendo sul Poggio. Jalabert 1995. Il capolavoro di Jajà e forse della Sanremo in assoluto. Sceglie il punto dello scatto sul falsopiano con settimane di anticipo e finalizza la sua corsa su quei pochi metri di asfalto; battezza la ruota del più forte (Fondriest) e con lui se ne va al traguardo, giusto per mostrarlo in foto alle sue spalle… Una sola vittoria qui, ma forse il più grande interprete moderno di questa corsa.

Scendendo dal Poggio. Kelly 1992. Sta diventando il punto chiave dove perderla la Sanremo. E a turno ci provano tutti. Quella volta l’ha persa Argentin, che volava in salita e non voleva rischiare. Kelly invece ha usato una massima di troppo pochi corridori “Persi per persi, meglio perversi”. Via le mani dai freni, discesa a tutta e ciao ciao.

In Via Roma. Tchmil 1999. Quando si guardano tutti, è il momento buono per scattare. Piccolo dettaglio, bisogna sapere staccare decine di corridori che tirano a 50 all’ora. Quando tutti aspettavano il tris consecutivo di Zabel, il 36enne siberiano è partito a tutta, si è bevuto mezza curva e ha vinto con un metro di vantaggio. Io non so chi altro lo potrà mai fare.

In volata. Zabel 2001. Vincere in volata è facile: bisogna avere più gambe degli altri. Oppure è difficilissimo: bisogna tenere fino alla fine, avere una squadra a disposizione, battezzare le ruote giuste all’arrivo, evitare i rischi, partire al momento giusto. Se ti va bene riesci pure a farti fotografare a braccia alzate, Zabel ci è riuscito 5 volte, peccato che l’ultima ci abbia pensato Freire a sbucargli davanti per pochi millesimi. Una figuraccia che non cancella l’abilità e la determinazione del velocista che più ha dato a questa corsa in tempi recenti, più di Cipollini, Freire e Petacchi. Si dice che partisse con già 15.000 km di allenamento nelle gambe. Io ci credo. 


One Comment on “Come si vince la Sanremo? – l’editoriale della vigilia”

  1. 1 coda said at 6:07 pm on Marzo 20th, 2009:

    mi chiedo come la RAI possa ancora non accorgersi di questo talento del giornalismo sportivo.

    vogliamo Cauz al posto di Auro!!!