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[on stage] T. Raumschmiere | Brainville3 | Assalti Frontali

Posted: Giugno 21st, 2007 | Author: | Filed under: larsen | 2 Comments »

 

weekend con triplo concerto, quello passato, a milano e dintorni.
attese differenti e ancor piu' diversi risultati, tra alti e bassi… 

 

 

venerdi' 15.06 – T.Raumschmiere (Circolo Arci Magnolia – Segrate)

il primo appuntamento e' probabilmente quello che piu' attendevo: raumschmiere
e' un genio, nei suoi primi dischi ha trovato veramente la sintesi
perfetta tra la minimal techno tedesca e il punk rock "metallaro" dei
primi anni '80. roba da urlo.

il concerto, pero', e' al magnolia, un posto che meriterebbe un articolo solo per se'.
perche'
i ragazzi del magnolia sono gente in gamba: hanno una gran bella
programmazione e mantengono i prezzi abbastanza bassi. pero' si
scontrano con gli ostacoli imposti dallo spazio, e li affrontano con
totale inadeguatezza.

fin
ad oggi avevo sempre "intravisto" e "intrasentito" i concerti sul palco
interno: invisibile se il pubblico e' superiore a 15 persone (palco
alto 7 cm e largo 3 m) e penalizzato ulteriormente da un impianto
puntato quasi a picco sulle teste delle prime file con il suono che
arriva in fondo riverberato come non mai. questa volta si suonava
all'aperto e speravo la situazione migliorasse: effettivamente il palco
e' molto bello, in compenso l'audio era inaccettabile per una proposta
musicale del genere, con volumi ridicolmente bassi e la totale assenza
di basse frequenze.

a tutto cio' si aggiunge un problema: siamo a milano, questo comporta che il pubblico sia composta da un 90% di idioti.
la
dimostrazione si ha all'ingresso, dove era stato piazzato un folle
"cancellino" largo 1 m con tanto di butta fuori, ad arginare la calca
di un centinaio di persone… che se fossero state "persone" bastava
una transenna e si entrava rapidi e indolore, invece erano "bestie
milanesi" che hanno passato il tempo a pressare i vicini contro le
inferriate gridando rivolti all'indietro "spingete! spingete!". roba da
matti, aria da hillsborough,
conclusasi soltanto quando cancello, transenne, tavoli e lampioni hanno
ceduto sotto la spinta. sembrano dettagli, lo sono, eppure per quanto
mi riguarda sono anche i dettagli che influiscono sulla fruizione di
uno spettacolo.

la performance di raumschmiere, comunque, e' stata abbastanza deludente.
il
problema di queste occasioni e' che buona parte del pubblico non
richiede un "concerto" ma una "serata", viene essenzialmente per
ballare senza troppa concentrazione. i musicisti ormai lo sanno, e
cercano di accontentare.

cosi'
raumschmiere ha offerto una lunghissima parte di minimal techno senza
arte ne' parte, estremamente accademica ma senza mai osare nulla al di
fuori del suono abituale… il decollo vero e proprio e' avvenuto negli
ultimi 20 minuti, aperti con un pezzo puramente metal e proseguiti a
ritmi spezzati, suoni ossessivi e clangori metallici alternati a
melodie quasi pop con campionamenti di basso e chitarra e talvolta
persino voce. la cosa interessante e' stata che il pubblico, ormai
"carico" ha evidentemente apprezzato molto di piu' il finale hard core
rispetto a tutto il resto della performance molto piu' standard. che
serva da lezione. :)

per
correttezza, devo dire che nel delirio dell'ingresso mi sono perso
l'inizio, che mi dicono essere stato molto piu' simile alla parte
conclusiva.

VOTO (5.5) bilanciato tra le potenzialita', il risultato finale e le condizioni al contorno…

 

 


 

sabato 16.06 – Brainville3 (ex-OP P.Pini)

seconda serata del festival "the beat goes on" organizzato da cox18 in collaborazione con olinda.
una garanzia, quando conchetta si mette ad organizzare grandi eventi la
qualita' dell'offerta e del risultato e' sempre alta. sara' cosi' anche
quest'anno.

il
fulcro dell'evento era naturalmente questa serata, che ha leggere il
nome non dice nulla, ma a leggere la formazione si'. sul palco ci sono
nientepopodimeno che:

Deavid Allen (Gong): voce e chitarra,
Hugh Hopper (Soft Machine): basso,
Chris Cutler (Henry Cow): batteria.
di fatto, il meglio di quella scena di canterbury che ha scritto parte della storia del rock a cavallo tra i '60 e i '70, il suono di un libro di storia insomma.
il
concerto ovviamente, vista anche l'eta' dei musicisti, sta molto
appiattito sul classico, ripercorrendo le sonorita' dei tempi con pezzi
di gong e soft machine rielaborati per la gioia dei fan, numerosi in un
pubblico decisamente over 40. il trio e' ben coeso e decisamente
padrone del palco: con allen leader assoluto dello spettacolo, che
suona, canta, parla e si muovo come il vecchio hippie che e', mentre
hopper sta in disparte a intessere linee di basso molto omogenee.

ma
lo spettacolo vero, ovviamente, sta in seconda fila, dietro ai piatti
di un'enorme batteria, e si chiama chris cutler, uno dei migliori
batteristi che io abbia mai avuto occasione di sentire. cutler, 60 anni
compiuti da poco, e una vita dietro a batterie di ogni genere e
composizione (spesso autocostruite) e al fianco di una schiera di
geniacci del secolo, e' il solito "mostro" con 6 braccia e 5 gambe che
gestisce i suoi tamburi come prolunghe dei suoi arti. cio' che
impressiona e' la calma assoluta con cui picchia sui tom, a braccia
mezze alzate e con secchi movimenti di polso. si tratta di una sorta di
ibrahimovic della batteria, in grado di compiere passaggi velocissimi
muovendosi quasi al rallentatore. uno spettacolo imperdibile.

VOTO (7.5)
 

 


 

domenica 17..06 – Assalti Frontali (ex-OP P.Pini)

un po' di tempo fa un amico mi aveva chiesto "che cazzo vai a vedere gli assalti frontali?!".
la domanda non era peregrina, effettivamente questa band e' un mistero
completo, per non dire un troll… un gruppo che campa di rendita
sull'aver realizzato uno dei massimi capolavori dell'hip hop (meglio,
del crossover) italiano negli ultimi 15 anni ("Conflitto"), ma che
prima e dopo si e' contraddistinto per aver prodotto dischi quando
andava bene mediocri ("Banditi"), piu' spesso e ultimamente nemmeno
sufficienti ("HSL") se non disastrosi (l'ultimo "Mi sa che
stanotte…"), salvati magari da quelle 2-3 hit pop che ti si
conficcano in testa.

l'aspetto
live poi, era nota ancor piu' dolente: li avevo visti almeno 5 volte
negli ultimi 5 anni, ed erano state un filotto di delusioni, una peggio
dell'altra…

eppure,
quando suonano a milano io vado, sara' perche' in fondo sono dei bravi
guaglioni, sara' perche' spesso suonano aggratis o in luoghi a me
familiari.

ebbene? ebbene, udite! udite!, domenica ho visto un BEL concerto degli assalti frontali.

l'attrazione
a questo giro era data dalla presenza di una piccola orchestra d'archi,
ad accompagnare il trio… che trio non era, perche' finalmente gli
assalti hanno capito che per suonare la loro musica hanno bisogno di
una band al fianco, per cui la formazione di domenica sera prevedeva
anche batteria, chitarra, basso, piano oltre ovviamente a un dj ai
piatti. l'amalgama c'era e non c'era, l'effetto puramente west coast
ricercato dagli archi in certi momenti risultava stucchevole, e la
presenza scenica del direttore di questi ultimi, un incredibile emulo
di demo del maurizio costanzo show, era davvero fastidiosa…

l'insieme, pero', quando ingranava evidentemente funzionava.
la
band attuale non ha nulla di eccelso, e manca totalmente della
cattiveria dei Brutopop di "Conflitto", pero' regge il ritmo che gli
assalti da soli non sono in grado di tenere, l'inserimento del piano
poi e' incredibilmente efficace, tanto che le sue parti strumentali si
rivelano di fatto gli episodi migliori del concerto.

cio'
che resta debole e' invece ancora la scaletta, che privilegia i pezzi
piu' pop e populisti cercando di lumare un pubblico che si vorrebbe
ancora di adolescenti incazzati, mentre ormai sembra composto
essenzialmente di trentenni… gli assalti quindi se ne escono con i
pezzi piu' orecchiabili degli ultimi due album, con le hit di "Banditi"
e via di seguito fino ad arrivare a "batti il tuo tempo", esaltando il
pubblico quando richiamano i momenti da rivoluzione studentesca come in
quello che viene ormai definito l'inno degli assalti (parole loro) che
racconta di sacchi a pelo, autostop, fidanzate, nudismo come nemmeno un
film di muccino.

cio'
che viene totalmente ignorato e' "Conflitto", misteriosamente la band
ha deciso di occultare il suo capolavoro, forse temendo di non reggere
il confronto con un'opera dimostratasi evidentemente piu' grande di
loro.

manca
il coraggio, insomma… si tratta di assalti che non assaltano piu'
alcunche', giocando su un nome ambizioso. pero' il ritmo c'e', e per
una volta il loro concerto e' piacevole.
che gli assalti stiano tornando sulla buona strada?
VOTO al concerto (6.5)

la luce quando è tanta abbaglia è come il buio
mi sento allo sbaraglio
devo tirare fuori il meglio di me
dimmi io sono pronto ad andare avanti vuoi seguirmi?
in giro per il mondo c'è nascosto il senso
dei modi di vita all'apparenza senza
è il conflitto per la sopravvivenza
questa è la spiegazione
la gabbia è la nazione
prima ci tirano gli avanzi
poi ci osservano sbranarci

2 Comments on “[on stage] T. Raumschmiere | Brainville3 | Assalti Frontali”

  1. 1 sofx said at 10:39 am on Giugno 22nd, 2007:

    La qualità di un gruppo è inversamente proporzionale al numero di persone che hai dietro di te al concerto che dicono “figa, il batterista è una macchina!”

    (http://www.7yearwinter.com/2007/06/1-legge-di-hipsterorum)

  2. 2 cauz. said at 12:22 pm on Giugno 22nd, 2007:

    al concerto dei chemical brothers un tipo dietro di me fa: “e il batterista è una macchina?”