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[#15O] non giustifico la violenza, ma la stimo

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: alfabetica, bandiera nera, succede che... | Tags: , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [#15O] non giustifico la violenza, ma la stimo

[AS- bisognerebbe ascoltare i sikhara, spesso]

Sikhara _ Samburu [>] PLAY

il #15ottobre a #roma non c’ero.
per motivi evidenti (la concomitanza con il lombardia) e contingenti (l’acqua del mare ancora calda e cristallina), ero a centinaia di km da roma. dunque non ho molti diritti nel dire la mia, sulla giornata che conclude un percorso che nemmeno ho seguito.

eppoi ci sta ogni blog, ogni giornale, ogni tweet e ogni chiacchiera da bancone che tritura, analizza, giudica e vaporizza la giornata del 15 ottobre, che aggiungerne un altro serve a poco.

ci stanno quelli che si scandalizzano. quelli che si dissociano. quelli che approvano tutto…
ci sono quelli che in fondo riconoscono che le forme di protesta sono diverse per ciascuno, ma che non e’ giusto attuarle dentro al “corteo degli altri”, trasformando de facto la trasversalita’ di cui fa vanto questo “movimento” in una nuova modalita’ escludente, tipo il calcetto all’oratorio. eppure, se e’ triste che le gesta di pochi vadano ad inficiare le possibilita’ di altri, altrettanto triste e’ l’inverso: che siano le intenzioni dei tanti ad annullare le iniziative dei pochi, ripetendo l’orribile classico schema democratico. sono scuse, in genere, anche mal argomentate. scuse per nascondere l’impellenza edonistica dell’una e dell’altra parte, che vuole ogni iniziativa pubblica come affermazione della propria identita’, una lunga olimpiade di strada che contempla uno sport unico: misurarselo col righello.

e poi ci sono i nuovi indignati, quelli della caccia all’infiltrato, della creazione dei mito funzionale a distinguersi: se quello usa pratiche che non mi piacciono, e’ per forza un nemico, perche’ non puo’ essere qualcuno che percorre la mia strada con un passo diverso, non voglio mica farmi vedere in sua compagnia… un nemico e quindi dall’altra parte. infiltrato. fascista. sbirro.
e a dire la verita’ poi gli infiltrati ci sono davvero: sono quelli che hanno consegnato altri manifestanti agli sbirri, sono quelli che vogliono condividere le foto per far partire la schedatura di massa.
sono gli stessi che applaudivano gli sbirri che arrestavano gli ultra’ a neustift, gli stessi che sbraitano dalle prime pagine dei giornali della destra repressiva, de “il giornale” e de “il fatto quotidiano”. sono loro che stanno dalla parte sbagliata, ma camminano di qui, tra noi, infiltrati.

insomma, di questa giornata tanto e’ stato detto e scritto, quindi non e’ il caso di aggiungere troppo. tanto e’ stato scritto anche sulla “violenza” di strada, e su come e’ una risposta comunque piccola piccola rispetto alla violenza della precarizzazione che subiamo. cio’ che non si considera mai e’ la violenza degli oggetti.

la violenza di strada si abbatte su vetrine, pali, cassonetti. e automobili. e’ questa la violenza vendicativa, speculare in un piccolo rigurgito d’orgoglio alla violenza che subiamo quotidianamente. e non serve una statistica per dirci come siano infinitamente di piú le persone ammazzate dalle auto che le auto bruciate…

allora non voglio tracciare nessuna apologia della violenza, nessuna difesa d’ufficio di chi di difese non ne ha bisogno qui. solo ricordare che, in fondo, e’ sempre bello vedere un’auto che brucia. e se soltanto fosse questo il numero in aumento, sarebbe sempre una bella giornata.

(alla faccia dei “comandamenti” degli autonomi, quelli che scrivono che le banche sono il male e le auto il bene… che evidentemente non escono mai su una strada durante le loro giornate).

e allora mi godo il day after con la notizia che trovo in home page sulla gazzetta, con un’imbecille americano che si ammazza andando a 300 km/h e un’ammucchiata di automobiline in fiamme.

bello come un’automobile che brucia.

 

a eva, a pierluigi, a graziano predielis, a wouter weylandt.


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