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[4/4] scalda il cuore

Posted: Febbraio 11th, 2011 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [4/4] scalda il cuore

Allora era vero! Il disgelo previsto la scorsa settimana è confermato, almeno dal punto di vista climatico… già perchè su quello musicale la città resta ancora imballatina com’era in precedenza. Ma la primavera ormai la si respira (per quanto si possa respirare a Milano), il suo carico ormonale speriamo che spinga un po’ più in alto anche le levette dei volumi. Nel frattempo ci si può scaldare ancora un po’ con musiche invernali, toni crepuscolari verso un’alba che prima o poi arriverà.

In Italia, e da queste parti in particolare, chi sa fare bene questa musica sono i Ronin, uno dei mille progetti che portano Bruno Dorella a spendere la sua vita più in furgone che a casa propria. I Ronin fanno una specie di folk, o forse no, forse è un figlio disperso del blues, forse è soltanto una faccia rilassata del rock’n’roll, in realtà fanno colonne sonore per film ancora da girare. L’ultimo loro disco prende il titolo da un vecchio canto anarchico che diceva “con le budella dell’ultimo prete, impiccheremo l’ultimo re”. E’ musica che scalda il cuore, venerdì 11 al circolo Aurora di Rozzano.

Uno che il folk lo fa davvero, e lo insegna al mondo da qualche lustro, è Steve Wynn. Tra l’esordio in pieno “paisley underground” con la psichedelia dei Dream Syndicate al folk rock “partecipato” dei giorni nostri, la parabola di Wynn è di una coerenza cristallina. Chi l’ha visto al Dal Verme questo inverno sa bene cosa godersi, chi non l’ha visto ha l’occasione di rimediare, sabato 12 al Bloom di Mezzago.
La sera stessa, a poca distanza (Blob di Arcore) c’è un altro tizio che canta con la chitarra in mano: si tratta di Bob Corn, uno dei folletti tuttofare che permette al DIY italiano di esistere ancora, e di prosperare.
Il folk-rock vi ha rotto i coglioni? Allora scegliete, se supportare i fratelli di RXSTNZ (Manual Destruction, Mbst8, Uxo e Pablito, in Torchiera) o se buttarvi sulla storia del prog-rock italico, ai Magazzini Generali arrivano i Goblin, quelli del “parapparapapparapappara” di Profondo Rosso…

Domenica 13 al Nuovo Live Club di Trezzo sull’Adda (che è bellissimo) ci sono gli Angra, che io credevo non esistessero più da una vita eppure mi trascinano all’adolescenza ed alle pubblicità di Ringo sulla compianta Rock FM.

Metal per metal, molto meglio i Black Tusk, che suonano mercoledì 16 all’arci Magnolia. Sullo stesso palco, 24 ore più tardi c’è il nuovo episodio della “Notte della Locusta”, che si festeggia con il folk’n’roll dei Pan del Diavolo e soprattutto con il diabolico hip-hop degli Uochi Toki, che hip-hop non è ma non è nient’altro. E’ bella musica, parlata, ben raccontata, disturbata. E’ musica del presente, d’altronde contemporaneamente al Legend54 starà suonando Carl Palmer (il socio di Emerson e Lake)… gioventù che avanza.


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