Live & Loud (133)
Posted: Aprile 19th, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: Aidan Baker, Andrea Centazzo, ben seretan, Blind Idiot God, bloom, Buzzcocks, Cascina Torchiera, cox18, Dag Nasty, davide tidoni, elio e le storie tese, ensemble economique, gianni mimmo, Gnod, headbanging academy, immanuel casto, live & loud, lobo, Masada, milanoX, Nada Surf, otolab, piano terra, plunge, sacrestia, Sotto, Standards, The Ex, venetian Snares, wolf eyes | Commenti disabilitati su Live & Loud (133)Uff, sì, pare se ne siano andati, sono tornati tutti all’Ikea, ma presto torneranno a invadere la città. Queste sono le settimane in cui rilassarsi, poi torneranno i giorni in cui affilare i coltelli. Approfittiamone.
Davide Tidoni: “The sound of normalization”. Martedì 19 alle 19:30 da Standards.
Davide Tidoni è un musicista elettroacustico e un ultrà, e una cosa equivale all’altra. Da oltre dieci anni raccoglie le voci e i canti della curva del Brescia, surfando su un’onda di voci passionali che controllo e repressione cercano di mettere a tacere. E anche qui, non è detto che si parli di ultrà.
Blind Idiot God. Mercoledì 20 al Serraglio.
Mi trovo spesso a pensare che l’unico modo per sopravvivere alla demenza collettiva dell’era di Papa Francesco sia il rumore. E ho l’impressione che almeno i Blind Idiot God siano d’accordo con me.
Andrea Centazzo & Gianni Mimmo. Giovedì 21 al Piano Terra.
Incontro interstellare tra due sensibilità assolute dell’improvvisazione senza compromessi. Centazzo è uno di quei batteristi che hanno letteralmente cambiato la storia di questo strumento: da quasi 50 anni disegna traiettorie nuove per il jazz e per la ricerca musicale, accompagnandosi in viaggio a una famiglia di menti quasi unica nella musica moderna. E nonostante tutto ciò, pare che non abbia ancora trovato un compromesso con questa inquietudine creativa.
Immanuel Casto. Giovedì 21 al Tunnel.
Ennesimo passaggio del Casto Divo da Milano, stavolta nel contesto più raccolto del Tunnel. Dell’opera di Immanuel ormai si sa di tutto e di più, l’aspetto inquietante di questa data è che ad affiancarlo ci sarà Lo Stato Sociale, una dimostrazione pratica di come dalle distorsioni della nostra società si possa trarre genialità, oppure appiattirsi nella più ignobile musica di merda.
The Ex. Giovedì 21 al Bloom (Mezzago).
Da oltre trent’anni un diamante grezzo di furia cosciente. Una delle più grandi band dei nostri tempi, spesso fin troppo sottovalutata, e spesso per fortuna. Quando il DIY significava mettere in pratica delle idee radicali e non fare delle cazzo di stampe in 3D.
Gnod. Venerdì 22 al Cox18.
La Società Psychedelica si infila nell’oscurità, con quei mutaforma del bordello chiamati Gnod, una specie rara che andrebbe tutelata come creature in via d’estinzione, ma non appena provi a chiuderli in una gabbia quelli la fanno saltare per aria.
Dag Nasty. Sabato 23 al Bloom (Mezzago).
Vedi e rivedi il discorso sul DIY di poche righe sopra. Nel 1985 da una costola dei Minor Threat nasce una band dalla vita breve e intermittente ma dell’integrità hardcore fuori discussione. Poi vabbè, con le spese condominiali a un certo punto devono farci i conti tutti quanti.
Nada Surf. Domenica 24 alla Salumeria della Musica.
Possono piacere o non piacere, a me ad esempio non piacciono affatto, ma è innegabile che i Nada Surf siano ormai una figura imprescindibile del rock americano dei giorni nostri. Tanto basta per tenerli nel cuore, dai.
Venetian Snares. Lunedì 25 al Magnolia (Segrate).
Un live di Aaron Funk è come un tiro con la roulette: può uscire un’esperienza pazzesca come una boiata imbarazzante. Il rischio però vale la candela.
Ben Seretan, Viking Moses. Martedì 26 Sotto la Sacrestia.
Credo che Ben Seretan sia l’uomo più timido, buono e pacioccone del mondo. Per questo i suoi concerti rischiano spesso di metterlo a disagio, e non è quel disagio che gli permette di registrare così belle canzoni in studio. Però il tempo passa, e pure lui avrà iniziato a smettere di tremare ormai.
Ensemble Economique, Caterina Barbieri, Jung An Tagen. Martedì 26 al Circolo Masada.
Tripletta acidissima e trasognante targata Plunge. Una roba che se non fosse di martedì sera sarebbe da dormire sui divanetti di Masada per tutto il live e per tutta la notte. E forse pure di martedì sera…
Buzzcocks. Mercoledì 27 al Legend Club.
Niente da aggiungere che mi imbarazzerei, però mi spiaceva sorvolare sui Buzzcocks.
Aidan Baker. Giovedì 28 alla Cascina Torchiera.
Aidan torna in Torchiera e già questa è una notizia da celebrare. L’ultima volta fu travolgente, e nulla porta ad escludere che stavolta andrà diversamente. Il chitarrista e fondatore dei Nadja, d’altronde, è forse la persona al mondo che ha capito meglio come accoppiare il metal e l’ambient. Un accoppiamento da cui nasce la droga.
Elio e le Storie Tese. Venerdì 29 al Forum di Assago.
L’ultimo disco davvero valido degli Elii risale suppergiù a venti anni fa, poi Feiez è morto e la band ha navigato a vista fino ad oggi. I loro concerti però continuano ad essere sold out, e difficilmente si torna a casa insoddisfatti.
Neoprene + Scrub, Dystopia, Micropoint. Sabato 30 al Circolo Masada.
In questa pimavera di ritrovata vitalità del Circolo Masada, c’è spazio pure la spensierata ghenga di Otolab che per un sabato pomeriggio invita tutti a gingillarsi con i suoi giochini rumorosi e poi in serata rende omaggio agli dei con sacrifici umani di vario genere.
Wolf Eyes. Sabato 30 Sotto la Sacrestia.
Tra rockaccio anni ‘70, noise, surf e istanze quasi free jazz, i Wolf Eyes sono una delle band di culto di questo millennio ormai iniziato da un po’. Come tutte le cult-band, è difficile tirare una linea netta tra il bene e il male nella loro produzione discografica smisurata: il modo migliore è recuperare dei tappi e mettersi in prima fila sotto al palco.