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Live & Loud (015) – dove se ne vedono di tutti i colori

Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (015) – dove se ne vedono di tutti i colori

Passata l’abbuffata della settimana dal triplo weekend, dal doppio ponte, dal multiplo concerto, è subito un nuovo fine settimana ed è un lento atterraggio verso la normalità. Le prossime sono giornate ricche di appuntamenti musicali, ma è necessario regolarsi un attimo con la qualità, anche perchè le bombe risuonate a Milano negli ultimi giorni sono di quelle che ci si ricorderà sino a fine anno.

Si inizia con calma, vicini al silenzio e ai suoni d’ambiente, quelli di Oval che si esibisce stasera da O’ accompagnato dalla performer giapponese Naoko Takata nell’ambito della rassegna di danza “Danae”. A pochi metri di distanza, al Blue Note, risuona invece la batteria del vecchio Roy Haynes, un pezzo di storia del drumming jazz.

Domani, venerdì 3, ce n’è invece di tutti i colori, letteralmente: dai fulmini aggressivi della performance audio/video di Container, Rene Hell e Laser Poodle (a Macao) al folk-metal oscuro dei rumeni Negura Bunget (al Barrio’s) fino agli arcobaleni della psichedelia 8bit di Rainbow Island e Kenobit (al Metissage) che faranno da ponte verso il futuro nebuloso del genietto digitale Hudson Mohawke (al Tunnel).

Un ventaglio ricco tanto quanto sarà ristretto quello della sera successiva, in cui i suoni sporchi spadroneggiano, tra due pilastri della scena punk bolognese (quello alcoolico della Paolino Paperino Band al Lo-Fi o l’oi! ortodosso dei Nabat al Vittoria?), le punk legend inglesi Drongos for Europe (al Ligera) una vagonata di black metal e crust dall’Italia all’est europeo: il Blackened Fest di T*28 con Human Host Body, Void Forger, Blandvargar, Lamantide. Ne segue la nottata dalle Buka che vede lo scontro tra la techno organica e techno brutale con Vladislav Delay, Nhk Koyxen e Ancient Methods.

 

Domenica si pedala in giro tutto la giornata, come spesso capita, a partire dall’abituale omaggio a Berio al Museo del ‘900 (alle 11) per passare dall’aperitivo del Magnolia in compagnia del desert-rock dei Ronin e del loro omaggio a Twin Peaks e arrivare a concludere al Birrificio La Cruda con il synth’n’sax noise di Vom Grill e Johns Lunds o all’Oca dove vanno in scena i figliocci di Little Steven: Southsid Johnny & the Ashbury Jukes.

 

Sorvolando veloci su un lunedì diviso tra l’indie folk di Persian Pelican e A Finnish Contact (al Gattò) e il rockkaccio degli Amplifier (all’Oca), si approda martedì al secondo big event del mese di maggio. A trasformare il Bloom in una sauna questa volta saranno i Motorpsycho, il cui hard-rock psichedelico in fondo vede le sue radici nei freddi sudori del nord europa, non potranno che ritrovare il clima ideale.

Si chiude mercoledì 8 di nuovo al Gattò in prima serata, con il post-punk bizzarro degli Small Prey, per poi dividersi tra l’hard-pop degli Ataris, al Lo-Fi, e la divinità del sax free-jazz Pharoah Sanders al Blue Note.

Tutto sommato, è ancora tanta roba.


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