Live & Loud (021) – dietro la lavagna niente
Posted: Giugno 12th, 2013 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: acusmonium, andy guhl, anti-flag, arabrot, bad religion, black cobra, carroponte, corleone, der mauer, el vez, fine della scuola, fukjo, gallows, jeff hanneman, kiss, live & loud, lo fi, pueblo people, sacrestia, saxon, slayer, sparkle in grey, spettro family, the lift | Commenti disabilitati su Live & Loud (021) – dietro la lavagna nienteSchool’s out for summer. E quando finiscono le scuole si ritiene che tutti i milanesi si spostino sul Trebbia o su qualche riviera per il weekend. Succede quindi che sono le serate infrasettimanali a ritrovare un po’ di brio, a discapito di fine settimana sempre più spopolati.
Questo weekend in particolare parte lentissimo, preceduto da un giovedì che praticamente offre soltanto la curiosità di vedere cosa combina El Vez, l’Elvis messicano, sul palco del Lo-Fi. E pure venerdì non è certo da grandi eventi, anzi, si incomincia con i piccolissimi ritrovi, come le strette mura di The Lift, destinate a tremare per l’everyday cracked electronics di Andy Guhl (in doppio show alle 21 e alle 22); poi si prosegue a tutto bluegrass al Carroponte (Sesto S.Giovanni), prima con i locali Johnnie Selfish and the Worried Man Band, poi con i globalissimi Hayseed Dixie e il loro karaoke blues sui grandi classici del rock.
Sabato alla Sacrestia si incrociano il noise elettronico di Fukjo e il rockaccio chitarrone dei Pueblo People, mentre dalle parti dell’elettroacustica sperimentale si muove la lunga storia degli Sparkle in Grey, in scena alla Casa in Movimento di Cologno Monzese.
Poi domenica tornano tutti dal mare ed ecco la serata che non ti aspetti, quella in cui si fa difficile pure scegliere. O meglio, fosse per me non avrei dubbi, dritto al Lo-Fi all’ultima preview di SoloMacello con un caricone di sludge e post-metal tra il fenomeno Black Cobra e la magnifica arte dei norvegesi Arabrot, però c’è tanto altro. Sempre dalle parti dell’heavy metal, ma pure dai recessi della storia, sbucano fuori i Saxon, al Factory. Sempre dalle parti dell’oscurità, ma quella più digitale, arrivano i droni horror della Spettro Family, al Ligera. Sempre dalle parti del pogo duro, ma quello più classico e pure dell’hardcore più o meno melodico, arrivano i Gallows, di scena al Live Forum (Assago) insieme a Brotherhood of the Lake, Vera Cruz, Doomsayer e Filth in my Garage.
Il giorno dopo è lunedì, il che significa sempre indie-rock al Gattò (stavolta tocca Ed e El Santo) e spesso vuol dire anche musiche acusmatiche al San Fedele, dove a questo giro si suonano Parmegiani, Yterce e Cospito; mentre il Carroponte è in versione cinematografica con la sonorizzazione live de “Il gabinetto del dottor Caligari” per mano dei Gros Balon.
La “ciccia” comunque arriva a metà settimana con due serate da fuochi d’artificio. Martedì è roba da vecchi, e non sto parlando dei Kiss (di scena al Forum di Assago) quanto dei Bad Religion, semidivinità californiano dell’hard-core, del do-it-yourself e del ribellismo che un tempo fu giovanile e che oggi si ri-butta nel pogo all’Alcatraz, aprono gli Anti-Flag. Non si poga ma c’è comunque casino pure al Carroponte (Sesto S.Giovanni) dove sbarca il carrozzone jazz-core dei Corleone, in ardita abbinata con Der Mauer, splendido progetto di musica più o meno contemporanea ad opera di Enrico Gabrielli.
Ma la grande bellezza arriva in chiusura, mercoledì, sulle ali dell’angelo della morte, quello che poche settimane fa si è portato via, in un pozzo di whisky e ragni velenosi, il buon Jeff Hanneman. E che Satana l’abbia in gloria. Pure senza Jeff, pur senza l’iper batterista Dave Lombardo, gli Slayer vanno ancora avanti con quel che gli resta, nella speranza che la dose di violenza sia rimasta la stessa. Molto più tranquilla è l’aria che si respirerà all’ora di pranzo al Politecnico (Città Studi) per l’esibizione mattutina del trio jazz Follow the Wires, o in serata al nuovo circolo Arci 75beat con un altro trio, i Dead Western e la loro cavalcata acustica per le grandi pianure americane, laddove non osano i milanesi.