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Due fari accesi nella notte (Melt Banana, leoncavallo, 17.09.10)

Posted: Settembre 27th, 2010 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , | Commenti disabilitati su Due fari accesi nella notte (Melt Banana, leoncavallo, 17.09.10)

Tutto inizia con due luci accese che fendono il buio, sono le pile frontali con cui compare sul palco la prima metà di Melt Banana, avanguardia di una notte di agitazione e rumore.
Melt Banana è un frullato noise proveniente dall’estremo oriente; sono quattro e pestano come dei dannati, almeno in tre, perchè la quarta parte è l’incantevole Yako, frontgirl, cantante ed urlatrice, che ha poco da pestare ma tanto da muoversi per connettere i fili dei riverberi dei suoi sodali.
Riverbero è il termine chiave del live dei Melt Banana, e questa volta decidono di metterlo in chiaro da subito, con quei due fari ad illuminare la notte. Nel buio più completo, salgono sul palco in due, Yako ed Ichirou Agata, e partono all’assalto del pubblico sotto il palco. Dieci minuti di rumore selvaggio: campionatori, kaoss pad e riverberi a go-go per un puro trapanamento auricolare… e quando pensi “oh, ma che e’ successo a questi ragazzi?”, ecco che Agata imbraccia la chitarra e sul palco salgono i due elementi mancanti a fornire un’intelaiatura basso&batteria che va ben oltre il solo tessuto ritmico. Ciò che ne segue è difficile da raccontare con parole: per un’ora, il salone del Leoncavallo rimbomba come mai gli era successo, il quartetto nipponico (“Melt Banana da Tokyo, Giappone” come illustra Yako nei suoi siparietti in un italiano inaspettato) triturano mezzo secolo di rock’n’roll senza troppe preoccupazioni.

E’ il 18 settembre 2010, esattamente 40 anni prima Jimi Hendrix ha lasciato il mondo dei vivi, i Melt Banana fanno parte di quella schiera di volontari che si prendono cura di far vibrare ancora la terra in cui giace Jimi. Lo fanno con stile e leggerezza, saltando a pie’ pari tra un genere e l’altro, tra il grind e il noise, tra l’hard core e un post-punk distorto e accelerato… con pochi secondi di pausa tra un pezzo e l’altro e una carica di energia costante, tanto da apprezzarne non soltanto la forza sonora ma pure quella fisica.
Dura un’ora e passa, quest’overdose di Banana, e si chiude tra gli applausi scroscianti di un pubblico fattosi più fitto col passare del tempo, come attratto dalla forza magnetica dei musicisti sul palco. Il bis è la carezza finale, come fosse uno sberleffo ai Napalm Death, i Melt Banan chiudono con un bis di 10 pezzi, tutti da 30″ o poco meno di durata, ma dovutamente introdotti uno per uno con il classico “next song is called…”.
Vorresti non finissero mai, invece sono gli ultimi 10 pezzi. Il buio iniziale non torna, ma arriva un elemento nuovo: il silenzio.
O quasi, i fischi dei Melt Banana resteranno nei timpani ancora per ore, a movimentare il sonno di chi ha la fortuna di aver assistito ad una delle migliori live band al mondo. Sperando che tornino presto ad illuminare un’altra notte.


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