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Un processo pirata

Posted: Aprile 17th, 2009 | Author: | Filed under: bandiera nera | Commenti disabilitati su Un processo pirata

 un testo che mi ero salvato da un po’… aspettando la giusta ispirazione, benche’ per parlare di pirateria le occasioni ci sono in ogni momento.

poi succede che oggi esce la sentenza di condanna a pirate bay, e allora casca a fagiuolo.

un passo tratto dal bellissimo "Canaglie di tutto il mondo", di Rediker, che a sua volta in realta’ cita la General History, a ricordare come per i pirati il processo e la relativa, ovvia, condanna (the steps and the string) fosse un’occasione come un’altra per lanciare la propria sprezzante risata in faccia ai loro governi.
la risata che li seppellira’, ça va sans dire…

… a cinquemila miglia da Londra, una banda di pirati sedeva in mezzo alle rosse mangrovie di un’isola deserta al largo della costa sud-occidentale di Cuba, meditando sulla vita, la morte, la giustizia e il sistema penale inglese. Era l’anno 1722…
… Si tenevano occupati facendo quello che normalmente facevano i marinai per passare le lunghe noiose ore in mare: ballavano, cantavano, raccontavano storie e interpretavano lavori teatrali.
Una delle loro opere preferite aveva come titolo "Finto Tribubale di Giustizia per processarsi l’un l’altro per Pirateria".
… La notizia di questa rappresentazione alla fine arrivava dai Caraibi a Londra, fino al capitano Charles Johnson, che l’includeva nella sua "General History of the Pyrates"…
Johnson, universalmente considerato un cronista attendibile, insisteva sull’autenticita’ della rappresentazione: "Questo e’ il processo esattamente come mi e’ stato formulato; l’intento che mi muove nel descriverlo e’ solo quello di mostrare come queste persone possano motteggiare su cose per le quali dovrebbero invece tremare di paura e terrore". Il che e’ precisamente cio’ che rende la rappresentazione tanto importante per noi: mostra la capacita’ del pirata di ridere in faccia alla propria stessa morte.

La rappresentazione ha inizio, e l’aula e’ pronta.

PUBBLICO MINISTERO: A vostra Signoria piacendo, e a voi signori della Giuria, qui davanti a voi e’ un Tizio che e’ un tristo Cane, davvero un tristo Cane; e spero umilmente che vostra Signoria lo condannera’ a essere impiccato immediatamente all’Istante. Egli ha commesso Pirateria in Alto Mare, e noi proveremo, a vostra Signoria piacendo, che questo Tizio, questo tristo Cane qui davanti a voi, e’ sfuggito a mille Uragani, e ancora e’ giunto salvo a terra quando la Nave e’ stata spazzata via, il che e’ un segno certo che non era nato per morire annegato; e tuttavia non avendo il Timore della Forca davanti agli Occhi, ha continuato a rapinare e depredare Uomini Donne e Bambini, saccheggiando i Carichi Navali avanti e indietro, incendiando e affondando Navi, Brigantini e Barche, come se il diavolo fosse stato in lui. Ma non e’ tutto, mio Signore, egli ha commesso Malvagita’ peggiori di queste, e noi proveremo che si e’ reso colpevole di bere Birra Leggera, e vostra Signoria sa bene che non e’ mai sobrio se non chi e’ un Mascalzone. Mio Signore, avrei dovuto parlare molto meglio di come ho fatto, ma e’ che, come vostra Signoria sa, il nostro Rum e’ finito, e come puo’ un uomo parlare bene di Legge se non ha bevuto un Goccio. Tuttavia, spero, vostra Signoria condannera’ il Tizio ad essere impiccato.

GIUDICE: Ascoltatemi Signore, pulcioso miserabile, Cane dall’aspetto schifoso, cosa avete da dire per non essere immediatamente accalappiato e messo ad arrostire al sole come uno Spaventapasseri? Vi dichiarate colpevole o innocente?

PRIGIONIERO: Innocente, a vostra Adorazione piacendo.

GIUDICE: Innocente! Ditelo ancora, Signore, e vi faccio impiccare senza alcun Processo.

PRIGIONIERO: A vostra Adorazione piacendo, io sono un povero Tizio onesto, mio Signore, come chiunque e’ mai andato da Prua a Poppa di una Nave, e so fare varie cose, terzarolare e timonare, e congiungere i due capi di una Gomena, come chiunque ha mai attraversato l’Acqua salata; ma sono stato preso da un certo George Bradley [nome di colui che interpreta il giudice, nda], noto Pirata, un tristo Mascalzone come nessuno scampato alla Forca, e lui mi ha costretto, a vostro Onore piacendo.

GIUDICE: Rispondetemi, Signore, da chi volete essere giudicato?

PRIGIONIERO: Da Dio, e dal mio Paese.

GIUDICE: Dal Diavolo, invece. Allora, signori della Giuria, penso che non abbiamo altro da fare che andare al Giudizio.

PUBBLICO MINISTERO: Giusto, mio Signore; perche’ se il Tizio viene lasciato parlare, potrebbe riuscire a giustificarsi, e questo e’ un Affronto alla Corte.

PRIGIONIERO: Vi prego, mio Signore, spero che vostra Signoria vorra’ considerare…

GIUDICE: Considerare! Come osate parlare di considerare? Signore, io non ho mai considerato in tutta la mia vita. Considerare e’ Tradimento.

PRIGIONIERO: Ma spero che vostra Signoria voglia ascoltare qualche ragione.

GIUDICE: Avete sentito come ciancia questo Brigante? Cosa c’entra qui la Ragione? Dovete sapere, Canaglia, che noi non stiamo qui seduti per sentire Ragione, noi andiamo secondo la Legge. E’ pronta la cena?

PUBBLICO MINISTERO: Si’, mio Signore.

GIUDICE: Allora sentitemi, voi Canaglia alla Sbarra, sentitemi, Signore, sentitemi bene. Voi dovrete patire,per tre Ragioni: Primo, perche’ non e’ opportuno che io sieda qui come Giudice e nessuno venga impiccato. Secondo, dovete essere impiccato perche’ avete una dannata faccia da impiccato. E terzo, dovete essere impiccato perche’ ho fame, e dovete sapere, Signore, che questo e’ il Costume, quando la Cena del Giudice e’ pronta prima che il processo sia finito, il Prigioniero deve essere impiccato, e’ Ovvio. Questa e’ la legge per voi, Cane. Carceriere, portatelo via.


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