indice . . .

MayDay007 – I. Rassegna Stampa

Posted: Maggio 4th, 2007 | Author: | Filed under: alfabetica, succede che... | 2 Comments »

!– @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –>

un po' di rassegna stampa sulla mayday007 prima di buttare qualche visione mia personale… e di riportarne altre dall'interno della parade, che poi e' fondamentale per tenere la narrazione nelle mani dei protagonisti e non lasciarla alle mani dei media, ma manca il tempo :)

ma prima dell'informazione… un bel carico di disinformazione, e vai!

copia&incolla globale totale di un tot di articoli, altri li aggiungero' (e invito ad aggiungerli) nei commenti pian piano che emergono. ci metto pure alcune agenzie, perche' si arriva a dei particolari davvero (tristemente) esilaranti [*].

 

[*] Riguardo a questi particolari si legga su tutte quel gioiello che e' l'agenzia di Apcom del primo maggio, poi ripresa con un becero copy&paste da QN e dal Corriere on-line, che riesce ad infilare una serie di imprecisioni riguardo alle quali la malafede e' l'unica spiegazione: su tutte l'accomunare alla solita tiritera “scritte pro-BR” le scritte per la liberazione di Marta, Milo, Fede e Orlando, che non hanno nulla a che vedere con quel processo ma che -soprattutto- sono su quel muro da almeno 3 anni! (ma belin, ma questi non hanno nessun rispetto di chi li legge?), per poi concludere con la A cerchiata “simbolo degli autonomi”…

[ps] l'ultima nota prima del pastone e' per rimarcare il solito equilibrismo sbilenco di rifondazione: con Farina che attiva l'ufficio stampa e ci mette la sua voce per prima a rispondere alle polemiche, e con Liberazione che se ne esce con un articolo bello e lusinghiero (come bella e' stata le scelta di Liberazione e Manifesto di diffondere tarocchi e city of gods), ma e' un articolo che lascia un profondo fischio nelle orecchie dato dall'assoluto silenzio sul governo Prodi, il loro governo.

 

1 maggio – Ansa

PRIMO MAGGIO: MILANO; PARTITA EURO MAYDAY PARADE 2007
(ANSA) 15,21 – MILANO, 1 MAG – E' partita a Milano da piazza XXIV Maggio la Euro Mayday Parade, manifestazione del Primo Maggio contro il precariato, la guerra, e la concertazione fra governo, datori di lavoro e sindacati confederali. La manifestazione e' aperta da una quindicina di Tir trasformati in carri allegorici, ognuno su un tema diverso inerente al mondo del lavoro. Il corteo, al quale partecipano migliaia di manifestanti soprattutto giovani, e' aperto da un autoarticolato dei lavoratori autogestiti del Teatro alla Scala. L'iniziativa e' all'insegna della festa, fra musiche, canti etnici, canzoni partigiane e musica rock e degli anni '60. Sono presenti, fra gli altri, i coordinatori nazionali della confederazione unitaria di base (Cub), Piergiorgio Tiboni e Walter Montagnoli, realta' di lavoratori autorganizzati e centri sociali.
PRIMO MAGGIO: CONCLUSA MAYDAY PARADE, PER CUB IN 100 MILA
(ANSA) 18,58 – MILANO, 1 MAG – La Euro Mayday Parade 2007 sui temi del lavoro si è conclusa con l'arrivo di ben 16 autoarticolati in piazza Castello dopo essere partita da piazza XXIV Maggio e aver percorso il centro di Milano. La manifestazione si è trasformata in una festa fra musica e balli. Secondo gli organizzatori, prima fra tutti la Confederazione unitaria di base (Cub), hanno preso parte al corteo circa 100 mila persone mentre la Questura parla di 6-7 mila partecipanti.

1 maggio – APcom
FESTA DEL 1° MAGGIO
Centomila a Milano, scritte per le Br

Milano, 1 maggio 2007 – Centomila persone, secondo gli organizzatori, hanno partecipato oggi pomeriggio al MayDay di Milano, la manifestazione-happening organizzata da sindacati autonomi, come la Cub, e centri sociali in nome della tutela del lavoro precario. Il corteo, arrivato alla settima edizione, si è svolto contemporaneamente in tredici città e si è concluso in piazza Castello. A Milano, all'inzio e alla fine del percorso, sono comparse scritte pro presunti Br. In via De Amicis, non lontano dal punto di concentramento del corteo, è stato scritto in spray nero e firmato con una stella dello stesso colore "Solidarietà al Gramigna", il centro sociale di Padova sotto stretta osservazione. Nelle vicinanze sono state poi state affisse e distribuite copie della lettera inviata dal carcere di Opera da Davide Bortolato, accusato di appartenere alle Br, al sito 'Soccorso rosso internazionale'. Alla fine, all'altezza del numero civico 6 di piazza Castello è poi stato scritto in spray rosso "Milo, Marta, Orlando e Fede liberi" e, in nero, "Milo free", alludendo a persone arrestate nell'ambito di operazioni antiterrorismo. Sempre sugli stessi palazzi si è letto ancora, firmato con falce e martello, "fuori i compagni!". "Liberi tutti!" scritto in rosso. Poco prima, dietro l'angolo, è stata disegnata in bianco una 'A' cerchiata, il simbolo anarchico preso in prestito anche dagli autonomi. Lungo il percorso, durante il quale sono stati esplosi dei petardi, si è letto anche "libertà per gli antifa" e la stessa espressione, antifa è stata usata anche come sigla di altre scritte.
Il corteo è stato accompagnato da diversi graffiti e scritte con spray, opera a volte di ragazzi che hanno coperto il viso con fazzoletti scuri. Il loro lavoro è però sembrato sganciato dalla manifestazione, che si è svolta senza apparente tensione con un controllo da parte delle forze dell'ordine, Digos, Polizia, Carabinieri, che è parso contare più sull'intelligence che sullo spiegamento massiccio di forze. "Non è un reato – ha commentato Piergiorgio Tiboni, segretario Cub e tra gli organizzatori della manifestazione – chiedere che qualcuno venga liberato, se si ritiene sia innocente. Dopodiché se ci sono armi, è giusto che la magistratura indaghi. Sarebbe meglio che questi episodi non venissero strumentalizzati per togliere valore alla manifestazione". La manifestazione, preparata con qualche sforzo creativo, è stato accompagnata da 23 camion, attrezzati con striscioni, con scritte e riproduzioni di 'San Precario', musica, volantini e bar itineranti. Alla manifestazione, che ha anche coinvolto i temi del conferimento del tfr ai fondi e dell'immigrazione, hanno partecipato diverse categorie di precari, dai lavoratori dei call center a quelli del Teatro alla Scala, dai dipendenti a contratto comunali e regionali ad alcuni giornalisti che hanno confezionato una simulazione di un giornale di free press, con la testata City of Gods, con testi giornalistici e alcune parodie di pubblicità.

2 maggio – Ansa
PRIMO MAGGIO: MAYDAY PARADE; LUNGO CORTEO CONTRO PRECARIATO CLIMA FESTA MA ANCHE SCRITTE PRO PRESUNTI BR E CONTRO TRONCHETTI

(ANSA) – MILANO, 2 MAG – La Mayday Parade del Primo Maggio a Milano è stata, come negli anni precedenti, una grande manifestazione centrata in primo luogo contro il precariato, con molte migliaia di partecipanti: 100 mila secondo gli organizzatori, 6-7 mila secondo la Questura, nel corteo che ha attraversato il centro di Milano. Clima complessivamente sereno, macchiato però da una serie di scritte tracciate su edifici e vetrine di banche: una contro Tronchetti Provera, altre in solidarietà ai presunti brigatisti arrestati il 12 febbraio scorso, con distribuzione di volantini-fotocopia di una mail diffusa da un presunto brigatista in carcere. Episodi dai quali gli organizzatori hanno preso le distanze. Parole d'ordine contro il governo, accusato di essere del tutto assente sul tema del lavoro mentre il precariato è esploso in mille forme: questo, in sintesi, il leit-motiv della Euro Mayday Parade. Il 'popolo dei contratti a progettò, delle 'finte partite Iva', degli interinali e dei contratti a termine ha reclamato urgenti provvedimenti legislativi e soprattutto un lavoro stabile e ben retribuito, la continuità del reddito (in altre parole il sussidio di disoccupazione per chi non ha o non ha più il lavoro). Il corteo, al quale hanno preso parte ben 16 autoarticolati allestiti come carri allegorici a tema, e con tanti giovani, pensionati e immigrati, è partito dal piazzale di Porta Ticinese per arrivare in piazza Castello. Le scritte filo-brigatiste e contro Tronchetti sono state tracciate fra l'altro sulle vetrine di alcune banche e su un paio di bancomat, che risultano danneggiati. In particolare una scritta tracciata con vernice nera 'Solidarietà al Gramignà, con una stella a fianco, è apparsa sul muro di un palazzo in via De Amicis. Daniele Farina, deputato del Prc, ha sottolineato che «sui temi del lavoro c'è un grave ritardo nell'azione del Governo, e la piazza lo testimonia». Più duri i coordinatori nazionali della Cub, Piergiorgio Tiboni e Walter Montagnoli: «la situazione peggiora di giorno in giorno mentre l'esecutivo non fa nulla e non abolisce, come promesso, legge Biagi e Pacchetto Treu: questa non è una passeggiata, ma una lotta seria per mettere al centro i diritti del lavoro».

2 maggio – Carta
Centomila persone anche quest'anno hanno sfilato, ballato e cantato per le strade di Milano, urlando e protestando contro la condizione precaria del lavoro e della vita. Il carnevale milanese si ripete al grido di «Mayday!Mayday!» che, col passare degli anni, non è più un grido spaventato di aiuto, ma un urlo di consapevolezza e di voglia di cambiare. «Dai precari piagnoni del 2001 ai precari d'assalto del 2007!» urla un ragazzo dal carro. Ed è proprio così: precari sono e forse resteranno, ma la Mayday 2007 ha avuto una marcia in più rispetto agli scorsi anni, un miglioramento che l'accompagna di volta in volta. C'è il signore che sfila sui trampoli, per dimostrare come si sente ogni giorno quando va al lavoro: traballante. C'è una signora con un cartello al collo che dice «scado il 3 maggio». C'è il tradizionale carro dei lavoratori autorganizzati del teatro alla Scala e dei precari dello spettacolo. E poi c'è il carro principale, quello a cui un pò più che ad altri è dedicata la Mayday di quest'anno: i giornalisti. Si denuncia il fatto che, ad esempio, nella holding che controlla il Corriere della sera, Rcs, tre quarti degli articoli provengano da giornalisti precari e senza contratto. Ma il vero grido d'allarme per l'informazione arriva dai freelance, che denunciano il loro malessere [«Informare e NON essere, questo è il freelance»], e dicono di sentirsi come prodotti sul banco di un supermarket, come fantasmi nel mondo del lavoro. Anche quest'anno, non sono mancati i gadget: un mazzo di «Tarocchi della Precariomanzia», da raccogliere lungo il percorso del corteo, suddivisi in quattro livelli di difficoltà, il più difficile dei quali è il Tarocco XXI, Il Reddito. Un altro carro si è fatto notare: quello dei cittadini che non vogliono più farsi chiamare immigrati. Persone di varie nazionalità hanno urlato di essere italiani, di sentirsi italiani e soprattutto di lavorare per l'Italia e per il suo benessere. Una sola richiesta, a gran voce: uguali leggi e uguali diritti. Sono arrabbiati e delusi dalle parole della sindaca Letizia Moratti, che nell'ultimo periodo non ha fatto molto più che parlare di «zone franche da sgomberare». Mai. Nemmeno per distinguere fra «buoni e cattivi», soprattutto quando parla di quella ChinaTown milanese che tanto ha sconvolto l'opinione pubblica in queste settimane. Ecco quindi che da un carro spunta un bimbo cinese che sorride, appena sotto di lui due bandiere: una cinese e una italiana. Sono queste le zone franche di cui tanto si ha paura?

Come ogni anno, dopo i carri e i gadget, sfilano immancabili «le polemiche per il futuro». Quest'anno arrivano da Onorio Rosati, segretario generale della Camera del lavoro di Milano, il quale ha fatto un appello affinché nel futuro si possa fare una sola manifestazione del primo maggio milanese e non due [quella dei sindacati al mattino e la Mayday al pomeriggio]. Non che nel corteo mancassero bandiere o sindacati [i Cub in prima linea], ma se si continua a trattare i precari come presenze oscure, che si manifestano per le strade in un pomeriggio assolato, e non si prova a parlare con loro direttamente, non dalle radio o dai giornali la mattina del primo maggio, forse per il corteo comune qualcuno non è ancora pronto…

Michela Chimenti [Precaria]


2 maggio 2007 – Corriere.it
Le manifestazioni per il Primo Maggio a Milano
Doppio corteo per la sicurezza e i precari

Nessun problema di ordine pubblico, ma alla Mayday sono apparse scritte pro-Br. Rosati: «Una giornata per ricordare le morti bianche»
Milano – Centomila persone, secondo gli organizzatori (6-7 mila secondo la Questura), hanno partecipato alla Mayday parade a Milano, la manifestazione – happening organizzata da sindacati autonomi, come la Cub, e centri sociali in nome di maggiori tutele per i lavoratori precari. Il corteo, arrivato alla settima edizione, si è svolto contemporaneamente in tredici città e si è concluso in piazza del Cannone. Una manifestazione allegra e ordinata, rovinata però da alcune scritte pro-Br (e una contro Tronchetti Provera) comparse sui muri all'inizio e alla fine del percorso. In via De Amicis, non lontano dal punto di concentramento del corteo, è stato scritto in spray nero e firmato con una stella dello stesso colore «Solidarietà al Gramigna», il centro sociale di Padova coinvolto negli arresti di presunti brigatisti a febbraio. Nelle vicinanze sono state state affisse e distribuite copie di una lettera spedita dal carcere di Opera da Davide Bortolato, accusato di appartenere alle nuove Br. In piazza Castello è poi stato scritto in spray rosso «Milo, Marta, Orlando e Fede liberi» e, in nero, «Milo free», alludendo a persone arrestate. Sempre sugli stessi palazzi, firmato con falce e martello, «Fuori i compagni!» e «Liberi tutti!», scritto in rosso.
VOLTI COPERTI – Sulla vetrina di un McDonald's è apparso il simbolo della A cerchiata, spesso utilizzato dagli autonomi. Sono stati notati alcuni ragazzi con il volto coperto o incappucciati scrivere queste frasi alternate a sigle. Sono stati anche distribuiti volantini dell'Associazione parenti e amici degli arrestati del 12 febbraio 2007 di «solidarietà a tutti i compagni prigionieri». Sugli episodi indagano gli agenti della Digos. Partecipanti e organizzatori hanno preso le distanze: «Queste scritte non c'entrano nulla con la manifestazione – ha detto Daniele Farina, deputato del Prc e storico portavoce del centro sociale Leoncavallo -, lo può capire a occhio nudo chiunque sia qui». Il coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base, che ha inventato la Mayday, Piergiorgio Tiboni, ha sottolineato: «Non bisogna fare strumentalizzazioni, oggi la giornata è stata per dire no al lavoro precario e mal pagato. Se qualcuno ritiene che chi è in prigione sia innocente non commette un reato a scriverlo, come è altrettanto vero che non sono più i tempi delle Br. Comunque è chiaro che in assoluto noi siamo contrari a ogni forma di violenza».
MUSICA E PRECARI – Ma come si diceva la manifestazione si è svolta senza tensione, con un massiccio – ma dicreto – controllo da parte delle forze dell'ordine. «Non è un reato – ha detto Piergiorgio Tiboni, segretario Cub e tra gli organizzatori della manifestazione – chiedere che qualcuno venga liberato, se si ritiene sia innocente. Dopodiché se ci sono armi, è giusto che la magistratura indaghi. Sarebbe meglio che questi episodi non venissero strumentalizzati per togliere valore alla manifestazione». Il corteo è stato accompagnato da 23 camion, attrezzati con striscioni, con scritte e riproduzioni di «San Precario», musica, volantini e bar itineranti. Temi di slogan e striscioni: il conferimento del tfr ai fondi e l'immigrazione. Hanno partecipato diverse categorie di precari, dai lavoratori dei call center a quelli del Teatro alla Scala, dai dipendenti a contratto comunali e regionali ad alcuni giornalisti che hanno confezionato una simulazione di un giornale free press, con la testata City of Gods, con testi giornalistici e parodie di pubblicità.
SINDACATI – La manifestazione ufficiale è partita invece intorno alle 10 dai Bastioni di Porta Venezia. Cinquemila persone hanno sfilato lungo le vie del centro fino ad arrivare in piazza Duomo, dove i segretari generali di Milano di Cgil, Cisl e Uil, Onorio Rosati, Fulvio Giacomassi, e Walter
Galbusera, hanno tenuto i comizi conclusivi. Poco prima dell'arrivo in Duomo, all'altezza di piazza Santo Stefano, una parte dei manifestanti di Lotta comunista si sono staccati dalla manifestazione per tenere dei comizi separati. Tema della manifestazione la sicurezza sul lavoro e i diritti, la legalità e lo sviluppo. Slogan: «L'Italia parte dal lavoro». Onorio Rosati ha chiesto che «si faccia qui a Milano e subito una grande manifestazione nazionale per la tutela della sicurezza sul lavoro» perché maggior sicurezza «significa lotta al lavoro nero, precario e irregolare». Altri problemi su cui ha posto l'accento Rosati sono stati quelli del reddito da lavoro e da pensioni che hanno perso potere d'acquisto e «per questo chiediamo che vengano rinnovati al più presto i contratti nazionali aperti e per i pensionati che si individuino meccanismi di rivalutazione delle pensioni e politiche fiscali di vantaggio». Sulla previdenza Rosati ha chiesto che «venga abrogata la riforma Maroni e che si completi la riforma Dini. Non si può far cassa con le pensioni».
MEMORIA DEI CADUTI – Dal palco di piazza Duomo è stata anche avanzata una richiesta al Parlamento, ovvero di istituire una giornata della memoria per i caduti sul lavoro, assieme alla proposta di organizzare al più presto «una grande manifestazione nazionale, di Cgil-Cils-Uil, per la tutela della salute e della sicurezza». I tre leader sindacali milanesi, sottolineando il triste primato della Lombardia negli infortuni mortali, hanno sollecitato la rapida approvazione del nuovo testo unico in materia di sicurezza.

2 maggio – comunicato della CUB
Più di 100.000 persone a Milano hanno sfilato con la Confederazione Unitaria di Base, la Precariomanzia di Chainworkers. Quasi 6 kilometri di carri, risciò, biciclette, musica e teatro di strada. Grande unità tra studenti, lavoratori e precari. Spettacoli fino a tarda notte
EURO MAYDAY PARADE 007: LA PIU' GRANDE MANIFESTAZIONE PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA. SI PASSA DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA
Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale CUB: "E' anche un grande successo politico, La Mayday Parade si conferma la più importante iniziativa del 1° Maggio. Ora continuiamo con l'azione di contrasto alla precarietà che include la proposta per l'integrazione al reddito e soprattutto l'eliminazione dei 40 rapporti di lavoro possibili a 3 o 4 che garantiscano a tutti pari diritti e pari tutele. Prendiamo atto che il governo non ha mosso un dito finora".
La CUB, Confederazione Unitaria di Base, insieme a Chainworkers, ideatori fin dall'edizione del 2001 della Mayday Parade, ha chiamato a raccolta tutti i precari, gli studenti e i lavoratori non precari per la sesta edizione della MaydayParade che quest'anno ha compreso anche circa 20 città europee e molte città italiane tra cui Firenze, Napoli Palermo l'Aquila . Per l'EuroMaydayParade007, davvero europea, a Milano hanno sfilato almeno 100.000 persone tra lavoratori a tempo indeterminato, precari, parasubordinati a tempo pieno, a part-time, a termine, in apprendistato, in cooperativa, in subappalto e giovani e meno giovani per protestare contro la precarietà lavorativa e
sociale.

"Avevamo annunciato oltre 100.000 persone afferma Walter Montagnoli, uno dei coordinatori nazionali della CUB tra gli inventori e promotori, insieme a Chainworkers, della Mayday Parade – che sono arrivate 100.000 nonostante la partecipazione di tante altre città italiane ed europe e il lungo ponte: il corteo con carri tematici, risciò, biciclette, mini-bar semoventi, soundsystem teatranti di strada ha creato nel pomeriggio un serpentone lunghissimo e compatto. Nessun disordine nonostante quanto volessero far credere. Il punto vero è che noi abbiamo ritrovato il vero senso del 1° maggio che è un giorno di lotta: ci siamo radunati per batterci non solo contro la precarietà ma anche contro la progressiva perdita dei diritti nel lavoro, smentendo tutte le chiacchere sulla perdita di senso del 1 Maggio. Durante il lungo corteo-serpentone partito alle 15,00 da piazza XXIV Maggio il clima era quello di una festa in cui si ribadisce con forza la volontà di non rinunciare ai propri diritti".
E' un fatto incontestabile -sottolinea Piergiorgio Tiboni, – si è trattato della più importante manifestazione per il Primo Maggio che si è tenuta in Italia. La mobilitazione di tante persone tra cui la novità di quest'anno è la partecipazione di migliaia di studenti delle superiori e delle università – continua Tiboni – dà la misura dei bisogni e della partecipazione alle lotte per una profonda modifica della politica economica e contro il lavoro precario. Tutte queste persone chiedono un sostegno economico per chi non ha lavoro o ha pensioni insufficienti, sollecitano prezzi calmierati per alcuni servizi fondamentali quali i trasporti, il sapere, scuola, biblioteche e università e una diversa politica della casa. E' importante – ha sottolineato ancora Tiboni- che qualcuno non rinunci all'idea di difendere i lavoratori mentre si stanno distruggendo pian piano i cardini necessari a una vita dignitosa: in una situazione di degrado nella quale aumentano precariato e disoccupazione la Mayday Parade, ha di nuovo puntato i riflettori sulla vita difficile di una generazione che si trova ad essere senza diritti ed è condannata alla precarietà lavorativa ed esistenziale oggi ed a un futuro incerto e senza copertura sociale e pensionistica domani. Ma ha anche sottolineato che il problema sta coinvolgendo tutti. E infatti abbiamo visto l'unità tra lavoratori, precari e studenti".
L'EuroMayDay Parade 007 è stata una giornata di lotta e non solo di festa -sottolinea ancora Montagnoli – e il successo crescente è dovuto al nostro essere alternativi alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil, i sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori e che invece, attraverso le politiche concertative hanno partecipato alla creazione di questa grave e insostenibile situazione. La manifestazione di Cgil Cisl e Uil è sempre più vuota di contenuti ed questo il motivo per cui riscontra tanta difficoltà di partecipazione – continua Montagnoli – ci rivolgiamo anche all'Unione da cui i precari non hanno avuto finora nessuna risposta: La nostra piattaforma sulla quale lottare è chiara: vogliamo garanzia di reddito, contributi sociali e ferie, diritto di autorganizzazione sindacale
dei precari e fine della discriminazione tra chi è precario e chi no, tra chi è part-time e chi è full time, accesso sussidiato alla cultura, alla formazione, alla casa, alla sanità e ai servizi sociali di base, accesso al credito, limitazione del lavoro festivo e notturno, della turnazione e delle
mobilità selvagge. In Italia -sottolinea ancora Montagnoli – la precarietà è stata introdotta in modo massiccio col pacchetto Treu, rafforzata dalla legge 30 e avallata in tutti i modi da cgil cisl uil, con accordi firmati in tutte le sedi. La lotta alla precarietà lavorativa e sociale che costituisce elemento
centrale della May Day Parade si salda all'iniziativa contrattuale, a quella di lotta, alle proposte di legge regionali e nazionale per precari, lavoratori licenziati, in cassa integrazione o mobilità, disoccupati e pensionati sostenuta dalla Cub".
"Il messaggio per l'Unione è dunque chiaro e limpido -incalza ancora Piergiorgio Tiboni – chiediamo l'abolizione della legge 30 e del pacchetto Treu; chiediamo la centralità del rapporto a tempo indeterminato; e l'applicazione della contrattualizzazione per il lavoro autonomo solo ai veri
professionisti e agli imprenditori. Vogliamo la riduzione dei 40 rapporti di lavoro possibili a 3 o 4 che garantiscano a tutti pari diritti e pari tutele. Tra le altre nostre richieste mi preme sottolineare il sostegno e l'integrazione al reddito dei precari, dei lavoratori in cassa integrazione o in mobilità e dei pensionati al minimo sia attraverso un contributo economico che con la riduzione o la gratuità dei servizi pubblici".

L'appello dei giovani precari ha chiamato a raccolta tutte le persone coinvolte nella precarietà di vita e non solo di lavoro. La vita precaria coinvolge i lavoratori in cassa integrazione, i licenziati, le madri single-lavoratrici, i pensionati, gli studenti, i disoccupati, i forzati e le forzate del part-time. .Insomma la vita precaria coinvolge ormai moltissime figure: anche i giovani e le donne disoccupati, i lavoratori intermittenti, gli studenti, gli stagisti, i migranti, i lavoratori a contratto, gli ex co.co.co e i co.co.pro, tutti i contorsionisti della flessibilità.
"Ora i sopravvissuti della precarietà intendono difendere i propri diritti collettivi e sociali e richiederne di nuovi – conclude Montagnoli – Nessuno vuole essere condannato allo stesso lavoro a vita. Ma nessuno vuole passare tutto il tempo a preoccuparsi di come sbarcare il lunario, quando già sta facendo infiniti lavori diversi. Ecco allora le proposte sul reddito diventano fondamentali mentre si studia un modo per uscire da questo meccanismo perverso che affossa anche l'economia e non favorisce lo sviluppo. Ne parlano ormai persino gli economisti, non solo noi del sindacato di base e i precari".
Manualetti, cartoline, spille, cd, ciabatte e altro ancora ma soprattutto una visione ampia delle tattiche, delle esperienze, delle astuzie che i precari e le precarie adottano per combattere la precarietà. L'informazione è importante ma non è sufficiente. Capire come (re)agire, con quali criteri, attraverso quali strumenti – tradizionali ed innovativi – e fondamentale. Il pauroso svilimento che ha colpito il reddito, le tutele sociali e i diritti in generale e un frutto originale e velenoso che costringe i precari/e, i lavoratori e le lavoratrici, tutte le persone, a ripensare complessivamente le forme del conflitto, le relazioni attraverso le quali esso si propaga e le rivendicazioni utili a invertire una tendenza che vede la nostra vita inchinarsi, in ogni suo momento, alle esigenze delle imprese. Se le strategie delle imprese cambiano e necessario mutare anche le nostre. Nessuno, né a destra né a sinistra, ti regalera mai niente. Parlare di reddito, di affetti, di saperi, di mobilita' e di territori significa parlare di conflitto.

 

3 maggio – Il Manifesto
Milano Alla parata dei precari si divina il futuro e si consultano i tarocchi
Pesca la carta e ti dirò chi sei 100 mila alla Mayday parade

di Sara Farolfi
Milano – Il futuro? Alla Mayday si legge destino. E per conoscerlo si consultano gli «arcani» della precariomanzia gratuita. Pochi scampoli di speranza, però, per i centomila precari che ieri hanno sfilato lungo il centro di Milano. Hai tra le mani la «papessa», donna in pettorina rosa che simboleggia il diritto alla casa, agli affetti, al tempo e al sesso? Allora c'è da sperare di trovare subito il «santo». E il destino promette una maternità desiderata con i contributi pagati. Alla sua settima edizione, meno partecipata – notano in molti – almeno per quanto riguarda alcune delle sigle della cosidetta sinistra radicale, la parata precaria milanese continua ad intercettare comunque un «bottino goloso». Decine di migliaia di giovani e giovanissimi che vivono la precarietà come condizione esistenziale. Del lavoro e degli affetti. Diffidano della rappresentanza, politica e sindacale, e rivendicano il loro protagonismo. Inutile dire a che santo sono votati. Eccola la Mayday, precaria pure lei a soli sette anni, nel suo carnevalesco procedere tra il serio e il faceto. A ciascuno il suo arcano. Gli autorganizzati dello spettacolo, i giornalisti «creAttivi» e gli ormai storici precari della Scala, che aprono la colorata sfilata, esibiscono l'«appeso». Quello che attende il rinnovo del contratto, o il pagamento del lavoro svolto sei mesi prima. «Il più precario dei precari», al quale l'unica speranza può arrivare dalla «telefonista». In maglietta rossa, si presentano le «Winders», lavoratrici (e qualche lavoratore) del call center Wind di Sesto San Giovanni, di recente esternalizzati ad Omnia. Una trentina di loro al corteo. Contratto a tempo indeterminato, raccontano, «ma il nostro lavoro – è legato ora a una commessa da cui Wind potrebbe recedere in ogni momento». E con Omnia – dice – «ci sono già problemi con l'accredito degli stipendi». Sullo scorcio di piazza Duomo, come di consueto, san Precario intona «o mi bela madunaina, che sta mai hands in hands». «L'ambiente va tutelato a tempo indeterminato» dicono i precari dell'Arpa, che per l'occasione è diventata l'«agenzia regionale dei precari dell'ambiente». Vicini, i precari del Comune di Milano. La «catena» è il loro arcano, «quella che ti lega al lavoro, agli schedari, all'ufficio…». A proposito di Comune, immancabili i commenti del vice sindaco Riccardo de Corato. Per lui è una «spray parade», vede solo le scritte comparse su alcuni muri in solidarietà agli arrestati del 12 febbraio scorso e al centro sociale Gramigna. Ma mai come quest'anno la Mayday è filata via come una grande festa. Qualche centro sociale esibisce l'«immobile», temibile arcano che «se accompagnato dalla Macchina, può simboleggiare le ruspe che abbattono il centro sociale». Dietro, il carro dei migranti, «cittadini di fatto» si definiscono, quest'anno con l'inedita presenza di qualche cinese. A chiudere la parata, i sindacati autonomi Cub e SdL. Mario esibisce il suo cartello: «Sono a tempo determinato, scado il 3 maggio». Gran finale, come sempre, al castello Sforzesco tra musica e balli in piazza. Difficile da cogliere in una parola, la parata che fa della sua molteplicità e irriducibilità agli schemi della rappresentanza la propria ragione d'essere. Per l'anno prossimo, sentita la cartomante, si spera nel jolly.

3 maggio – Il Giornale
Stelle a 5 punte e slogan sui muri I centri sociali lasciano il «segno»

Milano – La scritta su cui tutti hanno puntato l'attenzione durante l'edizione di quest'anno del «Mayday parade» -, la sfilata pomeridiana organizzata dai Cub (Comitati unitari di base) e dai centri sociali il Primo maggio per le vie della città a sostegno del precariato – è quella nera, enorme, apparsa, qualche minuto prima delle 16, sui grandi muri tinteggiati di fresco di via Edmondo De Amicis 15, proprio a ridosso della chiesa ortodosso romena. La solita, minacciosa stella a cinque punte siglava la frase «Solidarietà al Gramigna», il centro sociale padovano dove hanno militato e operato alcuni dei nuovi brigatisti arrestati di recente dalla Digos di Milano. In realtà le scritte – ma anche i partecipanti – quest'anno sono stati molto meno rispetto a quelli delle precedenti e ben più agguerrite edizioni del «Mayday parade». Poco più di 5mila persone e una trentina di camion e autocarri allestiti, tra ragazze che ballavano scatenate strette in tutine rosa e la solita musica a palla, hanno movimentato la giornata prendendo di mira le solite banche, i bancomat e i fast food. La scritta con la stella a cinque punte si è contesa il premio del cattivo gusto con lo slogan «Provera muori» lasciato sui vetri della Banca Intesa di via Torino (davanti alla quale sono stati lanciati anche dei petardi) e con «Morte-disgrazia», il messaggio apparso sulle vetrine della concessionaria Bmw di via De Amicis. Per il resto i soliti «Fuoco alle banche», «Solidarietà ai compagni arrestati», «Fuori i soldi».

«Le denunce scattate per i reati commessi in occasione del corteo del 25 aprile fanno ben sperare che si arrivi allo stesso esito per quello del recente primo maggio, – ha detto ieri il vicesindaco Riccardo De Corato – in modo da portare in tribunale i presunti responsabili, come è accaduto per la Mayday Parade di due anni fa. Per quell'episodio, infatti, si arrivò al rinvio a giudizio di 28 partecipanti, tra cui il leader no global Luca Casarini». «Per ore il centro di Milano è stato ostaggio di queste persone che hanno trasformato la Mayday Parade in una Sprayday Parade.- conclude il vicesindaco -. Sulle centinaia di scritte apparse sui muri degli stabili giungerà alla Procura della Repubblica un rapporto da parte del nucleo radiomobile dei vigili urbani come notizia di reato».

 

3 maggio – Liberazione
In piazza i lavoratori in lotta e molti migranti
MayDay, atto 7: 60mila a Milano San Precario a suon di musica

Francesco Purpura
Milano – Per la settima volta consecutiva la mayday parade milanese sfila per le vie della città portando in piazza decine di migliaia di precari. Cinquanta, sessantamila giovani (e non) hanno riempito le strade di Milano nel pomeriggio del Primo Maggio in una manifestazione se possibile ancor più riuscita, partecipata e colorata delle precedenti.
In contemporanea con oltre venti città europee, come ormai da tre anni a questa parte e in rete con le iniziative di Napoli, Palermo e L'Aquila, quasi trenta camion hanno scandito i suoni, le rivendicazioni e le vertenze dei precari milanesi che non si riconoscono nelle politiche concertative di Cgil Cisl e Uil.
C'erano i lavoratori della Wind di Sesto S. Giovanni, da mesi in lotta contro i processi di esternalizzazione che minano i posti di lavoro,supportati dai "cospiratori precari" di Genova del centro sociale Terra di Nessuno, gli ormai veterani "precari dello spettacolo", come sempre in cooperazione con il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, il "coordinamento degli operatori sociali" che insieme al centro sociale Pacì Paciana di Bergamo animavano un carro rosa shocking, i neo-ccupanti dell'Asso, il collettivo di studenti universitari che ha dato vita pochi giorni fa ad uno studentato autogestito impossessandosi della storica sede del Pci/Pds/Ds di Via Volturno, un camion enorme della "città di sotto", nodo sociale della costituente Sinistra Europea che appoggiandosi al
Leoncavallo ha visto la partecipazione di delegazioni da diverse città italiane e tanti altri ancora.
C'erano ovviamente anche i sindacati di base, a cominciare dalla sempre più visibile Cub, che ha riempito di bandiere tutto il percorso e che, forte del suo ruolo di co-fondatore dell'iniziativa, ha colonizzato la piazza d'arrivo della manifestazione, presenti così come le delegazioni del Sindacato Intercategoriale dei Lavoratori, con una partecipazione significativa di migranti, gestori e operatori dei phone-center che la recente legge 6 del governatore Formigoni costringe di fatto a chiudere e
che quindi ricordavano come "ci hanno fatto diventare precari per legge". E poi tantissimi piccoli gruppi, micropresenze da ogni dove a confermare, se non nei numeri sicuramente nell'estensione territoriale e nella diversità di provenienza, l'ormai consolidato superamento della mayday sul sempre più fiacco e incolore primo maggio sindacale. «E' un fatto incontestabile -ha dichiarato Piergiorgio Tiboni, – che si è trattato della più importante manifestazione per il Primo Maggio che si
è tenuta in Italia. La mobilitazione di tante persone, tra cui la novità di quest'anno è la partecipazione di migliaia di studenti delle superiori e delle università – continua Tiboni – dà la misura dei bisogni e della partecipazione alle lotte per una profonda modifica della politica economica e contro il lavoro precario».
Mayday, atto settimo quindi. Sette anni intensi, di crescita, in cui, come recita il sito di Chainworkers (www.chainworkers.org) che in questi anni ha tessuto la trama e le fila di quest'esperienza, si è passati dalla "sorpresa" di un nuovo soggetto che affermava la sua esistenza nel 2001 e 2002 al dichiarare poi la condizione sociale (e non solo lavorativa quindi) della condizione di precarietà nel 2003. E' seguita l'invasione dei cinquantamila del 2004, primo anno di moltiplicazione delle parade precarie nelle città europee e di comparsa sulla scena di quel San Precario che negli anni a venire diverrà vera e propria icona no-copy degli attivisti maydayani lungo tutto lo stivale. Proseguono il percorso storico-politico gli Imbattibili, i supereroici modi in cui nel 2005 vengono comunicate e rappresentate le diverse forme di resistere alla precarietà per arrivare infine all'anno scorso in cui, provocatoriamente, si afferma che se è 'intera vita dei precari ad esser messa in gioco allora la lotteria in cui s'è inseriti (e che viene resa parodia) è il meccanismo da inceppare per non sentirsi dire sempre e comunque "ritenta, sarai più fortunato". Quest'anno, con la collaborazione anche di Liberazione, i richiestissimi "Tarocchi precari" hanno mostrato a tutti le due facce possibili delle mille diverse condizioni precarie: sfruttamento e mancanza di diritti da un lato ma cospirazione, iniziativa e rete solidale dall'altro. E i manifestanti di Milano hanno già detto chiaramente da che parte si collocano.


2 Comments on “MayDay007 – I. Rassegna Stampa”

  1. 1 sofx said at 5:36 pm on Maggio 4th, 2007:

    Povero tronchetto… ma non รจ appena diventato precario pure lui?

  2. 2 kortatub said at 1:50 pm on Maggio 5th, 2007:

    AJuYa Complitto!!!
    http://rozzoblu.noblogs.org/post/2007/05/04/ajuya-complitto

    Bez
    Kb