Posted: Marzo 27th, 2013 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: autofestione, baby woodrose, blackmail, blob, bloom, fuzz orchestra, gordo, How Much Wood Could a Woodchuck Chuck if a Woodchuck Could Chuck Wood?, lee noble, Leighton Koizumi, lilì refrain, live & loud, O' monoton, rorcal, steven wilson, syndrome, the great saunites, thegaffas, tuona pasqua, vincenzo vasi | Commenti disabilitati su Live & Loud (010) – dove tra un tuono e l’altro c’è un blob che invade la metropoli
La pasqua arriva tonante, come d’abitudine. Ma questa volta i tuoni non sono quelli del rumore che tanto i timpani ci fa vibrar, ma sono un semplice evento meteorologico, di questa primavera più nordica che mai. Forse i tuoi sono i passi dei giganti che si allontanano dalla città, fatto sta che questa che arriva è un pasqua silente e spopolata. Che pure col rumore è introdotta, sia ben chiaro. Stasera anzi ci sono solo suoni forti ad allietare i nostri cuori: allo SGA (Arese) è quasi una maratona tra doom e black metal con Rorcal, Oaken/Throne e Fuoco Fatuo, mentre i mattoni rossi del Ligera si macchieranno di sangue con il pogo punk lanciato da Rvivr, Malaise e Dogjaw. Read the rest of this entry »
Posted: Febbraio 9th, 2012 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 4/4, alcest, arrington de dyoniso, billy cobham, black fag, bologna violenta, cannibal corpse, constants, dargen d'amico, daunTRoK!, divertimento ensemble, gottesmorder, gunzard, henry rollins, john cage, little victor, milanoX, opium child, pianoforte preparato, psychofagist, remo san, remosantosubito, roly porter, rorcal, sanremo, sanremo tecnico, shackleton, sights & sounds, TRoK! | Commenti disabilitati su [4/4] hard boiled
Uno credeva che la neve, il gelo e sticazzi fossero fenomeni della settimana passata, pronti per far saltare i concerti e rompere i coglioni a chi volesse dedicarsi a un po’ di sano rock’n’roll intorno a questa città di merda. E invece restano, persistono, e per scioglierli ci vorrà tanto impegno, ma quello non è mai mancato.
Ci vorrà una voce come quella di Arrington de Dyoniso, ad esempio, che delle corde vocali ne ha fatto strumento e giovedì 9 le incrocia con quelle di Marco Milano, al Bloom (Mezzago). O ci vorranno iil blues e il suo calore, come la musica di Little Victor, da più di 30 anni in giro per il mondo a cavallo del suo swing, che questa volta approda al Lo Fi. Un calore che si sovrappone al gelo sintetico di Shackleton (uno che le tragedie antartiche le porta già nel nome), enfant-prodige della dubstep di scena al Magnolia (Segrate) in un giovedì sera più denso del weekend che verrà.
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