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[4/4] blues explosions

Posted: Novembre 11th, 2011 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [4/4] blues explosions

Questo mese di november si sta dimostrando il periodo più florido per le buone musiche a Milano da alcuni mesi a questa parte, non ci si stupisca dunque che questa rubrica si apra con l’esplosione di suoni che sarà rappresentata da “11.11.11”, festival diffuso per tutta la penisola e oltre. Del festival apocalittico se ne è parlato ampiamente altrove, basti ricordare la panoramica milanese che parte dalle 19 a Medionauta con la presentazione del libro “John Zorn, musicista compositore esploratore” (alle 19), prosegue ad O’ con il live di Wolfarth/Malatesta (dalle 21) ed esplode lungo tre punti cardinali per una serata che alterna Newtone2060 e Luca Pissavini (alla Ciclofficina Unza!), il trittico Quasiviri, FateSchifo! e Voci ad Effetto (alla Cascina Castelletto di Pioltello) e la one-song-marathon tutta brianzola con Sparkle in Grey, Harshcore, Sandro Codazzi, Tour de Force e MDK al Blob di Arcore.

Chi sarà altrettanto protagonista del festival e la splendida funk-noise band In Zaire, che si concede nella serata di sabato 12 ai milanesi (allo Spazio Concept per la rassegna “InlandEmpire”), in una serata nobilitata dal duetto tra Ryuichi Sakamoto e Jacques Morelenbaum al Conservatorio ed agitata dall’happening street-punk dell’Arci Lo Fi, con Angelic Upstairs, Black Dogs e The Snake.
Come d’abitudine stagionale sarà vietato far tardi, con la sveglia molesta e ad alto volume per domenica mattina, l’unico modo per scuotersi e precipitarsi al Teatro Manzoni (alle 11) dove ariva il folle, fantastico percussionista di Masada: Cyro Baptista (con i Baquet of Spirits ad “Aperitivo in concerto”). Per la serata invece c’è da scegliere su due autostrade divergenti: quella del minimalismo magnetico di Decimus e Giuseppe Ielasi (a Medionauta, consigliatissimi) e quella dei thrasher selvaggi Machine Head (all’Alcatraz).

L’headbanging la farà da padrone anche il 14, con il metal core dei D.R.I. (al Lo Fi), ma se la cervicale non vi dà pace conviene optare per il Teatro Martinitt, dove arriva Josh T. Pearson, o per il Forum di Assago, carta di credito alla mano, dove si vendono Bob Dylan e Mark Knopfler.

L’hardcore al Lo Fi ormai pare starci di casa, visto che la replica avviene già mercoledì 16 con SSS e You Suck, serata in cui si rivede protagonista anche lo stretto palco di Cox18 con il radical pop di Captain Ahab, mentre al Bloom (Mezzago) piangeranno tante ex-teenager depresse dei ’90s sulle melodie degli Urge Overkill.

Con giovedì si attacca un filotto senza respiro, a dimostrare di quanto sia intensa questa felice parentesi milanese. Primo appuntamento al Leoncavallo, con il trio Ahleuchatistas, portatore del verbo di un math rock da formule sbagliate, in cui la matematica lascia tanto spazio alla fantasia.

Sempre al Leoncavallo, la sera di venerdì arriva il “big event” di questo autunno, ovvero i Wolves in the Throne Room, collettivo anarco-freak dedito alla lacerazione auricolare in nome di un doom metal apocalittico. Per uno strano gioco del contrappasso, quando finiranno loro nel salone attaccherà Laurent Garnier, inutile specificare che la speranza è un’enorme rissa in stile Quadrophenia tra metallari e tamarri.
Per chi non ama la folla, comunque, venerdì 18 c’è tanto altro: l’appuntamento mensile con “Afrodisia” all’arci Biko, che ospita il maliano Pedro Kouyate, e pure il ritorno in Lombardia degli ottimi Luther Blisset e del loro sanguinario incontro tra rock e free-jazz.

Sabato 19 è serata di (più o meno) vecchiacci: Stephen Malkmus porta ai Magazzini Generali ciò che è rimasto dell’esperienza dei Pavement, nel frattanto all’arci Lo Fi arriva Andre Williams, figura eterna del punk-blues la cui carriera vorrebbe altre 4 pagine di descrizione. Cercatevi in rete la sua bio e la sua musica, fate prima.

Finale domenicale in grande stile, il 20 novembre tocca a “TRoK!”: la rassegna della Cascina Torchiera riporta tra queste nebbie la luce di Ron Anderson e dei suoi PAK, figliocci di Zorn che hanno ascoltato troppo metallo di nascosto dal loro padrino. Ne nasce un prog-punk colto ed assassino. Li accompagnano i Great Saunites, che vengono da Lodi e amano alzare il volume.


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