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-dopo- Terraforma duemilaesedici

Posted: Luglio 4th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Terraforma duemilaesedici

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Terraforma cresce, questo è il dato di fatto di questa terza edizione. e tanto basta. un festival pensato bene, cosa molto rara al giorno d’oggi, non privo di difetti… ma chi non ne ha?

una caratteristica strana di terraforma, ma ormai abituale, è ad esempio quella di concentrare il meglio sempre sulla partenza, e quest’anno più che mai. si parte con Charlemagne Palestine al pianoforte, da solo coi suoi pupazzi e i suoi cognac, nel vecchio giardino della villa. il concerto giusto al momento giusto, con Charlemagne che ha snocciolato un’ora di minimalismi fluttuanti, tra 5 tasti e poco più, iniziato con la luce e concluso col buio, circondato dalle cicale che duettavano con lui senza permesso. Terraforma avrebbe potuto anche finire lì, e sarebbe stato già abbondante.
invece dopo di lui arrivano un sorprendente Rabih, finalmente libero da ansie da prestazione nonostante la collaborazione (direi superflua) con vincent moon, e l’altro vero highlight di questa edizione, ovvero “Erratic”. l’installazione portata da Buka è uno stupore di luci, accompagnate da un’ambient leggera e spezzettata che aiuta parecchio a rallentare i ritmi… tanto che mi ha rapito e mi ha fatto perdere biosphere. pace, per la prima sera andava bene così, e la botta di culo si completa nel trovare un passaggio che mi permetta di fuggire prima di donato dozzy :)


il secondo giorno è quello della pioggia, un’altra presenza fissa ormai di Terraforma. mentre me ne sto rannicchiato a scoreggiare sotto il poncho, al riparo di una fontana tardo-medievale, penso che i guaglioni di terraforma sono davvero bravi a riuscire a rilanciare sempre. piove e non ci sono protezioni, è inevitabile che piova ed è inevitabile prendersela in un parco, eppure appena smette si riparte. certo, il fango è tanto e i cessi chimici strabordano, il giorno dopo sarà caratterizzato da odori tutti suoi, ma la festa non si ferma. l’unico inconveniente è che col tanto pensare mi sono perso tutto: nelle lunghe ore del sabato ho sentito solo mezzo live di Francesco Cavaliere, eccezionale nella sua alienità. in alcuni momenti ho avuto la chiara impressione che non lo stesse ascoltando NESSUNO. eppure lui tirava dritto.

l’ultima bomba la sparano i Primitive Art, sul palco centrale, con un concerto di hip-hop industriale a tinte violentissime, capace di spazzare via nelle macerie le due ore di dj set fuoriluogo che li aveva preceduti. anche questa volta è l’ora del tramonto, col buio che assume gli stessi colori del fumo che avvolge la strana fanghiglia lasciata indietro dalla terza edizione del festival, uno splendido festival a prescindere da tutto. si concluderà con il live Feldemelder in mezzo ad “Erratic”, ma non riuscirà mai a ricreare la magia della prima sera… e poi è ora di chiudere, portarsi i casa i maledettissimi token pagati e inutilizzati, e sperare che terraforma 2017 arrivi tra pochissimo.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera. però con tre giornate così dense è difficile darsi un contegno nella sintesi.


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