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[Zero2] Radicants. 15 marzo. Triennale.

Posted: Marzo 15th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Radicants. 15 marzo. Triennale.

Si chiama Radicants l’incontro tra Ballaké Sissoko e Lorenzo Bianchi Hoesch, e a pensarci bene, ad ascoltare bene quel poco che questo duo, il cui progetto è fresco di nascita e con un disco ancora da registrare, dà esattamente l’impressione che sia tutta una questione di radici. Radici diverse, lontanissime ma trovatesi a contatto nel terreno globale, intrecciatesi in una relazione difficile, talvolta conflittuale, ma che ha finito per farsi spazio e crescere alla ricerca del sole. Le radici di Sissoko abbiamo imparato tutti a conoscerle bene, nel corso di un quarto di secolo abbondante di musica, dalle orchestre del Mali fino a un continuo peregrinare nel mondo, tra blues, jazz e canzoni; musica fatta di elementi semplici, come ricorda lui stesso: dieci dita e 21 corde. Le radici di Hoesch sono forse più oscure, annidate in circuiti di silicio grazie ai quali ha composto a lungo musica per teatro, danza o installazioni. Il risultato dell’intreccio è un processo trasformativo, in cui è la kora di Sissoko a prenderti, cullarti e portarti al largo, ma quando sei lì che galleggi rilassato è l’elettronica di Hoesch a tirarti bordate, onde anomale che perturbano l’equilibrio e ti portano fuori rotta. E così facendo, ti portano a scoprire destinazioni nuove.


[4/4] maremma mayala

Posted: Dicembre 13th, 2012 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [4/4] maremma mayala

Il senso originario del termine greco “apocalisse” designa l’azione del “togliere ciò che copre o nasconde”, ed indica quindi un disvelamento, qualcosa di ben diverso dallo splatter da fine dei tempi tramandatoci dalla tradizione biblica. La settimana che separa i mayali superstiziosi dalla fine del mondo andrà dunque dedicata alla scoperta di qualcosa di sotterraneo e nascosto. Per noi comuni mortali, invece, destinati ad essere sgozzati sulla cima di qualche piramide a gradoni, resta un’altra settimana di fottuto rock’n’roll, ma la si prenda comunque per buona andare in esplorazione. Se c’è una band, poi, che meglio di chiunque altra può mettere in musica questa fine dei tempi, be’, quelli sono sicuramente i Death in June, con il loro neo-folk industriale, tra il pagano e il nazista, che questa sera suonerà al Theatre di Rozzano; ma pure i Terminal Gods potrebbero dire la loro, e lo faranno al Ligera in una serata gothic punk in compagnia degli Horror Vacui. Di mezzo tra tutto ciò ci sta pure il math-rock globale di Peter Kernel e Verbal al Leoncavallo, l’angolo degli ottimisti.

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