Posted: Giugno 20th, 2012 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 4/4, audiovisiva, black sabbath, cannibal corpse, de la soul, el torpe, festival, gods of metal, InlandEmpire, jazz re:found, jealous party, lakes, mi odi, milanoX, musica nelle valli, napalm death, no fest, O', ozzy osbourne, r. steven moore, r.black aut, simon balestrazzi, terremoto, trans upper egypt, TRoK! | Commenti disabilitati su [4/4] war pigs
Riprendiamo dove ci eravamo lasciati. I festival iniziavano timidamente e l’afa si affacciava piano piano, sotto forma di un leggero soffio d’aria calda sufficiente per rovinarti la giornata. E’ passata una decina di giorni, ed ora si fa sul serio.
Si inizia con un mercoledì 20 che vede arricchirsi di un secondo appuntamento, nobile. Se l’accoppiata Quasiviri e Great Saunites già era nota, l’attualità sismica ha obbligato un manipolo di rockers milanesi a tirarsi su le maniche ed organizzare al volo un appuntamento per raccogliere un po’ di fondi da mandare in Emilia. L’attualità infatti coinvolge Tizio, grande animatore di Musica nelle Valli, dell’etichetta Fooltribe, delle bottiglie di lambrusco fresco e delle tavolate di salame. A beneficio suo e di altri conterranei emiliani, il birrificio La Cruda ospita una serata con Al Doum & the Faryds, Water Sark, Dracula Lewis, Nekton, Lorenzo Senni e Canedicoda.
Giovedì 21 partono le prime macchine da guerra dell’estate. Read the rest of this entry »
Posted: Novembre 24th, 2010 | Author: cauz | Filed under: alfabetica, cadevo, succede che... | Tags: abruzzo, l'aquila, manifestazione, milanoX, no expo, precaria, shock economy, terremoto | 1 Comment »
Fa un certo effetto tornare a L’Aquila oggi, a un anno e mezzo dal sisma delle 3e32. Fa effetto camminare per una città fantasma, sventrata. È come trovarsi in mezzo ad un film senza capire bene se lo scenario è bellico o se si tratta solo di uno spaghetti western, aspettandosi che da un momento all’altro spunti fuori la diligenza.
Fa effetto constatare ancora, con i propri occhi, l’immane forza distruttiva del motore terrestre. La forza che aveva seminato disperazione in chi si trovava, privato di tutto, a combattere contro un nemico invisibile, quel tremore della terra che tornava a ripetersi, ora dopo ora, ogni giorno, e contro il quale non c’era nulla da fare. L’Aquila oggi mostra ancora come bastino pochi secondi di scossa per radere al suolo tutto ciò che abbiamo costruito, secoli di storia e decenni di stupidità, quella dell’uomo che conosce il suo pianeta e lo rinnega. Quella di chi ha lasciato che una città appoggiata su una faglia attiva crescesse senza il minimo rispetto delle norme antisismiche (o del buon senso, verrebbe da dire). Quella dei grandi costruttori a caccia di cantieri in giro per il mondo, che preferiscono la sabbia al cemento. Quella dei “bertolasos” che sghignazzano pregustandosi i quattrini che pioveranno per la ricostruzione, del paese in perenne emergenza che non è stato in grado in 18 mesi di venire a capo della situazione aquilana.
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