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[4/4] fire walk with me

Posted: Luglio 13th, 2012 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [4/4] fire walk with me

Va tutto a fuoco, mettetelo a fuoco. Quelle che arrivano sono le ultime settimane prima del grande silenzio estivo, e sono caldissime: un rosario infuocato di appuntamenti da sgranare a grande ritmo, perchè scotta e va finito per tempo. La linea di fuoco comincia a distendersi stasera, venerdì 13, con la prima abbuffata. Meglio ridurre all’osso le proposte, chè altrimenti ci si ustiona. Si inizia da O’, dove alle 21 si esibisce la geniale violoncellista coreano Okkyung Lee; il tempo che finisca il concerto e via verso la tappa successiva, a scelta tra il live crauto-elettronico dell’ex-Can Jaki Liebezeit insieme a Burnt Friedman (all’Assab One) o la nuova mitragliata della Jon Spencer Blues Explosion (al Parco Teramo), da 20 anni una delle migliori live band sulla faccia di questo pianeta.

Al Parco Teramo ci si torna pure la sera successiva, quando arriva la dubstep lisergica di Filastine, sempre che non si voglia ripiegare più energicamente sul metal-core, a cavallo tra Rosetta, Chambers e Kings Destroy (al Lo-fi) e la celebrazione del ventennale dello SGA (Arese), che inizia con Run with the Hunted e Unveil (e tanti altri) sabato 14 e proseguirà il giorno dopo con O, King Bong (e tanti altri). La domenica però è tradizionalmente momento per atmosfere differenti, dove ci porteranno gli Hobocombo (alla Fabbrica del Vapore, ore 19), il cui omaggio a Moondog, mai sufficiente rispetto alla grandezza del genio di NY, questa volta si trasforma in una sonorizzazione del film “Video Days”. Una colonna sonora come quelle che sono diventate ormai il mestiere del caleidoscopico Teho Teardo, di scena in serata all’ex-ospedale Paolo Pini.

Le atmosfere rilassanti aiutano ad affrontare un lunedì 16 all’insegna del suono più brutale, a tenere alta la bandiera del metallo sarà la maratona del Blue Rose Saloon (Bresso), che attacca con Origin, Re-Armed, Unbreakable Hatred per concludere con i Suffocation, leggende del death metal che faranno uscire il sangue dalle orecchie degli astanti. Non è da meno la carrellata grindcore del Lo-fi, con Looking for an Answer e Psychofagist, ma non di solo metallo vive l’uomo, anche di ferro battuto. Come quello che da decenni porta in giro il maestro Franco Battiato, filosofo, poeta e profeta della canzone italiana, in terra milanese per due occasioni diverse: lunedì è ospite della Milanesiana al Dal Verme, mentre mercoledì 18 guida le danze del suo live allo stadio Brianteo di Monza.

In mezzo, però, c’è un mercoledì da vecchie glorie. Vecchie per modo di dire, perchè i Defeater (al Lo-fi) avranno si e no 10 anni di carriera alle spalle, ma di km ne hanno già macinati parecchi sulle strade dell’hard-core. O, al contrari, vecchi ma con proprio poca strada sotto le suole, come gli Stone Roses, la cui reunion si presenta come l’evento dell’estate per una band che seppe re-interpretare con genialità la lezione dei Beatles all’alba dei ‘90s. Un genio, a dire il vero, sul palco dell’Ippodromo quella sera ci salirà molto prima, perchè ad aprire per i vecchi ragazzi di Manchester c’è un vecchio padre del rock’n’roll, lui sì degno di un rango quasi divino, ovvero Mick Jones, chitarrista e fondatore di quell’esperienza unica nella storia europea che prese il nome di The Clash.

A spegnere il fuoco, seppur lasciando le braci ardenti, c’è la serata di mercoledì 18, che oltre al succitato bis di Battiato e al filotto punk del Lo-fi (stavolta tocca agli Avengers) presenta due appuntamenti con due geni della composizione estremamente diversi. Alla Sala Buzzati la Milanesiana invita il milanese Roberto Cacciapaglia, a cavallo tra musica sinfonica e improvvisazione elettronica, mentre a Villa Simonetta arriva, ed è evento raro, Will Oldham, nome dietro il quale si nascone uno dei più grandi ri-scrittori del folk negli ultimi 20 anni: partito con i Palace e i primi vagiti del “post-rock” a inizio ‘90s, con il passaggio di secolo si è trasformato in Bonnie “Prince” Billy, una one-man band intrisa nell’acido, come benzina da gettare sul fuoco.


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