Fuck Maya (more or less season 2012)
Posted: Dicembre 3rd, 2012 | Author: cauz | Filed under: pedallica | Tags: 2012, birra, boonen, cazzo, ciclismo, degenkolb, di luca, droga, freire, froome, garzelli, greipel, hincapie, hoste, kirsipuu, maya, moncoutiè, mondiali, nibali, pagellon, pagellone, pippo gilbert, purito, robbie mcewen, sagan, saison, t-blanc, tour, valverde, vino, voeckler, wiggins, wiggo | Commenti disabilitati su Fuck Maya (more or less season 2012)sempre più in la’ nella stagione, sempre più in la’ con gli anni, spingendo sempre piu’ avanti il concetto di piaga da decubito… arrivano anche in chiusura di 2012 le pagellone top10 di fine stagione (qui c’è il riepilogo in video).
una stagione si’ e no, caratterizzata da gioie e noie, ma in cui comunque qualcosa di buono ancora s’e’ visto. del doman non v’e’ certezza, invece, alla faccia dei maya.
la maglia gialla di leader della stagione se la litigano in due e la vince uno, ancora una volta, ancora una maglia gialla. bradley wiggo (8.5). questo signore, basettone, un po’ strabico, con una postura in bici più perfetta del cazzo di john holmes e la passione (pubblicamente ammessa) di passare il tempo in cui non gareggia “a spalare merda”, ha vinto paris-nice, romandia, delfinato, tour de france e crono olimpica. in una sola stagione, in 5 mesi, poi e’ tornato alla sua merda.
solo i risultati premiano wiggo ai danni di purito rodriguez (8.5) pure lui. un altro che ha chiuso l’anno con le sue belle vittorie e pure pese (freccia e lombardia, oltre ad una miriade di tappe tra giro, vuelta, tirreno e paesi baschi) ma è riuscito nel grottesco record di perdere giro e vuelta nell’ultima settimana dopo aver trascorso 10 giorni in rosa e e 13 in roja. come fosse più di un intero GT al comando dall’inizio alla fine, invece sono un secondo e un terzo posto.
a chiudere il podio, tom è… tornado. boonen (8) ha disputato una primavera pazzesca, che se non ci fosse stato gilbert 2011 la diremmo senza pari nel ciclismo moderno. poi è pressoche’ scomparso fino a settembre (prendendo la milionesima maglia tricolore in mezzo, comunque), ma quella primavera vale piu’ di una stagione. e quella roubaix vale una carriera.
largo ai fenomeni, ma ai piedi del podio. in primis sagan (7.5), del quale l’anno passato scrivevo “mette un mattoncino sull’altro per costruire un futuro da campione, a cui pero’ ora bisogna iniziare a chiedere qualche squillo piu’ potente”. a continuato a far squilli, con un TdF esorbitante e una stagione da quasi imbattibile. gli serve una classica ora, pero’. scelga lui quale, ma non puo’ perdere l’amstel da gasparotto. poi viene valverde (7.5), il cui ritorno ad alti livelli è un bacio in bocca a tutti gli appassionati di ciclismo. un Campione con la C maiuscola che perde qualcosina solo per quel temporeggiare, nell’inseguimento a gilbert a valkenburg. uno con la fama di “embatido” deve correre per vincere.
uno che fenomeno non e’, ma che si fa un culo a capanna per battagliare alla pari con quelli è thomas voeckler (7). il suo 2012 non e’ stato cosi’ “giallo” come l’anno precedente ma si chiude con una maglia a pois e due tappe al tour, ardenne, fiandre e mondiali corsi da protagonista e la consapevolezza che a furia di smorfie, sgomitate e palle quadrate si puo’ raggiungere quasi ogni obiettivo.
dietro di lui, le ruote veloci e teutoniche, che’ in questa stagione i velocisti in vetrina sono gorillone greipel e degenkolb (7 a entrambi), con il secondo che alla vuelta ha forse beneficiato troppo della scarsa concorrenza, ma tra sanremo e valkenburg ha dimostrato di aver davanti un futuro luminoso.
e nibali (7)? eccolo. così in basso? be’, a parte che stare nella top ten non significa stare in basso, comunque ok, nibali cresce e migliora anno dopo anno. pero’ non arriva mai a convincere del tutto, i limiti di gambe sono quelli che sono, i limiti mentali li sta superando ma e’ ancora sulla strada. alla liegi ha fatto un mezzo capolavoro e c’è da maledire la sorte per la sua sconfitta, al tour ha quasi tenuto testa al duo sky, al mondiale ha fatto un lavorone… per pippo gilbert :)
che poi, per carità, bella li’ che valverde non ha guidato l’inseguimento a valkenburg, ha vinto pippo (6.5), campione del mondo, finalmente, in una stagione maledetta. quel mondiale l’ho gia’ rivisto 3 volte, più di “moana e cicciolina ai mondiali”, meno di “io sto con gli ippopotami”.
alla pari, faziosamente (perche’ forse meriterebbe di piu’) ci metto chris froome (6.5), il cui voto e’ penalizzato da alcuni fattori: a) il fatto di aver disputato sì 2 GT ad alto livello, ma al di fuori di quelli ha fatto altre 7 corse, di cui 4 di un giorno e in una si è pure ritirato; b) le insopportabili recite con cui accompagnava ogni suo scatto al tour, dove gli va reso merito per la fedeltà alla squadra, ma l’ha “pesata” spernacchiando tutti in mondovisione; c) e soprattutto la bruttezza della sua posizione in sella. un corridore orripilante, fate qualcosa per lui, per favore.
eppoi come d’abitudine si chiude col vino, un extra fuori classifica perche’ un giudizio sul fenomeno kazako va oltre ogni scala di merito. vino quest’anno capeggia un manipolo di grandi corridori (10 a tutti) che hanno concluso l’attività, chiudendo un’epoca del ciclismo, soprattutto del “mio” ciclismo, e lasciandomi un buco che andra’ colmato. con vino c’e’ il funambolo robbie mcewen, visto troppe volte a sgomitare in volata con il pirata kirsipuu (l’ultimo classe ‘60 in attività!), mentre chi non sgomitava ma vinceva spuntando dal nulla era quel fenomeno di oscarito freire, che avrebbe potuto accommiatarsi un po’ meglio con valverde. e poi un monumento vivente al ciclismo come giorgione hincapie, recordman di partecipazioni al tour e al fiandre, e di sconfitte cocenti sulle pietre, cosi’ come leif hoste, che si ritira portandosi a casa tre secondi posti alla ronde. mi manchera’ moncoutiè, che quando lo vidi esordire mi convinsi che avrebbe battagliato per i traguardi piu’ grandi, e invece si e’ ridimensionato lottando uguale su ogni piccolo traguardo. spero non debbano gia’ mancarmi da subito nino garzelli e danny di luca, specie quest’ultimo ha dimostrato di valere ancora una chance nel ciclismo che conta. e nel ciclismo che cambia, nella forma e nel colore.
(tutto quanto, sarà replicato anche dal Veloclub Adriano de Zan)