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Su cosa non ci sto…

Posted: Ottobre 27th, 2010 | Author: | Filed under: pedallica | Tags: , , , , , , , , , , , , | 4 Comments »

mai, a mia memoria, le presentazioni di tour e giro erano state cosi’ ravvicinate. cosi’ il panorama dei due “primi GT” del 2011, svelati a due giorni di distanza l’uno dall’altro, lo si abbraccia con uno sguardo unico… a giudicare cio’ che ci aspettera’ in quelle maledette 6 settimane che verranno.

e’ uno sguardo unico dovuto non soltanto alla coincidenza temporale dei sipari che si aprono, ma anche ad un avvicinarsi ideale tra le due corse, una comunanza di intenti sull’idea di corsa da tracciare che si rafforza di anno in anno.
tralasciando il chiacchiericcio becero sull’ipotetica lotta al doping (che pare sposarsi male con percorsi piu’ duri e tappe che tornano ad allungarsi), l’intento comune dell’asse zomegnan/preudhomme sembra essere uno solo: quello di disegnare una corsa che si immagina spettacolare, favorendo ad ogni costo gli scalatori rispetto ai passisti, esagerando sempre di piu’ con le salite e riducendo di passo in passo i km a cronometro. la cosa denota immediatamente la limitatezza di pensiero dei due patrons, incredibilmente ignari del fatto che sono i corridori a fare lo spettacolo della corsa, e l’abilita’ dell’organizzatore dovrebbe stare nel concentrarsi su di essi: in primo luogo, cercando di portare (leggi: ingaggiare) il miglior bouquet di protagonisti alla propria corsa, secondariamente sforzandosi di tarare il percorso per assecondare una sfida che sia pennellata sulle caratteristiche degli attori in campo.
su questo, l’aso ha un grosso vantaggio: fino a prova contraria, al TdF continueranno a partecipare i migliori corridori al mondo. rcs invece parte col vento in faccia, perche’ i grandi tendono a snobbare il giro… e soprattutto perche’ il giro fa di tutto per allontanarli! e qui casca l’asino sul giro 2011.

già, perchè quali sono le strategia adottate da rcs per portare corridori di spessore alla sua corte? nessuna. anzi, le strategia paiono elaborate per allontanare:

  • un percorso massacrante, che impedira’ agli aspiranti al tour di conservare la condizione a luglio
  • 3500 km di trasferimento, roba mai vista e che dovrebbe essere oggetto di incazzatura da parte non tanto dei corridori (che volano) quanto dei lavoratori di team e strutture di corsa;
  • nessuna garanzia sul fatto che il giro non sia, ancora una volta, il palcoscenico per le esizioni ormonali di guardia di finanza e magistratura;
  • ciliegina sulla torta: il rafforzamento del ruolo para-fascista di zomegnan, che gestisce a suo piacere inviti e partecipazioni affibbiando patenti morali in assoluta liberta’.

il giro 2011, insomma, sara’ ancora una volta dedicato al pietismo patriottico, con probabilmente il target spostato da “family day” birillo a “io speriamo che me la cavo” nibali.

la limitatezza di pensiero di cui si parlava sopra, pero’, va oltre lo squallido zomegnan ed abbraccia entrambe le corse, nel considerare che una gara migliore sia una gara zeppa di montagne.
la storia recente dei GT invece ci racconta di un “gruppo di pecoroni” (simoni dixit) a spasso per i monti controllando la corsa, per poi dare spazio ad una serie di scattini negli ultimi km di salita. una noia mortale.
quest’andazzo e’ andato sviluppandosi con il progressivo diminuire del numero di cronometro nell’arco delle tre settimane.
le cronometro hanno sempre avuto un ruolo importante nella storia del ciclismo, ed e’ folle negarlo o andare a immaginare classifiche “riscritte” senza le crono. quanti giri e tour avrebbe vinto fausto coppi (uno che ha l’immagine di imbattibile scalatore) senza le cronometro?
gli ultimi anni, pero’, ci insegnano qualcosa di soprendente, ovvero che togliere le cronometro non significa favorire gli scalatori. negli albi d’oro recenti, vediamo infatti una netta predominanza dei regolaristi (non certo dei passistoni locomotiva anni ’90, sia chiaro) a discapito di quegli scalatori piu’ puri che sarebbero stati favoriti da percorsi con meno km contro il tempo.
il motivo io lo leggo cosi’: la cronometro crea distacchi incontrovertibili e obbliga gli scalatori a muovere la corsa in montagna. e’ quando i distacchi non ci sono che la corsa si fa attendista, giocata sullo scattino nel finale se non addirittura sull’abbuono. lo scalatore non rischia piu’ di saltare quando e’ a ridosso dei primi in classifica, col risultato di soccombere nell’unica crono finale. lo scalatore che invece, a meta’ corsa, si trova gia’ con i minuti sul groppone non ha altra tattica che forzare e provare a far saltare il banco. sara’ una lettura semplicistica, ma gli ultimi anni di corsa (ad eccezione, forse, solo del giro ’09, ma li’ c’era un corridore unico come di luca) sono andati cosi’.

in sintesi: lunga vita alle cronometro, per rianimare le montagne!

alla luce di tutto cio’, valuto comunque sufficiente il tracciato del TdF, con tanti arrivi in salita interessanti, una riscoperta sempre maggiore del massiccio centrale, che garantisce movimento in classifica prima delle grandi sfide, e delle giornate di alto livello tra pirenei, doppio galibier e alpe d’huez.
manca l’arrivo di mende, che varrebbe la pena riproporre spesso, oltre che una crono di almeno 40 km a meta’ corsa.

un punticino in meno al giro, che rischia di suicidarsi su un numero veramente eccessivo di montagne. e’ bello l’etna, e’ intrigante la mini-tappa di montevergine, strepitosi il tappone dolomitico col ritorno delle torri del vajolet e la tappa del finestre. superflue la crono di nevegal (avrebbe dovuto lasciare il posto a una crono vera, come detto per il tour), una delle altre due tappe del weekend mortale (direi lo zoncolan, che non e’ ciclismo ma sadismo) e incredibilmente di basso profilo l’ultima settimana: il mottarone non fa piu’ selezione da inizio ‘900, figuriamoci macugnaga, mentre il ganda ha una collocazione balorda nello sviluppo della tappa. di cattivo gusto anche chiudere a cronometro: meglio metterla al sabato e lasciare che il gruppo, probabilmente ridotto all’osso dopo un percorso simile, arrivi alla linea di meta’ tutto assieme. ha pero’ delle parentesi di possibile bellezza inattesa, questo giro, e sono le tappe interlocutorie: teramo, rapallo, orvieto, castelfidardo… quelle tappe che stuzzicano la fantasia dei corridori coraggiosi, quelle che ti possono aprire giornate nuove, quelle che strizzano l’occhio al vecchio vino o -se zomegnan non bluffa- al nuovo pippo gilbert…


4 Comments on “Su cosa non ci sto…”

  1. 1 Tweets that mention confindustrial » Blog Archive » Su cosa non ci sto… -- Topsy.com said at 4:54 pm on Ottobre 27th, 2010:

    […] This post was mentioned on Twitter by noblogs, yaro popovych. yaro popovych said: [confindustrial] : Su cosa non ci sto… http://confindustrial.noblogs.org/post/2010/10/27/gt-2011/ […]

  2. 2 sofx said at 7:16 pm on Novembre 3rd, 2010:

    “I used to do things like stick severed chicken’s heads over my penis, and then try to masturbate them, whilst pouring maggots all over it. In Los Angeles, in 1976, at the ICA I did a performance where I was naked, I drank a bottle of whiskey and stood on a lot of tacks. And then I gave myself enemas with blood, milk and urine, and then broke wind so a jet of blood, milk and urine combined shot [out and] then [I] licked it off the not-clean concrete floor. Then I got a 10-inch nail and tried to swallow it, which made me vomit. Then Cosey helped me lick the vomit off the floor. And she was naked and trying to sever her vagina to her navel with a razor blade and she injected blood into her vagina which then trickled out, and we sucked the blood from her vagina into a syringe and injected it into eggs painted black, which we then tried to eat. And we vomited again, which we then used for enemas. Then I urinated into a large glass bottle and drank it all while it was still warm. This was all improvised. And then we gradually crawled to each other, licking the floor clean. ‘Cause we don’t like to leave a mess, y’know; after all, it’s not fair to insult an art gallery. Chris Burden, who’s known for being outrageous, walked out with his girlfriend, saying, ‘This is not art, this is the most disgusting thing I’ve ever seen, and these people are sick’.”

  3. 3 sofx said at 7:21 pm on Novembre 3rd, 2010:

    ooops… ho sbagliato post.. volevo commentare quello sui throbbing gristle (è una citazione di Genesis P. Orridge)…

    ma forse ci sta anche qui: in fondo si parla di autotrasfusioni et similia… ;-)

  4. 4 cauz said at 7:57 pm on Novembre 3rd, 2010:

    grande GPO. l’ho ripostato di la’.
    viva l’autoemotrasfusione.