Posted: Aprile 17th, 2021 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 2020, covid19, dj osteoporosi, dj set, mixone, musiche, pandemia, playlist, sconfinamento, stocazzo | Commenti disabilitati su The pope must be drunk – 6 ore di musiche da sconfinamento
Una raccolta delle già citate belle musiche del 2020 in una pratica, resistente e tascabile collezione di (quasi) sei ore.
Divise in due parti, perché così.
Scalette complete qui sotto:
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Posted: Maggio 4th, 2020 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 2020, concerti, confinamento, coprifuoco, coronavirus, covid19, lockdown, milano, porcodio | Commenti disabilitati su [Zero2] Una cosa che mi manca: i concerti
Negli ultimi due mesi, e in parte ancora oggi, le grandi città d’Italia hanno vissuto il loro momento più bello di sempre. Le auto parcheggiate a prendere quintali di polvere (che se ci va bene ne bloccherà gli ingranaggi a lungo), i cantieri quasi tutti bloccati e silenti, gli uccelli che cantano, volano e si accoppiano rumorosamente a ogni ora, i quartieri della movida desertificati, gli affittacamere sul lastrico, il sole che picchia violento su praticelli e aiuole mai così fiorite. L’istinto è quello di uscire di casa di corsa, respirare a pieni polmoni, correre e godere. E invece quando torneremo completamente alla normalità tutto sarà come prima, coi fiori grigi, gli affitti alle stelle, il traffico che promette già di essere ancora peggiore, i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, e le stesse facce agli stessi posti, serie e immutabili. Non fossimo tutti comunque controllati a vista, sarebbe proprio il caso di godersi di questi ultimi istanti fugaci e potenziarli riprendendo anche le cose belle che ci mancano, quelle che rischiamo di non avere più.
A me manca una cosa soltanto, ad esempio. Mi mancano i concerti. Con un puntuale senso dell’assurdo, il paravento della guerra agli “assembramenti” ha falciato come una mannaia i più piccoli e indifesi. Possiamo affollarci nei supermercati, in metropolitana e naturalmente al lavoro, ma mettere insieme 20 persone ad ascoltare un concerto è assolutamente fuori discussione. Le giornata ai tempi del virus scorrono dinamiche e piacevoli, ma è quando scende la sera che avverto il vuoto, e con lui i muri.
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