Posted: Aprile 6th, 2025 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: Arooj Aftab, concerti, triennale, zero, zero2 | No Comments »
Chi la ferma, Arooj Aftab? Chi mai ci riuscirà? Di certo non il chiacchiericcio del mondo, il vociare di sale da concerti o da riunioni, la distrazione delle paura che rappresenterebbe l’antagonista naturale per un’arte così delicatamente puntuale. Perché nel suo tratteggiare grande musica, ciò che rende straordinaria Aftab è la sua capacità di cantare il silenzio, recitandolo come fosse una poesia, inserendolo come una strofa in canzoni che adottano la forma dei ghazal al solo scopo di abbandonarla.
È così che Aftab si getta come una palombara nelle profondità più insondabili, nelle oscurità della morte, della notte, dell’amore. Inarrestabile. Di certo non la fermerà l’orecchio monodimensionale dell’Occidente, per il quale la musica di Aftab, nata in Arabia Saudita da una famiglia pakistana e trasferitasi ormai da 20 anni negli Stati Uniti, è principalmente un prodotto esotico. Arooj Aftab è in realtà una straordinaria autrice di musica pop, dove con pop dovremmo indicare Cole Porter o Billie Holiday, continuando a guardarci l’ombelico, o altresì Begum Akhtar (che Aftab stessa definisce la sua Billie Holiday) o Hariprasad Chaurasia.
Un’autrice pop dalla creatività e dall’energia inarrestabili, la cui poetica non è più soltanto un ponte tra più mondi, ma proprio un mondo nuovo, in cui convivono tradizione e futuro, individualismo e divertimento. E una volta che lo si è plasmato un mondo non si può distruggerlo, al massimo solo rovinarlo. Per questo Arooj Aftab non la ferma nessuno, perché anche con tutte le luci e tutti i rumori non si possono fermare la notte e il silenzio: hanno sempre qualcosa da dire.
Posted: Marzo 18th, 2022 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 2021, Arooj Aftab, Barbara Ellison, Ben LaMar Gay, Binker Golding, Birthday Ass, Blk Jks, concerti, dischi, Djinn, Esperanza Spalding, Floating Points, Irreversible Entanglements, Jessica Pavone, John Duncan, John Edwards, Kei Watanabe, lista, Low, Mary Halvorson, Maurice Louca, Msylma & Ismael, Oba loba, Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, paolo angeli, Pauline Anna Strom, Pelt, Punkt.Vrt.Plastik, Raed Yassin, roscoe mitchell, shame, Sons of kemet, Squid, stefano pilia, Sylvie Courvoisier, Ustad Saami, wadada leo smith, Weasel Walter, william parker | Commenti disabilitati su Belle musiche del 2021

Più mi impegno ad ascoltare musiche nuove e a me sconosciute (e giuro che lo faccio ogni giorno), più finisco ad apprezzare sempre le stesse cose. Il che indica chiaramente che sto invecchiando sempre di più e sempre più velocemente. Ma anche che continuano a uscire pure una marea di dischi orribili. Se fossi cattivo farei un’altra raccolta di segnalazioni per quelli, ma perché?, teniamoci il bello.
Ecco, pure nel 2021, come ogni anno, il bello di certo non è mancato. Sono riuscito pure a vedere più di cinquanta concerti, che visto come buttava l’anno prima è stato già un miracolo. (Anche tra i concerti alcuni sono stati bellissimi, un paio indimenticabili. Ma a parte il quartetto di Aruan Ortiz e la botta dei Crushed Curcuma, tutto il resto è citato già nei dischi. No doppioni).
Comunque domani c’è la Sanremo, settimana prossima è primavera, quindi è tutto fuori tempo massimo, ma meglio tardi che mai. Ecco il bel listozzo dei dischi che più mi sono piaciuti del 2021 che fu. Se non ho sbagliato a contare sono 43. In ordine alfabetico, con quasi tutti i linkz. Dove manca il link, chiedi a Soulseek.
[Spoiler: ce ne sono sei o sette che sono davvero delle bombe intergalattiche. In tempi di guerra queste sono le sole bombe che fanno bene, e lo fanno].
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