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[bikeit] Il riposo di un Tour con i lividi

Posted: Luglio 16th, 2014 | Author: | Filed under: pedallica | Tags: , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [bikeit] Il riposo di un Tour con i lividi

tala20144582_235464_670A cosa servono i giorni di riposo in una grande corsa a tappe? A riposarsi, naturalmente. E non solo. Spesso servono a spostare lunghissime carovane da una località all’altra, però non ora e non qui, quando domani si ripartirà a un centinaio di km dal traguardo di ieri. Servono a firmare contratti, a fare conferenze stampa più o meno improvvisate, a rilasciare interviste e presentare i pochi investitori che entreranno e rimpiangere i tanti che scapperanno da questo ciclismo globale in crisi.
E servono a riparare i danni sui corpi, a tamponarli. Ad alleviare le piaghe da decubito e la cirrosi incipiente di chi la gara la osserva dalla privilegiata posizione del divano, ma soprattutto a fare radiografie e massaggi, a cambiare bende e spalmare pomate sui lividi di chi questo Tour lo sta pedalando. Di chi ancora lo sta pedalando.
Già, perchè ancora una volta, al Tour come al Giro, come alla Vuelta e al Tour e al Giro dell’anno prima, come ai Mondiali, come ormai in qualsiasi corsa, si cade tanto e spesso. Si cade più di una volta, si cade peggio di una volta. E questa cosa, prima o poi, qualcuno lassù dovrà provare a spiegarla. Read the rest of this entry »


[bikeit] Il Giro visto dal divano e il Giro visto dall’asfalto

Posted: Maggio 16th, 2014 | Author: | Filed under: pedallica | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [bikeit] Il Giro visto dal divano e il Giro visto dall’asfalto

20144485_228627_001_670Il Giro va verso Sud, e fa subito inversione. Abbandonata l’Irlanda il gruppo è rientrato in Italia. Certo, a guardare in alto non si direbbe, con tre tappe fatte essenzialmente di pioggia e vento manco fossero su un’isola in mezzo all’oceano. A guardare in basso, invece, si capisce subito che l’asfalto, bucherellato e scivoloso come una saponetta è quello delle strade italianissime.
E i ciclisti, che sono corridori appunto e non kamikaze, a pensarsi tutto il giorno sotto l’acqua e a sentire le ruote che perdono aderenza a ogni sbandata, capita che preoccupino, si spaventino, in definitiva si incazzino.
Nascono qui le proteste dell’insulsa tappa di Bari, un circuitino privo di senso, disegnato su distanza da juniores per accogliere un gruppo stanco dopo il viaggio oltremanica, e rimasto invariato nonostante l’inserimento del giorno di riposo, chè la dimenticanza è una brutta bestia.
Nascono i ventagli di Viggiano, nascono qui le cadute -brutte e dolorose- sulla strada verso Montecassino. Read the rest of this entry »