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Posted: Maggio 3rd, 2017 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: allucinazione, allucinazione metropolitana, casa gorizia, cascina autogestita torchiera, expo, Idiota Civilizzato, Life Fucker, metropolitana, milano, millennio, occult punk gang, Orden Mundial, punk, Sievehead, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Allucinazione metropolitana. 26 e 27 maggio. Casa Gorizia / Torchiera.
Definisci “allucinazione”. Stato morboso in cui ciò che è pura immaginazione viene percepito come realtà; errore di valutazione; abbaglio. Definisci “metropolitana”. Boh, un treno – quando finiscono i lavori, si intende. O forse appartenente alla metropoli, alla città madre, caratterizzata da un’intensa e dinamica vita sociale, economica, culturale. Non ci siamo. Metterli insieme mica è facile, ci vuole creatività, improvvisazione, inquietudine. Punk, ecco. Definisci “punk”. E qua la cosa si incasina, perché i vocabolari parlano di movimenti inglesi degli anni ’70. Mentre la metropoli, l’allucinazione, è Milano, oggi. Dove vale tutto, tanto l’allucinosi ha pervaso ogni aspetto sociale (se ne restano), economico (si, vabbé), culturale (ecco). Due giorni punk a Milano, tra Casa Occupata Gorizia e Cascina Torchiera, con band italiane ma pure di Sheffield e Berlino (tra gli altri: Sievehead, Orden Mundial, Life Fucker, Idiota Civilizzato). Due giorni punk a Milano oggi, dove e quando punk non ha più nulla a che vedere con i vocabolari e i movimenti che furono, ma tanto da spartire con frenesia e inquietudine, nulla con questa metropoli, tutto con una curiosa, cruda, allucinazione. Prova a guardare, ma attento a non prendere un abbaglio.
Allucinazione metropolitana. tutte queste band qua, il 26 maggio in casa Gorizia e il 27 alla Torchiera. ingresso sottoscrivibile.
Posted: Aprile 23rd, 2017 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: eugene robinson, magnolia, oxbow, sumac, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Sumac + Oxbow. Primo maggio. Magnolia.
Qualche anno fa andai a vedere la proiezione di un documentario sul “DIY nel 21° secolo”, si intitolava Blood, Sweet and Vinyl (giusto per informazione) e all’inizio si incartava sempre il software da cui era proiettato, col risultato che andava tutto lentissimo. Pensai che questi post-metallari dovevano fumare davvero un sacco per parlare così, ma non lo dissi a nessuno. Volevo vedere cosa dicevano i Neurosis e gli Isis, invece d’un tratto mi apparvero gli Oxbow, e non c’entravano nulla. Non come estetica, non come musica. Mi aprirono in due, con quella chitarra incartocciata che si porta appresso tutto il r’n’r, con il soul che affiora dalla voce magnetica di Eugene Robinson ma soprattutto dall’atmosfera che ne dipana. Ovviamente il giorno dopo ho scaricato tutta la discografia, ebbro della meraviglia degli incontri inattesi. Ora tornano coi Sumac, che nemmeno conoscevo, ma leggo che sono una filiazione degli Isis. Il cerchio si chiude, sarà un cerchio fiammeggiante, e sono pronto a sorprendermi nel saltarci ancora in mezzo.
Sumac, Oxbow. lunedì 1° maggio. arci magnolia. un po’ di soldi.
Posted: Aprile 10th, 2017 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: dada, dadaismo, Giappone, Kazuo Imai, macao, marginal consort, Saturnalia, spazio, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Marginal consort. 17 aprile. Macao
I Marginal Consort sono una delle cose più assurde che la musica “libera” possa vantare nel mondo. Il collettivo giapponese, fondato dal dadaista Kazuo Imai, si riunisce per suonare dal vivo una volta all’anno (o poche di più quando se ne presenta l’occasione), si dispone liberamente nello spazio e manipola oggetti e strumenti, bambù e sensori, onde sonore e idee nell’arco di performance di lunga durata. I musicisti collaborano tra loro tramite lo spazio: non è un interplay ma una compresenza, una simultanea occupazione dell’etere che a volte genera dialogo, altre volte strade parallele che non si intersecano se non nei timpani dell’ascoltatore. A Macao di spazio ne troveranno a bizzeffe, e ad aprirglielo ci penserà Saturnalia, il festival estivo macaino che condivide con il collettivo giapponese lo stesso approccio materico. Suoni differenti che si incontrano o si evitano, tra rumorismi e casse dritte, pop trasognante e sincretismo, nel corso di un unico evento che è più lungo di una sera, di una notte, di una stagione intera. Nell’uno o nell’altro caso, il risultato è una lunga allucinazione uditiva, una volta all’anno, o quest’anno due. Siamo fortunelli, grazie Saturno.
Saturnalia preview: Marginal Consort. lunedì 17 aprile, ore 19. Macao. cinque euro.
Posted: Aprile 10th, 2017 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: alcool, Cristian Naldi, ramelli, Santeria, volume, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Cristian Naldi. 14 aprile. Volume
La prima volta che ho conosciuto Cristian Naldi era ubriaco. A pensarci bene, lo era anche tutte le altre volte. A pensarci meglio, lo ero pure io. Forse lo sono pure ora, e non a caso sto ascoltando Rurale, seconda ed ultima fatica del chitarrista romagnolo. Un disco che, come il precedente Spettro, ma pure come i due album di FULkΔNELLI registrati nel mezzo (in duo con Paolo Mongardi), ha quella capacità unica di farti sentire sbronzo quando non lo sei, o cullarti in una calda comodità quando l’alcool ha già fatto il suo. E come tutte le musiche così sbronze, anche quella di Cristian Naldi trova il suo compimento nell’abbandonarsi, o meglio, accasciarsi. Seduto lui sul palco, seduto il pubblico. In mezzo un’aria rarefatta di corde mutanti, straniate e stressate, paesaggi in chiaroscuro tratteggiati da chi ha studiato a lungo il lavoro altrui prima di immergersi nel proprio. E non uscirne più, come svegliarsi nei campi, umidi di nebbia e rugiada, dopo una sbronza colossale, senza ricordarsi nulla, senza riuscire a rialzarsi.
Cristian Naldi. venerdì 14 aprile. volume c/o santeria vecchio. gratis.
Posted: Febbraio 20th, 2017 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: amenra, church of ra, ciclismo, classiche del nord, eeckhout, Kortrijk, pavè, post-metal, Santeria, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] AmenRa, CHVE, Syndrome. 24 febbraio. Santeria Social club
Il post-metal è una palla pazzesca. Un’orda di dischi tutti uguali, band tutte uguali, suoni sempre uguali, tanto che quando qualcuno esce dal coro c’è solo da gridare al miracolo. E come sempre capita per i miracoli, non accade per caso. Gli AmenRa sono uno di quei pochi casi in grado di sfuggire al metodo “fotocopiamo i Neurosis”. Sfuggono perché hanno un vantaggio geografico (vengono da Kortrijk, città più nota per le grandi classiche del ciclismo che per il metal) e soprattutto religioso, il che favorisce il miracolo. Gli AmenRa sono infatti i fondatori della “Church of Ra”, che alle messe nere tipiche del genere sostituisce sermoni spirituali ancestrali, dall’antico Egitto alle Fiandre rurali. Un ventaglio che permette di improvvisare fuori dai canoni, un po’ come rifilarti un live acustico dopo anni di ampli a cannone. Se riusciranno a raggiungere l’obiettivo, sarà ancora un miracolo. Amen.
AmenRa, CHVE, Syndrome. venerdì 24 febbraio. Santeria Social club. sedici euri!
Posted: Ottobre 28th, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: adriano zanni, BeMyDelay, boring machines, Everest Magma, hermetic brotherhood of lyx-or, mai mai mai, onga, ongapalooza, Santeria, satan is my brother, simon balestrazzi, volume, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Ongapalooza. 19 e 20 novembre. Santeria (entrambi).
C’era un’intervista di qualche anno fa ad Onga in cui il boss supremo (anche perché unico) dell’etichetta veneta Boring Machines raccontava di alcune delle richieste più bizzarre giunte alla sua mailbox. Non si trattava dei demo della solita cover band degli Oasis, ma di richieste ben più professionali: a quanto pare, infatti, le “boring machines” sono macchinari industriali ad alta tecnologia, utilizzate per scavare buchi. Con la denominazione della sua etichetta, invece, continuo a credere che Onga intendesse delle “macchine noiose”, come tali potrebbero risultare queste musiche a orecchie distratte: eppure di buchi ha finito per scavarne eccome, grazie alle bestemmie e all’instancabile sbattimento del suo manovratore. Tunnel in grado di mettere in comunicazione i disagiati di tutta Italia, e da lì all’Europa intera, cunicoli per fuggire dalle chiacchiere petulanti di una collega che passa i pomeriggi al telefono e infilarsi in quell’oscurità che se la guardi bene ti offre persino l’arcobaleno. Oggi queste macchine celebrano dieci anni, e per due giorni vengono a bucherellare una città che è già un colabrodo. L’elenco dei convocati è lungo, inevitabilmente. Si comincia sabato 19 al Santeria Social Club con un quintetto multiforme: Simon Balestrazz i guiderà le sue macchine noiose, l’Hermetic Brotherhood of Lux-Or ci metterà l’energia elettrica, Satan is my Brother guiderà negli inferi, Everest Magma ribollirà nel fuoco eterno e Mai Mai Mai lo spegnerà a secchiate; il tutto sotto il vigile sguardo dei video di Sara Bonaventura. Domenica, a Volume, Adriano Zanni riproporrà live dopo anni le sue immagini sonore e BeMyDelay in formazione a quartetto allstar di tre chitarre (Marcella, Maurizio Abate e J.H.Guraj) e batteria (Vittoria Burattini) chiuderà il tutto in un turbine psichedelico. Troveranno tutti il giusto sottosuolo di disagio in cui immergersi. E festeggiare.
Filip J Cauz
PROGRAMMA:
SABATO 19 NOVEMBRE c/o SANTERIA SOCIAL CLUB
EVEREST MAGMA
SIMON BALESTRAZZI
HERMETIC BROTHERHOOD OF LUX-OR
SATAN IS MY BROTHER
MAI MAI MAI
Video: SARA BONAVENTURA
Mostra Fotografica: RED DESERT CHRONICLES (Postcards from Ravenna)
Dj set: INTERVALLO RECORDS
DOMENICA 20 NOVEMBRE c/o Volume – dischi e libri
BEMYDELAY Quartet
ADRIANO ZANNI
Ongapalooza. sabato 19 e domenica 20 novembre. santeria. gratis.
Posted: Ottobre 20th, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: colnago, Jerusalem In My Heart, montreal, oman, Radwan Ghazi Moumneh, Santeria, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Jerusalem in my heart. 9 novembre. Santeria (nuovo).
Radwan Ghazi Moumneh ha una Colnago. O così almeno raccontava alcuni mesi fa, a notte inoltrata, dopo il live di Jerusalem in My Heart alla Sacrestia, indubbiamente una delle cose migliori viste in quest’anno solare. Ed è in sella alla sua bici che viene da immaginarselo a canticchiare melodie arabe su e giù per le colline di Montreal, così diverse dalle alture coperte di cedri che circondano la Beirut che lo ha visto nascere dalle montagne dell’Oman che l’hanno adottato. Massicci stratificati come ogni suo disco. Attraversati con dolore da una migrazione globale che segue un movimento circolare, come le ruote della bici di Radwan, come le bobine dei proiettori di Charles-André Coderre che dal vivo abbiamo la fortuna di sentire e avvertire presenti, facendo di questo duo qualcosa di assolutamente non rappresentabile nei pur splendidi album. Una pedalata a ritmo lento lungo i confini, tra oriente e occidente, tra elettronica e canzone, tra concettualità e liberazione. Una deriva psicogeografica, traslata nella materialità di musica e immagini, da un palco all’altro, ondeggiando sempre in movimento, ma con il rischio costante di perdere l’equilibrio e cadere.
Jerusalem in my heart, Kuru. Mercoledì 9 novembre. Santeria social club. 10 euri.
Posted: Settembre 18th, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: pete townshend, rock, rock'n'roll, Roger Daltrey, the who, tommy, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] The Who. 19 settembre. Forum.
Il problema con le rock band è che invecchiano. Invecchiamo tutti, per carità, e a piccoli passi o a grandi falcate ci avviciniamo verso quella pensione che, a differenza delle rock band, non percepiremo mai. Il problema però è che loro, per definizione, “suonano la gioventù”: Roger Daltrey e Pete Townshend hanno circa 72 anni e la loro “teenage wasteland” oggi probabilmente è un praticello ben curato fuori da una villetta a schiera. Di rabbia giovane conosceranno solo quella dei nipoti, e temo senza apprezzarla nemmeno troppo. Eppure le rock band continuiamo ad andarle a sentire anche quando invecchiano. Se fossimo illusi, lo faremmo per lanciarci in vigorosi air guitar alla rincorsa di quella gioventù che fu, per noi e per loro. Più terra terra, lo facciamo perché la vita ce l’hanno cambiata e un po’ continuano a farlo. Senza doversi abbandonare al nostalgismo, se anche dopo i 70 the kids are alright.
The Who. Lunedì 19 settembre, Forum (assago). prezzi da inflazione serba.
Posted: Agosto 22nd, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: algiersi, america, blck lives matter, magnolia, politica, trump, zero | Commenti disabilitati su [Zero2] Algiers. 30 agosto. Magnolia.
Gli Algiers sono stati l’ennesimo caso della musica “indie” attuale tra gli addetti ai lavori – ovvero chi è costretto a vivere la musica passando prima dall’impatto esterno che dall’esperienza diretta. Spesso, casi come questi sono fatti più di parole scritte che di suoni suonati, eppure qui pare differente: perché gli Algiers sono forse l’ultima band concretamente “politica” del rock americano. Con l’accento su concreto, politico e americano. Una sorta di post-punk intriso di nero, dove il nero non è nell’oscurità ma in una tradizione soul e funk: americano, insomma. Un gospel psichedelico che sa di guerra di liberazione, di rivolta degli schiavi. Era forse dai PIL degli anni d’oro che non si vedeva un frullatore così coerente nella sua proposta. In quel frullatore il trio di Atlanta ci butta Frantz Fanon e Odetta, Morricone, Sartre e i Sonic Youth. Ciò che ne esce è un quadro cinico e utopista allo stesso tempo, carico della violenza di un occidente capitalista in cui, per usare un vecchio adagio, «Se non sei parte della soluzione, sei parte del problema», dove il rumore è solo un pezzo della risposta a un mondo frammentato da una guerra sociale strisciante. E in un’America che alla guerra permanente ci ha fatto il callo prima ancora questi tre uscissero dalla culla, gli Algiers riscoprono un portato politico drammaticamente attuale. Il loro sito e i loro video sono una raccolta meditata di proclami delle Black Panther, critiche sociali e richiami artistici e musicali. Ciò che dovrebbe essere il pop ai tempi di Black Lives Matter e di Donald Trump: parte della soluzione.
Algiers. martedì 30 agosto. Arci Magnolia (Segrate). dieci euri.
Posted: Luglio 17th, 2016 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: market sound, neil young, pearl jam, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Neil Young & Promise of The Real. 18 luglio. Market sound.
C’è un video che circola in rete in cui Neil Young sale sul palco di un concerto canadese dei Pearl Jam, qualche anno fa, per unirsi alla band nel finale con Rockin’ in the Free World. A pensarci, potrebbe essere una delle cose più patetiche del rock: la vecchia star insieme ai suoi figliocci per eseguire il suo più grande successo – viene subito alla mente un’ipotetica scena finale di Rocky Balboa. C’è chi si sarà fermato qui, ma chi invece ha schiacciato play ha potuto vedere tutta un’altra storia, la stessa che si ripete ogni volta che Zio Neil sale su un palcoscenico. Una chitarra e una fornitura elettrica, lo spirito stesso di una musica che Neil Young incarna da esattamente 50 anni. Sarà difficile ammetterlo per qualcuno, ma l’ex Buffalo Springfield è da annoverarsi tra i musicisti più importanti e influenti dell’ultimo secolo, anche se il primo a negarlo sarebbe proprio lui. Neil Young entra a metà pezzo, e discretamente inizia a grattare le sue corde, con una semplicità talmente diretta che nel giro di pochi secondi ha in mano l’intera band, l’intero palazzetto, l’intero panorama del rock. Come al solito, come ogni volta che sale su un palco, come questa sera.
Neil Young & Promise of The Real. lunedì 18 luglio. Market sound, prezzi immorali (lo dice già il nome).