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Live & Loud (079)

Posted: Ottobre 22nd, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (079)

le-ventidue-domande-del-destino-L-wXGtJHCon l’inverno da disgelo alle porte e le spiagge affollate viene da chiedersi che senso abbia restare in questa cazzo di città-parcheggio. Magari qualcosa di buono da sentire potrebbe essere una ragione valida. Ecco ciò che incombe nella settimana che s’accorcia all’orizzonte.

Sebadoh e QUI al Bloom (Mezzago). Giovedì 23.
I Sebadoh sono l’altra band di Lou Barlow, uno che te lo dice già dal nome il suo essere basso, lento, triste e pesante. Dagli anni ‘80 tritano il mondo con il loro noise-rock a bassa fedeltà che non vuole sapere di evolversi. Magari i QUI, con il loro selvaggio anti-hop riescono a dargli qualche nuova idea. (Se il Bloom è troppo lontano, ci sono pure quei boscaioli dei Pontiak all’Arci Ohibò).

Si non sedes is, The New Flesh e Iron. Venerdì 24 al Cox18.
Una bella mattonata di post-hardcore, post-punk e post-tutto tanto per mettere in chiaro qualcosa. Ancora non mi è chiaro cosa. Read the rest of this entry »


-dopo- i Clock Dva al dude

Posted: Ottobre 20th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- i Clock Dva al dude

[*] ho dovuto passare per tre diversi kebabbari intorno a piazzale corvetto prima di trovarne uno che servisse la birra. una discontinuità alcoolica che non ha rotto il vero elemento che univa tutti quanti: il tivucolor acceso su italia1 per la trasmissione complottista “Adam Kadmon”.
poi sono arrivato al dude e sul palco stava suonando Sense Fracture, che avevo l’impressione di conoscerlo benchè fosse nascosto dietro una maschera che mi ricordava paro paro il conduttore dello show televisivo appena visto. e in fondo pure il suo terrorismo sonoro poteve stare bene per sonorizzare la paura che il programma cercava di divulgare…

dopo tutta questa riflessione, sono saliti sul palco i Clock Dva. nel suo pigiamone bianco, Adi Newton sembra Lucio Dalla il giorno in cui deve imbiancare casa eppure lo show sfugge dal bianco così come dal nero. è un live cromatico, questo dei clock dva, aiutato dai video in cui il rosso e il blu prevalgono e da una palette di suoni e rumori che spinge in direzioni diverse tutta la loro ossessività. un concerto di diretta derivazione kraftwerkiana, ma meno studiato e molto più paranoico, come se i kraftwerk sonorizzassero “Adam Kadmon”.

a un certo punto un tipo dopato nel pubblico ha iniziato a insistere con me affinchè sorridessi, benchè evidentemente non ce ne fossero ragioni. subito dopo però mi ha chiesto “hai scoreggiato tu?”, e la cosa mi ha fatto sorridere.
(no, non avevo scoreggiato comunque).

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


-dopo- Cadaver Eyes, ?Alos e Lago Vostok al Boccaccio

Posted: Ottobre 17th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Cadaver Eyes, ?Alos e Lago Vostok al Boccaccio

2014-10-17 00.06.41[*] che i milanesi non muovano il culo fuori dalla città è cosa ormai risaputa, figuriamoci di giovedì sera a monza. che si perdano cose valide per questo motivo è altrettanto pacifico, ma tantè.

ieri i lago vostok hanno dimostrato che è sempre cosa buona e giusta mettere dei giovani del posto ad aprire le serate, perchè capita che pure tre ventenni riescano a tirare su un bel casino, magari richiamandosi a dischi (penso a certi helmet) usciti quando loro erano ancora nella panza di mamma.

ieri ?alos, ripensando a pharmakon vista 3 giorni prima, mi ha ricordato quanti mostri possa creare una sola recensione di pitchfork. prima di attaccare il nuovo microfono a contatto e fare un esorcismo da cagarsi sotto.
e poi i cadaver eyes, e le orecchie che al risveglio fischiavano ancora, tanto che per tutta la pedalata verso casa non era nemmeno necessario ascoltare la musica. ci pensava la risonanza.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


-dopo- Suzanne Ciani a Macao

Posted: Ottobre 16th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Suzanne Ciani a Macao

[*]2014-10-16 00.56.03 Suzanne Ciani suona i cavi. e muovendoli di qua e di là, schiacciando pulsanti e strisciando dita tira fuori un agglomerato indiscusso di rumore.
ieri sera suonava accompagnata in un trio, accompagnata da piatti, cd ed elettronica. avrei voluto sentirla suonare da sola, ma forse sarebbe stato un pacco, forse ha davvero bisogno di questo pavimento sonoro su cui appoggiarsi, anche se ogni tanto il tutto finiva per scadere un po’ nel dub ma vabbè. in questa formazione ci ho impiegato un po’ più di tempo ma poi l’ho capito: Suzanne Ciani suona la punca.

sul resto della serata si può sorvolare, sulla performance si apertura e sul chiacchiericcio che è stato la vera colonna sonora della serata. a un certo punto una tipa in qualche fila imprecisata dietro di me ha detto “sembra di essere a berlino”. ed è sempre un bene quando si paga un tributo ai luoghi comuni.


[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


[cycle!] Red Hook Criterium: Milano, rumeni e bambù

Posted: Ottobre 16th, 2014 | Author: | Filed under: pedallica | Tags: , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [cycle!] Red Hook Criterium: Milano, rumeni e bambù

72014-10-16 00.56.03Nel weekend in cui il ciclismo su strada ha scritto di fatto le ultime pagine della sua stagione e quello del ciclocross ha iniziato a fare sul serio, un altro ciclismo forse più piccolo e nascosto ha celebrato uno dei suoi grandi appuntamenti di una stagione che di fatto non si ferma mai. Stiamo parlando di quello che gli esperti di “tendenze” definiscono Ciclismo Urbano, quella nebulosa in velocissima espansione che abbraccia un enorme numero di pedalatori, da chi sale in sella per spostarsi in città a chi dell’uso metropolitano della bicicletta ne ha fatto ormai anche una pratica sportiva. Un ciclismo che sembra invisibile agli occhi del Grande Ciclismo a cui siamo abituati, ma che attraversa una vitalità e una crescita, sia economica che di partecipanti, che il nostro “caro vecchio ciclismo” di questi tempi si scorda, almeno alle nostre latitudini.
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Live & Loud (078)

Posted: Ottobre 15th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (078)

1010122_746783658727489_6525826649861730822_nAll’armi, all’armi, arriva Putin in città insieme a un sacco di altri stronzi. Meno male non mancano di certo occasioni per snobbarli, ‘sti stronzi.

Okkyung Lee, giovedì 16 da O’ alle 20 e 00.
Compositrice, violoncellista, collaboratrice di quasi tutto ciò che di bello sa offrire il mondo dell’avanguardia, specie e fortunatamente al femminile… a Milano è quasi di casa, e questa per noi è una bella botta di culo.

Cadaver Eyes, ?Alos e Lago Vostok. Giovedì 16 al Boccaccio (Monza).
I Cadaver Eyes sono il cuore della scena noise anticapitalista israeliana, tanto basta per definirne la follia, senza la quale non andrebbero da nessuna parte, e noi nemmeno. Ad accompagnarli nell’ouverture dell’ottobre itinerante di TRoK! ci sono la rumorosa gioventù brianzola e la vampira del caos. Read the rest of this entry »


-dopo- l’a p p a r i z i o n e di Phaerentz

Posted: Ottobre 15th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- l’a p p a r i z i o n e di Phaerentz

[*] Petr aka Phaerentz è un uomo alto alto alto, tanto che a guardarlo aggirarsi sotto il basso soffitto insonorizzato di blau temi ogni due per tre che ci vada a sbattere con la capoccia.
poi si siede dietro al mixer e attacca un’orgia di loop che parte piano e poi monta e cresce e monta e cresce dall pp (pianissimo) al ff (fortissimo) fintanto che ti ci sei perso dentro e non sai più dove sbattere la testa… vorresti essere alto come lui per sbatterla almeno sul soffitto ma ancora niente.

un labirinto, un gorgo in cui affogare, una stanza di specchi, una spirale… e via con le solite frasi fatte che si usano per le musiche ipnotiche e “sequestranti” e ciao.
poi inizia ad abbassare, lentamente ma non troppo. finchè d’un tratto è il silenzio, e lì son cazzi, e lì davvero non sai più dove sei.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


-dopo- gli Swans all’Alcatraz

Posted: Ottobre 13th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | 2 Comments »

[*] ieri l’alcatraz era ridotto a metà, con il palco girato su un lato. l’ultima volta che l’avevo visto così era stato per i meshuggah, la prossima sarà immanuel casto. il che dà un senso a tutto.

sorvolo sulla prima esibizione di pharmakon perchè non c’è davvero nulla da dire. l’unica cosa che ricordo è l’odore delle sue ascelle quando è scesa tra il pubblico.
Il pubblico che, come spesso capita con gli Swans da quando si sono riuniti è bene o male multi-generazionale. per carità, non si vedono i ventenni, ma qui ci sono più capelli in testa e panze contenute che nel 90% degli altri concerti del genere. e questo è un dato quasi miracoloso.
il live di Thor Harris e soci :) è la solita orgia di rumore controllato. passano gli anni e diventa sempre più controllato e sempre meno rumore, ma sarà la furia che la band riesce sempre ad esprimere e saranno i volumi sufficientemente altissimi, fatto sta che resta sempre quell’impressione che ti stiano svitando le otturazioni dai denti. menzione superpiù per quel quarto d’ora di intro quasi solo gong + batteria che avrei voluto durasse due ore, la citazione del mitologico thor harris era dunque doverosa perchè questo è probabilmente al giorno d’oggi il gruppo con la miglior sessione ritmica al mondo. con buona pace degli studi odontoiatrici.

 

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-dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

Posted: Ottobre 10th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

[*] vedere l’alcatraz con tutte le sedie piazzate per benino e con tutto il pubblico quasi elegante è quasi uno shock, sembra che ci sia un nuovo teatro in città… e bisogna essere stupidi come me a non pensarci prima al fatto che non ci sarebbero stati i guardioni e si poteva riempire la borsa di birre a casa.

l’inaugurazione di MilanoMusica era una serata lunghissima divisa in due parti. la prima piena di gente con l’ictus ensemble che esegue “An index of metals” di Romitelli: un’orchestra di 13 elementi + 3 schermi di videoproiezione e l’elettronica che si alterna al soprano con l’orchestra che punteggia tutto e le chitarre elettriche che si liberano in una catarsi che forse era davvero metal. un concerto vertical, come specchiarsi nei vetri della facciata di un grattacielo mentre si precipita in caduta libera dal tetto.

a seguire il tributo elettronico aperto dalle frustate audio-video del prof. Max Viel, poi tocca all’inedita dystopia di Otolab che sta in equilibrio tra ambient-noise e cassa dritta e quasi quasi vince il primo. e mentre tutto il pubblico defluisce e deglutisce, sale sul palco Mika Vainio e fa un live talmente strano che non saprei nemmeno descriverlo. alcuni passaggi sono davvero orripilanti, ma il tutto è così grottesco che si fa fatica a staccarsi, come fosse la curiosità che poteva stimolare il trash prima che diventasse davvero spazzatura.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


-dopo- i Brutal Blues al Ligera

Posted: Ottobre 9th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- i Brutal Blues al Ligera

[*] il Ligera è un posto assurdo dove accadono spesso cose assurde e nessuno se ne accorge.
ieri sera sono andato per sentire i Brutal Blues (che prima un po’ erano i MoHa!, un po’ gli ultralyd, un po’ tutti quei gruppi noise norvegesi che fanno sbavare i timpani) ma prima di loro c’erano questi Agent Attitude. Punk svedesi, credo basti già l’idea. il pubblico era di 20 persone e tra queste almeno 14 cercavano di fare stage diving pur non esistendo un palco. qualcosa di precedente -e di molto- al concetto di old school. il concerto ne era la conseguenza. e tutto aveva un senso.

poi sono saliti sul palco i Brutal Blues ed è stato come essere investiti da un tir. non che mi sia mai successo di essere investito da un tir, ma sono certo al 99% che sia esattamente così. e in qualche modo è bellissimo.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.