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-dopo- il Krakatoa II

Posted: Ottobre 11th, 2017 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- il Krakatoa II

[*] Il 27 agosto 1883 il vulcano indonesiano del Krakatoa esplose in una delle più devastanti eruzioni riportate dalla vulcanologia moderna. Una catastrofe capace di disperdere ceneri in tutti i cinque continenti e di trascinarsi negli anni con effetti climatici simili soltanto a quelli dell’eruzione del vicino Tambora qualche decennio prima. Al di là degli oltre trentamila morti, l’impatto più clamoroso del Krakatoa fu quello sonoro: si ritiene che il suo boato sia il rumore più forte mai udito dall’uomo, avvertito persino a 5’000 chilometri di distanza.

Non so se i guaglioni del Freakout (a proposito di boati da lacrime) abbiano pensato a tutto ciò nel momento in cui hanno deciso di battezzare così il loro festival. Forse è stato solo un caso, o la cacofonia del nome che suona ancora meglio nel traslitterato indonesiano Krakatau, fatto sta che un festival denominato in seguito ad una percepibile tragedia è sempre bello, e che a Bologna nello scorso weekend c’era soprattutto rumore. Specie intorno al TPO, che ohibò, era la prima volta che ci mettevo piede da quando non era più al TPO ma in un altro TPO. In quello vecchio ci avevo visto i Fluxus ai tempi in cui a Bologna ci si drogava benissimo, oggi sono stati due giorni di tante cose, alcune cattive e diverse buone, tra cui…

* La prima cosa che ho sentito è stato Blackwood, così, a scatola chiusa. Solo alla fine mi sono accorto che era Eraldo Bernocchi, ma il sommovimento del cerume lo aveva già segnalato con gioia.
* La cosa più potente del sabato sono stati gli Holiday Inn, che è tipo la terza volta che vedo nell’ultimo anno e crescono crescono crescono senza fermarsi. Se poi li metti pure a suonare su un ring, è naturale che l’esperienza tracimi nel wrestling.
* In effetti quasi tutto il bene dei due giorni è stato su quel ring, ma quanta banalità, quanto squallore, altrove. Sul ring i Sigillum S (bentornati) e gli Starfuckers (bentornatissimi, grazie per continuare a non sostenere la pace sociale). Altrove robe al limite tra: i litfiba di elettromacumba, gli scout che fumano le prime canne, i metallari che si danno al brit-pop. Meno male che a chiudere il sabato c’era il rito di ?alos, che se lo dico così uno pensa di conoscerlo già invece no, cambia tutto, si sogna, si cammina verso la luce.
* Gli Arto sono appena nati, e speriamo che scalcino come infanti capricciosi a lungo.
* I Divus hanno avuto quella fregatura dell’eruzione del Krakatoa nel 1883. La loro scossa tellurica quindi è solo seconda in classifica sui sismografi del globo.
* i Melt Banana fanno lo stesso concerto da 20 anni. il caos vuole che sia dal doppio del tempo uno dei live più frantumachiappe al mondo, e va avanti come se nulla fosse, tra rumori e sudori, folla e stage-diving, tutti gli altri rimandati a un eterno settembre.

bang. boom. krak. crack. the destruction we assure with each other.

 

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera. epperò ci sono quelle volte in cui la sintesi non si puote.


Live & Loud (054)

Posted: Marzo 19th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (054)

mike-watt-041312-downloadLa scorsa domenica ho visto un tipo che leggeva la rivista “Il mio papa”, geniale pubblicazione monografica dedicata al biancovestito vaticano. L’idea è accattivante, e si presterebbe a un gran numero di altre iniziative editoriali: “Il mio Satana”, “Il mio stregone”, “Il mio voodoo” e via di seguito, lungo tutte le dannate declinazioni della musica del male, del rock’n’roll e dei suoi confini. A un certo punto si arriverebbe pure a “Il mio bassista”, e molto probabilmente lì troverebbe un sacco di spazio il signor Mike Watt, uno che da 30 anni a questa parte mena fendenti a tutto il rock alternativo americano, finisce per suonare nei riformati Stooges di fianco a Iggy (“Il mio rettile”) e domani sera sale sul palco del Leoncavallo, con i compagni di viaggio Missingmen e dopo gli ospiti Guess What e L’oeillere.
E diventa strano pensare che tutto ciò accada in un giovedì pieno a scoppiare di buona musica, ma capita anche questo. L’inizio è facile, perchè come spesso capita si parte da O’, dove Gordon Ashworth, The Rita e Kay Lawrence incrociano noise, field recordings e frequenze spurga-cerume. Dopodichè si migra fino al Leoncavallo per Watt & sodali, ben sapendo che ci si lascia alle spalle la scelta dei metalloni (i Corrosion of Conformity al Lo-Fi) e quella dei maratoneti avanguardisti, che a Macao trovano un afterhour di suoni che inizia con il jazz ri-editato dei Parallax e prosegue poi sempre più giù dove l’elettronica incontra la carta vetrata con Lumisokea, Cage Suburbia e Red Army Fracture. Read the rest of this entry »