Posted: Marzo 16th, 2021 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: concerti, daniel blumberg, dischi, field works, Heliocentrics, horse lords, Irreversible Entanglements, Jonah Parzen-Johnson, joyfultalks, kaja draksler, Liturgy, live, Nazar, okuden quartet, patrick higgins, praed orchestra, Rojin Sharafi, shabaka and the ancestors, Susje Ristch, uniform, Vile Creature | Commenti disabilitati su Belle musiche del 2020
Piccolo pippotto.
Nel 2020 ho partecipato a 21 concerti, abbassando giusto di un pochino la media di 160 all’anno del decennio precedente. Mai nella mia vita avrei pensato di vivere un anno senza musica. Mi piacerebbe dire che ora penso che mai nella vita mi capiterà di nuovo, ma a meno di sorprendenti fenomeni migratori sono già rassegnato.
I concerti più boni del mio 2020:
Pleiadees @ Cox18 (MI) // The Underflow @ Angelica (BO) // Keiji Haino @ Hangar Bicocca (MI) // Diamond Terrifier @ standards (MI) // Todd Barton @ piano terra (MI).
Triste, eh? Sì, triste. Anche perché senza i concerti non è che sia riuscito ad ascoltare molto altro. Dischi comprati nel 2020: credo zero. Dischi ascoltati, tanti ma poco. Quello che segue è l’elenco di un po’ di quelli che più mi sono piaciuti, che non sono quelli che ho ascoltato di più (altrimenti ci sarebbero sempre i Kinks, Eric Doplhy… o Achille Lauro) ma quelli che ritengo di mettere nero su bianco, che segneranno la puntina sul calendario dell’anno 2020. L’anno senza musica. leggo e sento in giro che è stato un anno di chitarroni, di rock e volumazzi, e finisce che invece quello che ha acchiappato di più nel mio salotto è una roba zozza e nevrotica alla Suicide. Che poi se ripensiamo al 2020, a quello che è stato, cosa c’è di più adeguato dei Suicide? tanto per dire che il problema sta sempre nell’orecchio di chi ascolta, e delle sue connessioni col cervello, col cuore e con le parti molli.
Dove però di musica ce ne è stata, perché siamo fortunati, e chiude un decennio incredibile, clamoroso, strabiliante, esorbitante, arrapante, pazzesco. Viviamo in un’epoca in cui si suona musica di una bellezza assoluta, anche quando non si può suonarla. E’ tutto troppo bello, tanto che non so mica se mi sento più all’altezza della contemporaneità. Dal 2021 (che dicono sia già iniziato) mando tutto affanculo e ascolto solo i This Heat, Battisti e Mingus. Ma per il 2021 c’è tempo, questa qui sotto è una selezione di ciò che fu e fine del pippotto.
Read the rest of this entry »
Posted: Febbraio 20th, 2019 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: 2018, anguish, Anne Guthrie, Ben LaMar Gay, Body/Head, caterina palazzi, daniel blumberg, daniel lanois, dischi, dylan carlson, Eli Keszler, Father Murphy, Henry Threadgill, Jerusalem In My Heart, Lasse Marhaug, lista, liste, lonnie holley, Low, massimo pupillo, moe, neneh cherry, Park Jiha, patrick higgins, sabaSaba, Senyawa, stefano pilia, Sunwatchers, Thalia Zedek, venetian Snares, young echo, young mothers, zs | Commenti disabilitati su Belle musiche duemiladiciotto – pt.2
Un mese fa avevo scritto qui una lunga lista dei concerti più belli visti nell’anno che fu, poi c’è stato il Festivàl di Sanremo, ora una lista ancora più lunga con i miei dischi preferiti. Che sarebbero troppissimi e mai abbastanza, perchè viviamo in un’epoca felice – almeno dal punto di vista dei timpani. Alcuni di questi dischi sono talmente belli che mi emoziono. Gaudeamus, et consumimur igni.
Come sempre è una lista molto parziale, molto personale, molto influenzata dal periodo in cui mi sono messo ad ascoltare, dagli ambiti di ricerca, dal fatto che tutto sommato per la maggior parte del tempo anche nel 2018 ho continuato ad ascoltare i Kinks.
L’ordine è rigorosamente alfabetico. Ove possibile (aka quasi sempre, dove manca c’è un surrogato) cliccandoci sopra si va diretti direttissimi allo streaming.
* Christopher Ali Solidarity Quartet – to those who walked before us
* Amuleto – Misztériumok
* anguish – s/t
* Anthroprophh – Omegaville
* lea bertucci – metal aether
* daniel blumberg – minus
* Body/Head – The Switch
* dylan carlson – conquistador
* Audrey Chen – runt vigor
* neneh cherry – broken politics
* Serang Dakko, Hamrin Samad, and Arrington de Dionyso – Unheard Indonesia vol. 14: Serang Dakko and Friends in Makassar
* father murphy – rising: a requiem for Father Murphy
* Ben LaMar Gay – Downtown Castles Can Never Block The Sun
* Anne Guthrie – Brass Orchid
* patrick higgins – dossier
* lonnie holley – MITH
* Robert Honstein – An Economy of Means
* jerusalem in my heart – Daqa’iq Tudaiq
* Park Jiha – communion
* Eli Keszler – Stadium
* mabel Kwan – Georg Friedrich Haas: Trois Hommages
* peggy lee – echo painting
* LOW – double negative
* Marble – Diego
* Mind Over Mirrors – Bellowing Sun
* Josh Modney – Engage
* MoE and Marhaug – Capsaicin
* No Name – room 25
* Oy – stimming
* Caterina Palazzi Sudoku Killer – Asperger
* Pilia + Pupillo ◉ ╋ ◑ – dark night mother
* rabit – cry alone die alone
* sabaSaba – s/t
* senyawa – sujud
* Sunwatchers – II
* Henry Threadgill 14 or 15 Kestra: Agg – Dirt… And More Dirt
* Ulthar – Cosmovore
* venetian snares x daniel lanois – s/t
* young echo – s/t
* the young mothers – morose
* Thalia Zedek Band – Fighting Season
* ZS – noth
Posted: Febbraio 14th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: -dopo-, 2017, concerti, jealousy party, kraftwerk, linda sharrock, marginal consort, matana roberts, midori takada, patrick higgins, sanremo, shabaka and the ancestors, the thing, thomas ankersmit, zuma | Commenti disabilitati su Belle musichette del 2017 – pt.1
Ora che il festivàl di Sanremo si è concluso si può smettere finalmente di guardare alla musica del futuro, da sempre rappresentata dalla kermesse canora ligure, e tornare a concentrarci sul passato. Per questo motivo comincia oggi una delle rubrichette più attese da tutto l’internet -e forse anche di più- ovvero questa in cui mi faccio i cazzi miei e gli dico (all’internet, appunto) le cose più belle che ho ascoltato nell’anno appena conclusosi. Si comincia, noblesse oblige, dai concerti.
stante al mio archivio, nel 2017 ho visto 196 concerti (diciamo che i festival hanno aiutato parecchio) e ho avuto il culo di vederne davvero tanti che mi hanno fatto scrocchiare il cuore. viviamo in un’epoca fortunata per quanto concerne la musica dal vivo, forse non in una città o in un paese fortunatissimi, ma l’epoca sì, evviva. Fare una classifica di tutta sta roba mi avrebbe bruciato le sinapsi per la fatica, quindi mi limito a selezionarne un gruppone di una trentina, dai quali si sgancia in fuga il drappello vincitore. L’ordine, in entrambi i casi, è rigorosamente cronologico.