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una molotov all’asilo nido. Atari Teenage Riot live. Milano 20.05.11

Posted: Maggio 27th, 2011 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | 1 Comment »

non ascoltare le opinioni altrui e’ una delle cose piu’ sagge che possiamo fare come esseri umani…
cosi’ quando mi e’ stato fortemente sconsigliato di andare a vedere gli atari teenage riot, ho pensato bene di fregarmene. era una giornata di merda, ma avevo un biglietto omaggio in tasca e 5 birre in corpo, perche’ dire di no?

be’, vaffanculo a tutti voi de “gli atari oggi sono la morte”, “gli ATR non sono piu’ quelli di una volta”, grazie al cazzo. chi puo’ dire di essere “quello di una volta”?

la verita’ e’ che il concerto degli ATR e’ ancora una molotov buttata in mezzo a un asilo nido. sono pochi, pochissimi, tendenti a zero, i gruppi che riescono ancora ad animare 15 metri di pogo sotto il palco *a milano*. gli ATR ce la fanno, e pure facilmente, anche con faciloneria forse, ma e’ una botta di vita che regge a tutt’oggi. Read the rest of this entry »


[4/4] one more pogo

Posted: Febbraio 18th, 2011 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [4/4] one more pogo

Belin che voglia incredibile che avrei di pogare. Senza esagerare, senza violenza o gomiti alti, solo il puro caos dell’ammassarsi di carni umane una contro l’altra, corna al cielo ed headbanging fino ai crampi al collo. Perchè il pogo, e l’headbanging in minor misura, è una creatura scomparsa. Un fantasma estintosi con il tramonto di un secolo, con il finire di quel decennio strafighissimo che furono i 90s, almeno dalle nostre parti. L’ho trovato ancora ad altre latitudini il pogo old-school, a San Francisco quest’estate ho rivisto 20 metri di bolgia di sottopalco da commuoversi, ma qui neppure gli Slayer ce l’hanno fatto. Oggi sotto i palchi c’è solo un lento ondeggiar di mani che spingono in alto display luminosi, telefoni mobili e macchine fotografiche, annacquati spesso in un chiacchiericcio distratto, complici i volumi da cameretta.
E per ritrovare la bolgia, qualla vera, bisogna cambiare lande oppure inseguire qualche vecchiaccio che la scarica energetica riesce a dartela ancora tale e quale, a prescindere dalle condizioni al contorno. Vecchiacci del genere, tra i miei preferiti, sono gli Wire, una leggenda suonante davanti ai quali qualche estate fa, sotto un torrido tendone di Benicassim, vidi esplodere l’inferno. Spero continuino ad avere lo stesso effetto, la prova è mercoledì 22 al Bloom di Mezzago.

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