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[Zero2] Makaya McCraven. 20 luglio. Triennale.

Posted: Luglio 20th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , | No Comments »

Per quanto diversamente possano sostenere i machos del sex, drugs and rock’n’roll, per quanto possano raccontarsela muscolosi rapper fuori dal tempo, per quanto possano osteggiarla cantanti pop dai bacini in perenne ondeggiamento, non vi è nulla di più sexy del jazz nel mondo della musica, non prendiamoci in giro. Se la cosa ancora non ti convince, beh, prova a chiedere a Makaya McCraven. Anzi, prova anche solo a mettere su un disco di Makaya McCraven. Ancora meglio, prova ad andare a vedere . Basteranno pochi minuti per rendersi conto che quel brivido è partito certamente dalle orecchie ma ben presto si è insinuato nelle mutande. Senza possibilità di resistervi.

Cresciuto a pane e musica da papà Stephen, allievo di Max Roach e a lungo tempo sodale di Archie Shepp, e mamma Agnes Zsigmondi, flautista di musica tradizionale ungherese, Makaya è già diventato un faro per il jazz contemporaneo, quel miscuglio di spiritual, free, cut-up, post-rock, soul, tradizioni etniche e musiche per organi caldi che ha fatto scoppiare cuori e orecchie di tutti gli appassionati, pescando in una tradizione profonda e stravolgendola, guardando con decisione oltre l’orizzonte. Lui la chiama “organic beat music“, con una buona sintesi in cui il beat sta al centro, perché Makaya è sì uno straordinario compositore, ma resta soprattutto un percussionista. Il suo talento sta nel battere e nel far battere, cuori e inguini. E mani e martelli, menti e bastoni, perché l’erotismo è amore, e dall’amore nascono le rivolte, le rivoluzioni. E come ci insegna la lunga storia del jazz, ancora ben lontana dai suoi capitoli conclusivi, non c’è nulla di più sexy di una rivoluzione.


[Zero2] Mabe Fratti. 9 giugno. Planetario Torino.

Posted: Giugno 7th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | No Comments »

Mabe Fratti ha puntato il suo obiettivo molto lontano, ma non ha alcuna fretta per raggiungerlo. Un obiettivo ampio: l’Universo. E un punto di partenza più che mai concreto, la terra, quella minuscola. La terra in cui ha i piedi ben piantati non è semplicemente il pianeta su cui tutti incidentalmente ci siamo ritrovati a vivere, bensì la terra che dà vita, germoglia, accoglie e sorregge.

Sin dal suo esordio solista, anno 2019, la violoncellista ha piantato le sue fondamenta nel profondo della sua terra, tra Guatemala e Messico, e da lì ha costruito una lunga rampa di lancio, come un’antenna per connettersi allo Spazio più profondo. Non per desiderio di conquista, ma per fame di contatto, di portare la sua storia, la sua visione, come una tra le tante storie dell’umanità, altrove nel cosmo.

Così dopo aver elaborato un piano e averlo messo in moto con due straordinari dischi di ambient-jazz ipnotico e poesia, lo scorso anno, con “Se ve desde aquí“, si è librata in volo, per osservare il mondo come Gagarin: dall’alto, dove tutto si vede, senza frontiere né confini.

A Torino, per chiudere il programma di Jazz is Dead, Mabe Fratti suona in un planetario, con lo sguardo all’insù, perso tra le profondità del cielo. Non sarà un concerto, piuttosto un dialogo interstellare. Arrivate aperti.


[Zero2] NJ Weekender Spring Edition. 15&16 aprile. Nòva.

Posted: Aprile 14th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] NJ Weekender Spring Edition. 15&16 aprile. Nòva.

Non fatevi trarre in inganno. Il nome, “NJ weekender Spring Edition“, sembra uscito da qualche volantino newyorkese, ma fortunatamente non è così, non c’è da preoccuparsi. Quel NJ non è un logo da cappellini da baseball, bensì il semplice acronimo di Novara Jazz, e di americano c’è solo qualche musicista, per il resto i piedi sono ben piantati tra le risaie.

Di questi tempi capita spesso, infatti, che al parlare di festival (ma non più solo di festival, oggi anche solo di concerti, forse addirittura di bar) si invochi il fantasma dell’internazionalità, che nulla ha da spartire con un più celebre spettro che, oltre un secolo fa, “si aggirava per l’Europa” ma molto ha da dire sui tempi in cui viviamo, quelli dell’omologazione. Così, come le città di tutto l’Occidente (e oltre) stanno irrimediabilmente diventando una uguale all’altra, c’è chi desidererebbe la stessa cosa dai festival. Ma se questo da qualche parte accade, beh, non accade a Novara. Come un piccolo gioiello resistente, Novara Jazz è da quasi 20 anni un valido antidoto alla globalizzazione, un festival “di provincia” aperto al mondo, ma con il coraggio di guardare a un mondo che si estende in ogni direzione, a partire dalle strade di casa. E non perde l’occasione di ricordarlo, pure fuori stagione.

Questo “weekender” apre le braccia alla primavera accogliendo voci e suoni da tre diversi continenti, mischiando live e dj set per un ricco antipasto della stagione che verrà. E se il trio dei Jazz-Bins di Marc Ribot (con Greg Lewis e John Dyson) o il sublime Ahmed Quartet hanno già l’aura dell’imperdibilità, le orecchie andranno ben tese tanto per le selezioni della dj ugandese Catu Diosis quanto per tre progetti italiani ma dallo sguardo globale che più globale non si può, come Alessia Obino, Al Doum & the Faryds e Rhabdomantic Orchestra (il cui live è una danza irresistibile). È primavera, gli alberi sono rigogliosi e tutto fiorisce, a Novara anche la musica: una specialità locale per ogni stagione.


[Zero2] dEUS. 29 marzo. Magazzini generali.

Posted: Marzo 24th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] dEUS. 29 marzo. Magazzini generali.

Non esiste paese al mondo in cui la cultura del bar sia più forte del Belgio, non esiste regione al mondo in cui i bar siano più popolati e trasversali delle Fiandre, non esiste città al mondo in cui sia più piacevole trascorrere una o più giornate al bar di Anversa. Basterebbe tutto ciò per spiegare l’esistenza e il valore dei dEUS, senza la necessità di spiegarli, senza nemmeno il bisogno di scherzare sul fatto che degli unici due membri superstiti della band originale, uno si chiami (Tom) Barman. Sarebbe tutto superfluo, perché basta mettere su un disco dei dEUS, da capolavori come i primi, figli legittimi della decade benedetta dei ’90s, fino all’ultimo “How to replace it”, arrivato dopo un silenzio sin troppo lungo, per salire su una catapulta e trovarsi fiondati lassù, col vento che sbatte sulle finestre, il cielo che ti acceca coi suoi colori da impressionisti, i gatti che ronzano sulle sedie libere, i bambini che giocano entrando e uscendo dalla porta, gli anziani nei tavoli d’angolo e i giovani a far caciara al bancone, e tutto un fluire di birre, una meglio dell’altra: vlaamse rood, oude geuze, tripel, saison… Ascoltare i dEUS, con quelle chitarre così fuori moda e per questo dannatamente umane, con quel suono sghembo che più che psichedelico si direbbe sbronzo, con quei momenti soul così viscerali è come trascorrere un pomeriggio in un bar di Anversa, forse un po’ meno sbronzi, ma su quello ci si può lavorare. Certo, le birre dei locali milanesi non saranno mai all’altezza, per una volta concentriamoci sul bere con le orecchie.

 


[Zero2] Otolab ‘Circo ipnotico’. 24 marzo. Casa degli artisti.

Posted: Marzo 24th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Otolab ‘Circo ipnotico’. 24 marzo. Casa degli artisti.

Ci sono tante ragioni per apprezzare il lavoro svolto dal collettivo Otolab in questi, boh, più di vent’anni. Dalle feste al freddo del Deposito Bulk ai festivalini pettinati dei designer milanesi, Otolab non ha avuto paura di presenziare, illuminare (letteralmente), invadere, talvolta aggredire e bombardare. Ci sono tante ragioni, ma per me quella principale era sempre stata la capacità, nei loro live di audio e videoproiezioni, di riconfigurare lo spazio circostante. Abbandonarsi al gorgo di immagini e suono era spesso e volentieri la miglior via di fuga da un paesaggio che poteva essere allo stesso modo estremamente accogliente o totalmente respingente, poco importava. Poi è arrivato il Circo Ipnotico, e mi sono reso conto che non c’avevo capito nulla. Dagli acquerelli su un piatto rotante degli albori alle spirali laser di un immaginario domani, passando per lo “Psicoscopio” e il “Pepposcopio”, strumenti autocostruiti tra analogico e digitale che stanno al nucleo dell’odierno live, il Circo Ipnotico è esattamente ciò che promette: un rituale di ipnosi collettiva. Una cerimonia esoterica dub in cui la sinestesia lascia spazio alla trascendenza, e a riconfigurarsi non è più soltanto la geografia, ma la realtà tutta. Un motivo in più, il più valido, per apprezzare il lavoro di Otolab. Perché andare a un loro live e come andare al Circo.


[Zero2] Radicants. 15 marzo. Triennale.

Posted: Marzo 15th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Radicants. 15 marzo. Triennale.

Si chiama Radicants l’incontro tra Ballaké Sissoko e Lorenzo Bianchi Hoesch, e a pensarci bene, ad ascoltare bene quel poco che questo duo, il cui progetto è fresco di nascita e con un disco ancora da registrare, dà esattamente l’impressione che sia tutta una questione di radici. Radici diverse, lontanissime ma trovatesi a contatto nel terreno globale, intrecciatesi in una relazione difficile, talvolta conflittuale, ma che ha finito per farsi spazio e crescere alla ricerca del sole. Le radici di Sissoko abbiamo imparato tutti a conoscerle bene, nel corso di un quarto di secolo abbondante di musica, dalle orchestre del Mali fino a un continuo peregrinare nel mondo, tra blues, jazz e canzoni; musica fatta di elementi semplici, come ricorda lui stesso: dieci dita e 21 corde. Le radici di Hoesch sono forse più oscure, annidate in circuiti di silicio grazie ai quali ha composto a lungo musica per teatro, danza o installazioni. Il risultato dell’intreccio è un processo trasformativo, in cui è la kora di Sissoko a prenderti, cullarti e portarti al largo, ma quando sei lì che galleggi rilassato è l’elettronica di Hoesch a tirarti bordate, onde anomale che perturbano l’equilibrio e ti portano fuori rotta. E così facendo, ti portano a scoprire destinazioni nuove.


[Zero2] Jazzmi 2020. Dal 22 ottobre. In giro.

Posted: Ottobre 14th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Jazzmi 2020. Dal 22 ottobre. In giro.

È difficile esprimere con parole la sensazione che ho provato nel ricevere la notizia che quest’anno ci sarebbe stato JazzMi. La nota di presentazione del festival parla di “coraggio, solidarietà, tenacia e unione”, ma c’è qualcosa di più nella ricetta di quest’iniziativa. C’è la follia, il sogno, l’utopia. C’è lo stimolo a inseguire sempre l’orizzonte, anche quando l’orizzonte si sposta più lontano, anche quando non lo si vede proprio più. È inutile girarci attorno, il 2020 è stato ed è un anno di merda per noi appassionati di musica, il peggiore delle nostre vite.

Si potrà osservare che ci sono problemi più importanti, che davanti alle emergenze tutto dovrebbe passare in secondo piano, e sarebbe un’osservazione corretta. Ma non si può vivere lasciando ciò che si ama perennemente in secondo piano, non si può rassegnarsi alla staticità dell’emergenza, non si può smettere di guardare verso l’orizzonte. JazzMi nel 2020 è questa cosa qua, è una corsa allegra e sfacciata verso il futuro. E poco importa se ci sarà meno pubblico, se staremo distanti, se i grandi nomi dall’estero non saranno tutti quelli a cui ci siamo abituati (fin troppo bene). Importa il desiderio, e la fantasia con cui costruire le strade per realizzarlo.

E adesso avrei dovuto scrivere di chi suonerà a JazzMi, di un programma che nonostante tutto è ancora grasso e nutriente, di Paolo Angeli e The Comet is Coming, di Sarathy Korwar e Don Karate, ma ho già scritto troppo e in fondo cosa importa. Andate a sentire quello che vi pare, e quando non sapete cosa scegliere abbandonatevi al caso. Cadrete comunque in piedi, farete comunque felici le vostre orecchie, ma soprattutto darete una scarica di energia al vostro cuore, che è l’organo insostituibile per rimettersi in cammino verso l’orizzonte.

 

Jazzmi 2020. Dal 22 ottobre al primo novembre, in giro per milano.

 

 

 


[Zero2] Zines e Punx = TNT. 25 febbraio. Macao.

Posted: Febbraio 18th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Zines e Punx = TNT. 25 febbraio. Macao.

Appuntamento algebrico in quel di Macao. Una serata che si presenta come un’addizione: ‘zines + punx = TNT. E al di là del fatto assodato che la matematica non è un’opinione, qui è difficile dargli torto. La dimostrazione è talmente inappuntabile che non occorre nemmeno risolvere l’incognita del TNT. Che si tratti di trinitrotoluene (meglio noto con il nome d’arte Tritolo, protagonista di spettacolari eventi pirotecnici) o che si tratti del gruppo di agenti segreti capitanati da Alan Ford e dal diabolico Numero Uno, la formula funziona alla perfezione.

Perché il punk è un’esplosione, ma che avviene solo grazie all’innesco di un detonatore che è la reazione a catena dei legami umani, di corpi che si incontrano, si scontrano, si baciano, si parlano e si scrivono. Il punk non sarebbe mai esistito senza le fanzine. E le fanzine non sarebbero mai servite senza i punk, quel gruppo strampalato di agenti segreti, un po’ terroristi e un po’ pasticcioni, fuoriusciti dai retrobottega per incendiare il mondo.

Messi insieme, ‘zines e punx, possono fare e disfare qualsiasi cosa. Anche una nuova fanzine, nell’anno 2020, realizzata dal collettivo Mastica’zine e celebrata in questa prima zine-fest assieme a quei mattacchioni di Occult Punk Gang. “Ero una fanzine” è un numero monotematico dedicato all’eroina. Un tema non casuale per il numero zero del nuovo progetto, utile far subito saltare in aria tabù e pregiudizi morali. E se non bastassero, dopo la presentazione e dopo un’orgia di ospiti dall’editoria DIY, si accendono gli ampli e cominciano a suonare i punx. E sbadabem bum buuuuuuuum.

 

‘zines + punx = TNT: presentazione “Ero una fanzine”, live di Nylex, Krasue, Drimee Timedee, No Morphins. martedì 25 febbraio. Macao.


[Zero2] Yader, Polonius. 22 febbraio. standards.

Posted: Febbraio 18th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Yader, Polonius. 22 febbraio. standards.

Da qualche mese ormai gli stregoni di Artetetra hanno trovato casa a Standards. Operano dietro una porta nascosta, come si vuole per qualsiasi esoterismo, ma la loro presenza ha ormai permeato l’aria. Una porta bianca, sotto la quale si intuisce il balenare di mille colori, che guizzano e mutano, plasmando nuovi mondi e risvegliando divinità sopite. Perché di tetro quest’arte ha ben poco, tuttalpiù è strana, bizzarra, misteriosa. Non ci fossimo già sputtanati il termine in ogni modo, potremmo definirla occulta.

Ora che sta di casa a Standards, però, c’è l’occasione ghiotta di spalancare quella porta e lasciare quei colori liberi di diffondersi nel cielo, almeno per un po’. Il rituale orchestrato dalla cricca sciamanica questa volta evocherà due creature ben differenti. Si parte evocando lo spirito di Polonius, che irromperà dalla piramide di Stargate come un fantasma mutaforma, balzellando tra rumori fruscianti, cut-up sonori e colonne sonore di immaginari kolossal in costume.

Prima di essere tramutati tutti in sfingi la maledizione sarà spezzata da Yader, un trio creato geneticamente dall’unione tra il Jooklo Duo e il venezuelano Bear Bones, Lay Low. Cresciuto come jam a margine dei concerti e divenuto adolescente in lunghe sessioni casalighe, Yader si è impiastricciato con tutti i colori della psichedelia, da quella più sviaggiona e minimale all’andamento lento di un’elettronica da fine party, quando l’hangover ha già preso il comando. Che è anche il momento giusto per cominciare a riprendere contatto con la realtà e la strada di casa. Yader lentamente svanisce e si porta via tutta la tavolozza. La porta bianca si richiude. La Messa è finita, andate in pace (fino alla prossima).

 

Yader, Polonius. sabato 22 febbraio. Standards. Pochi euri.


[Zero2] Keiji Haino & Russell Haswell. 09 febbraio. hangar bicocca

Posted: Febbraio 18th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Keiji Haino & Russell Haswell. 09 febbraio. hangar bicocca

Una volta ho visto su un sito di dating una ragazza uguale a Keiji Haino: capelli corvini lunghi e lisci, occhiali da sole sovradimensionati. Me ne sono subito innamorato, inevitabile vista la somiglianza. Motivo per cui ho chiuso il sito, ho dimenticato l’anonima fanciulla, e mi sono rimesso ad ascoltare i Fushitsusha, un amore che avevo a portata di mano senza bisogno di piattaforme di comunicazione intermedie.

Strumenti sempre inutili, ancora di più nel caso di Keiji Haino, che dopo quasi 50 anni di carriera e oltre 170 dischi è più difficile da schivare che da incontrare. Haino ha collaborato con chiunque e ha suonato qualsiasi cosa. E non perché sia l’ennesimo “prezzemolino” di un ambiente spesso autoreferenziale come quello della musica radicale, ma molto semplicemente perché è un fottutissimo genio. Passano gli anni e resta un maestro per chiunque si approcci alla musica con l’intento di decostruirla, torturarla e spalancare mondi nel cranio di chi la ascolta.

Per Russel Haswell, ad esempio, che aprirà la serata con la sua elettronica concreta e deprogrammata, che da gente come il maestro giapponese ha imparato tantissimo. I due musicisti, come spesso accade dentro all’Hangar, si esibiranno all’interno degli spazi di una mostra, cercando di dialogare direttamente con le sculture e installazioni create dal baffuto gallese “Cerith Wyn Evans”, sfruttando materiali come la luce e il suono. Materiali effimeri, inafferrabili, indefinibili, un po’ come l’amore, quello che è impossibile non provare per chi non si è ancora stancato di insegnarci come si fa a fare casino.

 

 

“… the amplifying gas”: Keiji Haino & Russell Haswell. domenica 09 febbraio. Hangar Bicocca. gratis!