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Posted: Ottobre 19th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: art ensemble of chicago, asylum, Bill Laswell, colin statson, festival, hailu mergia, imogen heap, istanbul sessions, james senese, jason moran, jazzmi, john zorn, milano, Ron Carter, stefano bollani, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Jazzmi 2018. 1-13 novembre. milano.
Dove eravamo rimasti? JazzMi torna, un anno più tardi, più ricco e sfaccettato di prima. Milano no, non è cambiata, è sempre lì, con tutte le sue contraddizioni: il fermento che arriva dal basso, i grandi eventi patinati in superficie e un certo grigiore istituzionale a minacciare la libertà d’espressione quando intacca certi interessi o esce un po’ troppo dal seminato. Questo è uno scontro impari, rumoroso, tra spinte discordanti. La forza centripeta di una città che guarda al proprio ombelico, a un centro da imbellettare, svendere e rimarchiare, contro la forza centrifuga di energie e in questo caso di una rassegna – unica nel suo contesto – che ha avuto la capacità di costruirsi dalle fondamenta, affondandole per bene nel sostrato cittadino, e costruendo un piano dopo l’altro, un anno dopo l’altro, sino a bucare le nubi e vedere finalmente il sole. Nelle hamburgerie all’ombra dei grattacieli forse non se ne accorgerà nessuno, ma questo scontro impari lo sta vincendo JazzMi: lo si capisce da come gli sguardi sul mondo siano ormai contrattaccambiati, da come l’universo là fuori occhieggia con JazzMi, ne riconosce il dinamismo e la speranza. Due termini che racchiudono tutto il programma di questa edizione che in due settimane condenserà oltre 150 concerti spaziando tra mammasantissima delle avanguardie (Art Ensemble of Chicago, John Zorn & Bill Laswell), nomi ricorrenti (Chick Corea, Enrico Rava, John Scofield), astri nascenti (Jason Moran, Christian Sands) e indomiti vecchietti (Ron Carter, Steve Kuhn, Maceo Parker, James Senese), suoni delicatissimi (Judi Jackson) e violentissimi (Colin Stetson), senza disdegnare nemmeno le pagine più pop (Paolo Conte, Stefano Bollani) e le contaminazioni di un mondo che si amplia abbattendo confini geografici (Hailu Mergia, Istanbul Sessions, Antonio Sánchez) o artistici (Imogen Heap, Kamaal Williams, Asylum). E per non farsi mancare nulla aggiungerà proiezioni, incontri, confronti, presentazioni di libri e persino un approfondimento sul canto delle balene. JazzMi è il festival migliore di Milano, nel senso che è tenace, vivo, vario; nel senso che è proprio meglio di Milano. Speriamo torni presto.
Jazzmi 2018, dal 1° al 13 novembre. un sacco di posti, un sacco di gente, un sacco di prezzi, talvolta anche un sacco di soldi.
Posted: Ottobre 19th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: acusmonium, japan, pensione, plunge, porcupine tree, richard barbieri, robert piotrowicz, san fedele, strategia della pensione, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Robert Piotrowicz + Richard Barbieri. 22 ottobre. san fedele.
Se mai dovessi raggiungere l’età pensionabile (la cosa è molto improbabile, di questi tempi la morte per inedia in mezza età è la più quotata dai bookmaker) vorrei arrivarci come Richard Barbieri. Approdare a una vecchiaia dalla creatività stanca ma non estinta, trascinandomi sulle spalle un fardello di esperienze in grado di schiacciare al suolo intere generazioni successive. Vorrei aver esplorato un ventaglio di esperienze così diverse da essere cacciato per impurità da ogni salotto, come uno che ha suonato dal glam-rock all’ambient, passando per il prog, il dark, il metal, la psichedelia, i Japan e i Porcupine Tree, l’elettroacustica e l’IDM. Vorrei aver assecondato la progressiva perdita dell’udito (su quella sì, sono già a buon punto) imparando a selezionare le frequenze utili, quelle da ricordare con persistenza, e poco importa che le altre siano svanite nell’impercettibile. Vorrei avere ancora le forze per girare da solo in ciò che ancora attizza la fantasia, dagli acusmonium dei preti ai festival come Musica Genera, il festival sperimentale polacco nato sull’onda dell’omonima etichetta di Robert Piotrowicz, l’improvvisatore elettroacustico che Plunge ha deciso di affiancargli questa sera. Invece no, non ci arriverò all’età pensionabile e se anche dovessi farcela non avrò comunque una pensione. Però è bello pensare che Richard Barbieri ce l’abbia fatta, e un po’ invidiarlo, ma soprattutto ascoltarlo.
Inner Spaces: Robert Piotrowicz + Richard Barbieri. lunedì 22 ottobre. auditorium san fedele. una dozzina d’euri.
Posted: Ottobre 17th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: -dopo-, andy moor, area sismica, chiesa, chiodi sulla via crucis, dkv, enrico pace, festival, forlì, forlì open music, Gianni Trovalusci, gustav holst, hamid drake, igor roma, irvine arditti, ken vandermark, Kent Kessler, Kyriakides & Moor, Luigi Ceccarelli, open border, papa francesco, porcodio, salvatore sciarrino, the necks, Yannis Kyriakides | Commenti disabilitati su -dopo- Forlì Open Music 2018
[*] non ricordo se ero mai stato a forlì in precedenza nella mia vita, immagino di sì, ma chissà, è come se fosse la prima volta. e la prima cosa che mi è balzata all’occhio sono state croci e campanili, chiese e chiese, chiese, chiese. Forse per questo Forlì Open Music si è tenuto in chiesa, perchè non c’era altra soluzione. Cotante chiese che girato l’angolo ci siamo imbattuti in una locandina di un festival punk locale, illuminata da una band che ha scelto come proprio nome Chiodi sulla via crucis. Ringrazio il punk tutto, mi auguro di vedere i Chiodi al più presto in azione, magari al prossimo Forlì Open Music, la cui chiesa di fatto non era più una chiesa. Trasformata perfettamente in un auditorium senza bisogno di stravolgimenti architettonici ma con un’attenzione all’acustica e alla fruibilità invidiabile. Una di quelle scelte così perfette che si possono trovare solo nelle città di provincia, a Milano ce lo sogniamo un luogo simile per i concerti, così come ci sogniamo un festival come questo, e pure i Chiodi vedo che non hanno in programma date in zona…
Però mi accusano di parlare sempre e solo di sta cazzo di Milano e invece torniamo a forlì che è pure tardi, l’ex chiesa di san giacomo dovremmo occuparla per farci suonare del punk anticlericale, e in attesa godiamocela così com’è. Lunga vita a un festival come questo, in cui lo zampino di Area sismica è talmente evidente che sempre di stare ad area sismica (anzi, a un certo punto nella notte di sabato ci siamo pure arrivati – grazie). Read the rest of this entry »
Posted: Settembre 19th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: alcool, dal verme, inferno, Low, mormoni, paradiso, porcodio, rumore, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Low. 05 ottobre. Dal verme.
Ho un amico che ragiona da tempo su una serie di compilation in cui le band sono suddivise per credo religioso. Se dovesse arrivare a farne una anche per i mormoni, probabilmente sarebbe una monografia dei Low, e sarebbe la più sincera di tutte. Non vi è band al mondo, infatti, che riesca ad aderire più dei Low al proprio credo, una scelta che più che artistica è di fede. Come tutte le religioni, a eccezione del Pastafarianesimo, il messaggio di fondo è uno solo: che la vita è una merda, che siamo condannati a vagare ciechi per il globo trascinandoci un fardello di sofferenza fino al giorno in cui una qualche divinità non si deciderà a incenerirci con una saetta. La musica dei Low sa profondamente di peccato, ma non ha bisogno di rincorrere la mela proibita – ci fa sentire scacciati dal giardino dell’Eden chiamandoci per nome, infierendo su ogni nostra debolezza. Per questo è così lenta, disturbante, scarna: per farci stare male come ogni mattina quando ci svegliamo. Un loro concerto è un anti-rituale, anzichè la salvezza celebra la normalità, quella che lascia più disperati di prima (e un titolo come quello del loro ultimo album, “Double Negative”, non lascia troppo spazio alla fantasia…). Il desiderio ultimo sarà solo quello di trovare un bancone cui adagiarsi e annegare i propri pensieri: non sarà una scalata verso il Paradiso, ma il modo più efficace per fuggire dall’Inferno.
Low. venerdì 05 ottobre. teatro dal verme. un inferno di euri.
Posted: Settembre 11th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: metal, Santeria, voivod, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Voivod. 20 settembre. Santeria.
L’unica volta che ho visto i Voivod dal vivo era a un festival metal di quelli con le band storiche e il pubblico che carica i bagagliai di birre e macina chilometri dalle province più arroccate per alzare ascelle e corna al cielo. Verso fine concerto Snake Bélanger si girò verso la band e cominciò a sbracciarsi come un direttore d’orchestra, in un gioco spontaneo e quasi infantile, poco compreso dal serioso pubblico delle prime file. Fuori luogo come i Voivod: alieni del metal che si scoprivano psichedelici quando gli altri acceleravano e menavano; si avventuravano nella fantascienza quando altrove si celebravano riti satanici; e quando gli altri digrignavano i denti, i Voivod aprivano inattesi sorrisi. Lo fanno felicemente da 35 anni (con un disco in uscita l’indomani della data milanese) e continuano: ci sarà da divertirsi.
Voivod. Santeria nuovo. giovedì 20 settembre. Tanteuri.
Posted: Settembre 11th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: artetetra, cesura, dj vatileaks, fotografia, macao, reporter, vipra, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Cesura X years party. 08 settembre. macao.
Ci vorrebbe una bella cesura. Non tanto per rientrare dalle vacanze, anche perchè mica tutti ci vanno, e tanti di quelli che ci vanno lo fanno continuando a lavorare, restando uguali, immobili nello spostamento. Ci vorrebbe una bella cesura col presente. Tagliare una riga verticale in mezzo all’orizzonte e dire: mo’ basta, diamoci un taglio e ricominciamo da zero, lasciamoci alle spalle un mondo che pensa solo ad affogare il prossimo, una città che per certi aspetti sembra diventata solo una vetrina, scenografia da soap opera a prezzi gonfiati. Ci vorrebbe una spaccatura brusca, financo dolorosa, per affrancarsi dal dolore. Ma per individuare il punto di rottura, ci voleva prima un’esplorazione, una ricerca del dettaglio, della fragilità su cui insistere, colpo dopo colpo. Cesura è un collettivo di fotografi che prova a immortalare il mondo così com’è davvero, in colori e diversità, dolori e avversità; lo fa da dieci anni e questa volta si festeggia. Nel corso di una notte le immagini di Cesura e i suoni selezionati da S/V/N/ (tra cui ArteTetra, Exihibition Poland and the Helmut Orchestra, Vipra & DJ Vatileaks e HMOT) concorreranno a formare una mappa dell’universo umano: una dettagliata cartografia di debolezze, utile per capire dove infilare i picchetti e cominciare a martellare, aprire una cesura. Squarciare il presente, che il futuro tanto non esiste.
Cesura X years party. sabato 08 settembre 2018. macao. 5eu.
Posted: Luglio 17th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: industrial, magnolia, mente, ministry, nonsense, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Ministry + Grave Pleasures. 31 luglio. Magnolia.
La mente ha un sapore terribile. I Ministry lo dicevano già 30 anni fa, da antesignani del cannibalismo reciproco, del mangiarsi tra simili senza remora alcuna, riuscendo anche ad arricchirsi del contenuto calorico altrui. La sapevano lunga, come le tribù polinesiane che nel momento di alimentarsi del conquistatore sconfitto selezionavano i diversi organi in base ai benefici che avrebbero portato. La mente no, non andava nemmeno assaggiata. Invece c’è chi ci ha provato ancora per 30 anni, sperando di assorbire il contenuto dall’altrui materia grigia. Grave errore, perchè le menti da desiderare non sono quelle dei logici, secondo i quali ogni pezzo deve andare sempre e solo al suo posto. Quelli che fanno incazzare Al Jourgensen. Per questo ha rimesso in piedi i Ministry, per tornare a lodare la follia e a mettere in guardia chi la evita, per innalzare nuovamente la bandiera del nonsense, “unica via di fuga da una vita da criceti che girano nella ruota”. Questa volta diamogli retta, se non come musicista almeno come gourmet.
Ministry, Grave Pleasures. martedì 31 luglio. arci magnolia. 25 bananas diocan.
Posted: Luglio 17th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: benjamin clementine, james holden, magnolia, simpsons, springfield, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Benjamin Clementine, James Holden & the Animal Spirit. 19 luglio. Magnolia
Benjamin Clementine sale sul palco che la luce è ancora tenue, i contorni si distinguono a fatica mentre gli applausi scemano e resta solo il silenzio. A quel punto si nota con chiarezza un solo elemento: la capigliatura di Clementine, che pare disegnata a fumetti, come fosse uscito dai Simpsons. A pensarci bene, Clementine un personaggio di Springfield potrebbe – forse dovrebbe – esserlo davvero. Nella sua cofana, talvolta arruffata e altre finemente pettinata, albergano tutti i sentimenti contrastanti della società di Matt Groening, gli stessi che la sua musica rimarca con forza. Si ritrovano l’accoglienza interessata di Apu, l’attenzione lieve di Marge, l’irruenza di Nelson, la spontaneità di Homer, la dedizione di Flanders, la curiosità di Lisa, la sottomissione del direttore Skinner, l’inventiva di Bart, la rabbia covata di nonno Abe, la follia creativa del professor Frink… C’è il giallo dei Simpsons, ma manca la loro leggerezza. La musica di Clementine è la colonna sonora di una vita fatta di oscurità, dolore e desiderio di riscatto. A completare le tinte mancanti dell’arcobaleno ci penserà però lo spirito animale di James Holden, che metterà a letto tutti galleggiando su onde di folk-trance. Un tripudio di synth e percussioni in grado di espiare il dolore di Clementine con una traversata del deserto sino a un sorprendente giardino in fiore, ancora più sorprendente quando ci si accorgerà che altro non è che il parco di Springfield.
Benjamin Clementine, James Holden & the Animal Spirit. giovedì 19 luglio. arci magnolia (Segrate). ingresso in base al tasso di spread.
Posted: Giugno 22nd, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: godspeed you! black emperor, magnolia, porcodio, post-rock, rivolta, rivoluzione, segrate, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Godspeed You! Black Emperor. 05 luglio. Magnolia.
Quanti anni sono che ascoltiamo i Godspeed You! Black Emperor? Arrivarono prima ancora di Soulseek, spacciati dall’amico ricco che a casa aveva già una connessione ISDN e persino un masterizzatore cd. Niente di clamoroso, considerando le band i cui primi dischi li recuperammo da Pierangelo, il primo noleggio-cd di San Siro. Sono ancora in giro di questi tempi pure loro, qualcuno andrà a sentirli, ma farà un tuffo nel passato. Coi GY!BE no, l’anomalia sta lì: è mezza vita che li ascoltiamo, eppure suonano ancora come il presente. Tipo che quando sono arrivati ci hanno detto che era il post-rock, che il rock come lo conoscevamo era morto e adesso c’era questa cosa… che poi era rock. Tanto che del post-rock non si ricorda più nessuno, mentre i GY!BE sono ancora lì. Anzi, più vicini e concreti, persino fisicamente presenti. Come l’ultimo “Luciferian Towers”, grosso e cadente come un edificio svuotato dai progressivi sfratti dei suoi inquilini. Sa di dolore, di porte e porti chiusi, di povertà e cuori pulsanti di vendetta e complicità. Sa del presente che appare travestito da passato, ma oggi l’ISDN non ce l’ha più nessuno, cominciano persino a fabbricare computer senza nemmeno il lettore cd, non serve più l’amico ricco a spacciarti la musica, ci pensa l’app a dirti cosa ascoltare. Sono passati anni e i GY!BE tornano, restano, spingono. Saranno anche tanti anni sono che li ascoltiamo, ma quel grido di rivolta forse non l’abbiamo ancora capito abbastanza.
Godspeed You! Black Emperor. giovedì 05 luglio. arci magnolia (segrate). 25 dobloni e oltre.
Posted: Giugno 22nd, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: black metal, Cambrian, hierophant, La Morte Viene Dallo Spazio, magnolia, mazzate, metal, peace, segrate, SoloMacello, Wolves in the Throne Room, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] SoloMacello ep.2: Wolves in the Throne Room. 01 luglio. Magnolia.
In questo inizio estate i festival a Milano e dintorni si succedono, tra appuntamenti invitanti e indigeribili. Districandosi tra buoni e bolliti, c’è però una punta di appetito che resta insoddisfatta, manca il metal. A colmare la lacuna, in un’epoca in cui i vari Monsters&co. del rock non sembrano aver più nulla da dire, ci pensa ancora SoloMacello, che della divulgazione sudata della musica del demonio ne ha fatto una missione ormai da dieci anni. Una lunga marcia per gridare – in growl, ovviamente – che l’estate è la stagione ideale per il metal. Le due serate di SoloMacello 2018 stanno lì a dimostrarlo: la prima con l’aria condizionata, la seconda a scrutare le stelle sotto la volta di una grande ascella fetente, come fossimo a un raduno hippie. E non a caso, perché l’obiettivo secondario della giunta del Sindaco del Metal in questo 2018 è rispondere a una domanda che attanaglia da sempre l’umanità: esistono fricchettoni metallari? La risposta è sì. Si chiamano Wolves in the Throne Room, vengono da un Pacific Northwest che sa di Norvegia, e sono qui (insieme a Hierophant, Cambrian e La Morte Viene Dallo Spazio) a declamare le bellezze della natura, la frescura della pioggia e le meraviglie degli oceani senza dover ricorrere alla banalità dall’amore, ma portando ciò che fino ad oggi ci mancava, una rafficata di violenza. Peace and mazzate.
SoloMacello ep.2 – Wolves in the Throne Room, Hierophant, Cambrian e La Morte Viene Dallo Spazio. Domenica 01 luglio. Arci magnolia (segrate). 20 bananas.