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[Zero2] Hainbach, Kondand Sprenger. 26 febbraio. Teatro San Fedele

Posted: Febbraio 26th, 2024 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | No Comments »

L’ultima volta che sono stato al San Fedele, un mesetto fa, ho scoperto un nuovo bagno. Un po’ nascosto, ma più comodo, accogliente, meno affollato di quelli che avevo usato negli anni precedenti. Non è la prima scoperta sorprendente che faccio al San Fedele. Non sarà l’ultima. Anzi, potrei ben dire che ogni appuntamento di ascolto, lì, in mezzo all’acusmonium, sia stata una scoperta, che fosse uditiva, sociale, tattile, spaziale, olfattiva, viscerale, onirica, architettonica o emozionale. Per questo ormai non ho più dubbi se andare o non andare al San Fedele, nei miei lunedì liberi: il più delle volte non controllo nemmeno il nome di chi suona, non mi prendo il disturbo di andare ad ascoltare prima la musica che verrà proposta, anzi… come diceva Damo Suzuki, che qualche giorno fa ha lasciato il pianeta Terra per proseguire il tragitto della sua esistenza in altre dimensioni, “andare a un concerto sapendo cosa aspettarsi è come andare allo stadio sapendo già il risultato della partita”. Leggo dalla scheda di presentazione che stavolta tocca a Hainbach e Konrad Sprenger, due berlinesi dediti uno alla monipolazione di nastri magnetici e l’altro all’espansione dei suoni della chitarra (già noto alle orecchie di tanti per il gioiellino di matematica futurista “Stack Music”, del 2017). Mi sembrano due ottimi punti di partenza, non chiedo di più; mi fermo qui, il resto voglio scoprirlo con il mio corpo. Grazie a Inner Spaces ho partecipato a concerti splendidi e ad altri terribili, ma non c’è una volta che non abbia spalancato una porta nuova. Chissà dove porterà la prossima.


[Zero2] Inner_Spaces 2019. Auditorium San Fedele.

Posted: Settembre 30th, 2019 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Inner_Spaces 2019. Auditorium San Fedele.

Il viaggio di Phileas Fogg cominciò in un pomeriggio di ottobre al Reform Club di Londra. Una discussione tra gentiluomini e una sfida alla contemporaneità: compiere l’intero giro del globo terrestre in soli 80 giorni. Detta oggi, in un’epoca in cui fare su e giù dagli aerei senza porsi il benché minimo scrupolo riguardo al surriscaldamento globale è diventata la normalità, è un’impresa che fa sorridere, ma nella seconda metà dell’Ottocento le cose andavano in maniera differente, o almeno a velocità differente. Se fosse nato ai giorni nostri, il gentiluomo londinese avrebbe potuto compiere il tragitto quasi per intero senza nemmeno alzarsi da una poltrona (invero non comodissima), talvolta permettendosi pure una pennichella. Certo, non avrebbe vinto le 20.000 sterline in palio in una delle prime scommesse della storia, ma avrebbe avuto comunque da guadagnarci. Se fosse vissuto ai giorni nostri, infatti, Phileas Fogg il suo giro del mondo avrebbe potuto farlo tutto al San Fedele, attraverso la programmazione di Inner_Spaces.

La rassegna di musica sperimentale firmata Plunge e San Fedele Musica, infatti, continua ad allargarsi su scala globale, e lo fa una volta di più con questa sesta edizione che in dieci date riesce a raccogliere artisti da nove paesi differenti. È un segnale chiaro di continuità e di lungimiranza. La prima non va presa con banalità, se si considera la bicefalia di Inner_Spaces, dietro al cui programma convivono due realtà drasticamente differenti, che restano però in equilibrio perfetto: non solo una non ha ancora mangiato l’altra, ma l’incontro continua ad avvenire su una superficie instabile e curiosa, che resiste ancora al richiamo dell’abitudine. La lungimiranza sta tutta in questa esplosione geografica, che mischia nomi di epoche più o meno passate (Vladislav Delay, Simon Scott, Murcof, Fennesz, AGF, Robert Henke, Francesco Giomi) con soggetti ancora da scoprire (Klara Lewis, Ipek Gorgun, Anacleto Vitolo, Paul Jebanasam), dimostrando una refrattarietà quasi unica nel territorio milanese all’imporsi delle “mode”.

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[Zero2] Edvard Graham Lewis, Viktor Toikkanen. 04 febbraio. san fedele.

Posted: Gennaio 28th, 2019 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Edvard Graham Lewis, Viktor Toikkanen. 04 febbraio. san fedele.

Edvard Graham Lewis voleva fare il sarto, tanto che nel momento di iscriversi all’università aveva scelto un corso in “tecniche della moda”. Probabilmente sarebbe finito davvero a lavorare nelle boutique e sarebbe diventato ricchissimo e arrogante, se non fosse che un giorno ha ricevuto una telefonata da Colin Newman. Voleva coinvolgerlo nella sua nuova band, così sarebbero nati gli Wire. Senza quella telefonata la storia del rock (più o meno sperimentale) sarebbe stata differente, e forse la moda avrebbe sottratto un’altra mente alla cultura.

Da quella telefonata a oggi Lewis ha continuato a suonare con gli Wire e ha battuto tutt’altre strade nelle lunghe pause della band. Ha cucito insieme sensibilità e sonorità diverse, assemblando vecchi campioni e brandelli di futuro come nei suoi dischi solisti intitolati “All Over” e “All Under”, i due lati cangianti di un abito double-face. Dalle boutique di Londra ai ghiacci di Uppsala, Lewis ha perseguito la stessa strada. Voleva fare il sarto, e lo ha fatto, ma col suono.

 

Inner Spaces: Edvard Graham Lewis, Viktor Toikkanen. lunedì 04 febbraio, san fedele. i soliti soldi ben spesi.


Belle musiche duemiladiciotto – pt.1

Posted: Gennaio 15th, 2019 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche duemiladiciotto – pt.1

Negli scorsi giorni sono cominciati i concerti -quelli buoni- anche per il 2019. Finalmente, l’attesa di 7 giorni è stata lunghissima. Però sono cominciati bene, molto bene, quindi posso tirare una spessa riga nera sul taccuino e mettere in ordine le idee del duemiladiciotto che fu. Che culo, nei 189 concerti segnati sul taccuino negli ultimi dodici mesi ce ne sono un sacco belli davvero, di quelli che ti fanno tornare a casa con il cuore gonfio e il fegato non parliamone. Nella rubrica attesissima che segue, ecco la selezione difficile dei 20 che più mi ricordo, e che forse mi resteranno impressi a lungo nella memoria, sempre che io non la perda del tutto a breve (sono sulla buona strada).

Eccoti tutto, caro internet. L’ordine è rigorosamente cronologico.

* Flavio Giurato / salumeria della musica
* Daniela Cattivelli ft. Camillo Prosdocimo / inner spaces auditorium san fedele
* Stefano Pilia & Alessandra Novaga / Standards
* The Necks & ‘A’ Trio / the Long Now (berlino)
* Colin Stetson / the Long Now (berlino)
* Henrik Munkeby Nørstebø & Axel Dörner / petersburg art space (berlino)
* Irreversible Entanglements / ACUD (berlino)
* Ilpo Väisänen / inner spaces auditorium san fedele
* Uniform / Macao
* Marc Ribot Ceramic Dog / Auditorium SanbàPolis (trento)
* Father Murphy / macao
* Akira Sakata & Giovanni di Domenico / standards
* Piotr Kurek / Zuma 2018 (Zuma)
* Andrea Belfi / Zuma 2018 (Zuma)
* Paal Nilssen-Love’s Brazil Funk Impro (ft Terrie Ex) / hangar bicocca
* Pere Ubu / santeria social club
* Wackelkontakt / macao
* Open Border (Ceccarelli, Trovalusci, Drake, Vandermark) / Forlì Open Music (forlì)
* Pierre Borel, Joel Grip, Cristiano Calcagnile / studio guerra
* Art Ensemble of Chicago / Jazzmi

** FUORI GARA
* Uomo Uccello / Zuma 2018 (Zuma)


[Zero2] Philip Jeck + Ozmotic. 14 gennaio. san fedele.

Posted: Gennaio 8th, 2019 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Philip Jeck + Ozmotic. 14 gennaio. san fedele.

L’ultimo avvistamento di un oggetto volante di origine extraterrestre nei cieli padani risale soltanto allo scorso 8 dicembre. Durante una scampagnata privata in un parco di Cinisello Balsamo un gruppo di appassionati ufologi ha immortalato una strana macchia luminosa in alta quota. Purtroppo, ci tengono a specificare gli astroesploratori, il filmato dura solo “alcuni secondi causa velocità sostenuta”. Confidando nella loro certa presenza tra le schiere dei lettori di Zero, mi sentirei di invitarli a un nuovo avvistamento, questa volta nei cieli del San Fedele.

L’oggetto volante sarà ugualmente non identificato, di probabile origine aliena, impossibile da descriversi secondo i rigidi parametri della scienza mainstream. L’unica certezza, se così la vogliamo definire, riguarderà il suo pilota: Philip Jeck, di passaggio su questo pianeta sin dal 1952. Anche Jeck, come gli ufologi, è partito dalla passione per dei magici oggetti rotanti, nel suo caso di natura vinilica, e ha cominciato a descriverne le traiettorie, seguirne il passaggio nei cieli e nelle orecchie, infine tentare di riprodurlo.

Come tutti gli scienziati che hanno ormai raggiunto una certa età, Jeck ha finito per appassionarsi alle tecnologie di un tempo, quelle con cui ha compiuto le sue prime scoperte e che ha imparato a conoscere sin nel dettaglio: perché abbandonarle proprio ora, quando gli oggetti rotanti extraterrestri arrivano fino a Cinisello Balsamo, d’altronde?

 

Inner Spaces: Philip Jeck, Ozmotic. lunedì 14 gennaio. auditorium san fedele. 10/12 eurini.


[Zero2] Francesco Zago + Pierre Bastien. 12 novembre. san fedele.

Posted: Ottobre 23rd, 2018 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Francesco Zago + Pierre Bastien. 12 novembre. san fedele.

Sono più di sei anni che l’acusmonium del San Fedele accompagna le nostre serate più profonde, estendendo nello spazio la vibrazione delle palpebre che si abbassano, del cervello che rallenta la sua attività, abbandonandosi all’ambiente sonoro. Un’esplorazione più o meno conscia degli spazi interiori, come rimarcato opportunamente dal nome della rassegna più longeva, Inner_Spaces. Spazi già noti che continuano a presentare nuove sfaccettature, minute tasche di conoscenza in cui infilare curiosi la manina mentre ci si avventura lungo un tragitto abitudinario. Per questo al San Fedele contano tanto le abitudini: sedersi nelle stesse file, spesso dire le stesse cazzate. E ascoltare gli stessi artisti, la cui investigazione spalanca di concerto in concerto universi differenti. Per Francesco Zago suonare qui è una piccola abitudine, è una presenza che si ripete ma un’entità ogni volta differente. La sua chitarra ha divagato intorno ad Arvo Pärt e Steve Reich, stavolta è pronta a infilarsi tra Johann Sebastian Bach e György Kurtág. E poi a lasciare spazio al teatrino meccanico di Pierre Bastien, i cui ingranaggi concreti approdano per la prima volta al San Fedele, ma è come se fossero sempre stati qui. Ci scopriremo a vicenda, chiuderemo gli occhi e riparteremo nel nostro viaggio interiore, per scoprire che questi automi sonori non sono poi diversi da noi, forse sono soltanto un po’ più umani.

 

Inner Spaces: Francesco Zago + Pierre Bastien. lunedì 12 novembre. san fedele. 10/12 euri.


[Zero2] Inner Spaces 2017. Dal 2 ottobre. San fedele.

Posted: Settembre 30th, 2017 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Inner Spaces 2017. Dal 2 ottobre. San fedele.

Facciamo che il discorso sui concerti dai frati lo diamo per concluso. È vero, fa strano a tanti, per alcuni è ancora una condizione intollerabile, ma poi ci pensi e vedi che al San Fedele l’indottrinamento non esiste, che la proposta culturale è sei piani più in alto di tante realtà eticamente più solide… Che la musica i preti ce l’hanno rifilata da prima che nascessimo… Che per una generazione di milanesi l’unico modo per vedere Stockhausen è stato andare in Duomo, seppur imboscandosi bottiglie di birra da 66 cl da consumare nascosti dalle panche, dove un tempo si celavano gli amplessi delle cortigiane. Facciamo anche che il discorso su un certo decadimento culturale di Milano lo mettiamo un secondo da parte. È vero, talvolta pare irreversibile, ma poi ti accorgi che non esistono solo nicchie resistenziali (quelle sì, in odor di santità, sia chiaro), ma anche progetti solidi e smaccatamente “istituzionali” come San Fedele Musica. E istituzione più solida, millenaria, invasiva di Madre Chiesa non esiste, nel nostro ducato medievale. Facciamo che lasciamo fuori tutto, scendiamo quei gradini disorientanti, ci incastriamo – non senza fatica – nella poltroncina scelta. E ascoltiamo. Si spengono le luci, tacciono le voci, e nel buio senti sussurrar una sorgente dopo l’altra, la magia infantile dell’Acusmonium Sator. In quel momento non esistono né Milano né il Vaticano, c’è soltanto un paesaggio che si stempera e si fa onirico. In quel momento ci si addormenta, e si comincia, perché il bello di Inner_Spaces è proprio questo: il lunedì si va a “dormire” al San Fedele. E si sta da soli, anche se il teatro è pieno. L’unica compagnia è nelle orecchie, e quest’anno fa ancora più sul serio che mai – anche grazie alla curatela dei ragazzi di Plunge, che hanno seguito dall’inizio alla fine la programmazione di questa edizione della rassegna. C’è l’ambient di Thomas Köner (con cui si apre stasera la rassegna) e di Loscil (30 ottobre), il minimalismo di Marsen Jules (5 febbraio), l’industrial decompresso di Roly Porter (per la chiusura, il 7 maggio) e dell’ex Pan Sonic Ilpo Väisänen (9 aprile), l’elettroacustica di Giuseppe Ielasi (20 novembre) e la musica concreta di Anna Zaradny (30 ottobre, con Loscil), l’elettronica globale del duo Murcof / Philippe Petit (15 gennaio) e l’ingegneria acusmatica di Stephan Mathieu (5 febbraio, con Jules), l’ambient cosmico del neozelandese FIS (19 marzo) e i droni glaciali di HELM (11 dicembre). E sono solo una parte dei nomi. Facciamo che da questo sogno non ci svegliamo, almeno fino a maggio.

Plunge presenta: Thomas Köner + Novi_Sad. Apertura Inner Spaces 2017. lunedì 02 ottobre. San fedele. dieci euri, credo.


Live & Loud (134)

Posted: Maggio 4th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (134)

maxresdefaultAnche se questo maggio farà a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare ci farà chinare il mento, qualche piccola cosa che ci inviti a resistere c’è ancora. E sarà bene appigliarsi, perchè il futuro… be’, il futuro è sempre la stessa merda.

Hans-Joachim Roedelius & Stefan Schneider. Mercoledì 4 al Franco Parenti.
Roedelius mi rifiuto di presentarlo, mi limito a ricordare come l’ultima volta che è passato da Milano fu una palla colossale, ma a uno come Roedelius gli perdoni tutto e quindi stasera tutti in transenna a tifare per questo vecchino che ci fa riconsiderare il senso dell’umanità.

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Live & Loud (132)

Posted: Aprile 7th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (132)

mobili

Vi mancavano i mobilieri? Eccoli, sono tornati. Da questa sera Milano sarà invasa da personaggi poco rispettabili che guardano solo lampade e sedie e trangugiano annacquati free drinks. È una tragedia che si ripete, anno dopo anno, e pare sempre più fagocitare la città delle spugnette. Che dire, scappate.

Club2Club Milano. Da giovedì 7 a sabato 9 in luoghi vari.
Tre days con tutti i names che fanno più hype per la youth più trendy che c’è in the city (aka i giovani con i blue jeans). La list dei guest è long, quindi andatevela a cercare sul loro website. Seek and destroy.

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Live & Loud (130)

Posted: Febbraio 18th, 2016 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Live & Loud (130)

enrico-malatestaFate un bel respirone e concentratevi, che tutto d’un tratto la città-parcheggio (aka la città-Expo) sembra essersi risvegliata dal suo torpore. Ecco una sintesi estrema della rafficata di concerti che resistono fino alla fine del mese. E’ tanta roba, o quasi.

Tomomi Adachi, Attila Faravelli. Giovedì 18 febbraio alle 8 di sera da O’.
Tomomi è un giapponese svitato che copre la propria epidermide di sensori e li suona nel piccolo della sua stanzetta o nel medio di questa serata. Con lui c’è Attila, uno che se gli dici che ci sono dei tarli che si abbuffano di legno in aperta campagna ci si precipita con tutti suoi registratori.
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