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[Zero2] Sanam. teatro 89. 21 novembre

Posted: Novembre 18th, 2025 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | No Comments »
Ci sono dei momenti in cui la musica riesce a infilartisi nelle orecchie distorcendo il segnale monocorde del mondo di merda in cui viviamo e a convincerti che no, l’umanità non è proprio da gettare tutta nel cassonetto dell’umido. Uno di quei momenti è quando si ascoltano per le prime volte i Sanam.
I Sanam che vengono da Beirut, dal Libano, da uno di quegli innumerevoli luoghi del pianeta in cui la furia omicida dell’homo sapiens, del colonialismo occidentale nello specifico, dà il peggio di sé senza né sosta né vergogna. I Sanam che tutto sto schifo lo sovrastano con un suono che dal succitato mondo di merda distilla invece un purissimo, fortissimo, liquore di pura bontà, dalla cui degustazione auricolare emergono tutti i profumi del mediterraneo, le note acide della psichedelia e un retrogusto di furia percussiva che si fa sovrastante.
I Sanam che, se fanno l’effetto che fanno a sentire i loro dischi, chissà dal vivo cosa diavolo succede. Poi il mondo resterà ancora quella putrescenza lì, ma intanto ricordarsi ogni tanto che il bello esiste e che è così forte non può che essere un primo passo per riscrivere il resto della storia.

 


[Zero2] Arooj Aftab. triennale. 8 aprile.

Posted: Aprile 6th, 2025 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , | No Comments »

Chi la ferma, Arooj Aftab? Chi mai ci riuscirà? Di certo non il chiacchiericcio del mondo, il vociare di sale da concerti o da riunioni, la distrazione delle paura che rappresenterebbe l’antagonista naturale per un’arte così delicatamente puntuale. Perché nel suo tratteggiare grande musica, ciò che rende straordinaria Aftab è la sua capacità di cantare il silenzio, recitandolo come fosse una poesia, inserendolo come una strofa in canzoni che adottano la forma dei ghazal al solo scopo di abbandonarla.

È così che Aftab si getta come una palombara nelle profondità più insondabili, nelle oscurità della morte, della notte, dell’amore. Inarrestabile. Di certo non la fermerà l’orecchio monodimensionale dell’Occidente, per il quale la musica di Aftab, nata in Arabia Saudita da una famiglia pakistana e trasferitasi ormai da 20 anni negli Stati Uniti, è principalmente un prodotto esotico. Arooj Aftab è in realtà una straordinaria autrice di musica pop, dove con pop dovremmo indicare Cole Porter o Billie Holiday, continuando a guardarci l’ombelico, o altresì Begum Akhtar (che Aftab stessa definisce la sua Billie Holiday) o Hariprasad Chaurasia.

Un’autrice pop dalla creatività e dall’energia inarrestabili, la cui poetica non è più soltanto un ponte tra più mondi, ma proprio un mondo nuovo, in cui convivono tradizione e futuro, individualismo e divertimento. E una volta che lo si è plasmato un mondo non si può distruggerlo, al massimo solo rovinarlo. Per questo Arooj Aftab non la ferma nessuno, perché anche con tutte le luci e tutti i rumori non si possono fermare la notte e il silenzio: hanno sempre qualcosa da dire.


Belle musiche del 2023

Posted: Marzo 28th, 2024 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche del 2023

Ventitrè è un numero troppo importante per essere scritto così spesso, a cuor leggero. Così questo pippotto di musiche belle, brave, buone, simpatiche o graziose dell’anno appena trascorso io mica volevo scriverlo, con tutti quei 23. Però vabbé, mi sono accorto che avevo tanti appunti presi qua e là, resta che qualcun* pure quest’anno mi ha chiesto questa lista di suggerimenti e quindi eccomi di nuovo. Però non succederà più, magari succederà altro, ma questo basta.

Se poi un* vuole continuare a seguire le belle musiche che escono, beh, ci sono un sacco di modi. Può ascoltare la radio uabab o Battiti. Può abbonarsi alle newsletter, tipo la Pucci Weekly. Può seguire l’imperdibile gruppo telegram Nuova musica il venerdì. Può leggere le riviste di carta, sempre sian lodate. Soprattutto può prendere e andare ai concerti, quei pochi che rimangono. Insomma, ci sono tanti modi più fruttuosi che questa lista qui sotto. Però mi sembra corretto finire contando fino a 23.

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E così pure Peter Brötzmann se ne è andato

Posted: Giugno 23rd, 2023 | Author: | Filed under: larsen, psicopompo | Tags: , , , , , , , , | Commenti disabilitati su E così pure Peter Brötzmann se ne è andato

E così pure Peter Brötzmann se ne è andato.

Ricordo quando lo portammo in Torchiera, era il 2011, concerto di chiusura del festival itinerante MI LAND. Eravamo terrorizzati dal suo carattere, notoriamente burbero. E infatti appena arrivato, lui che era ormai abituato ai teatri, o quantomeno a palchi più grandi e puliti, si mise subito a borbottare. Ma per poco, perché dalla sua, dalla nostra, c’era la musica. Così andò a mangiare e tornò sul palco per fare due concerti fotonici, indimenticabili, prima in solo e poi in quartetto. E al momento di salutare aveva un gran sorriso sul volto, fece il giro ad abbracciare tutte le persone che si erano sbattute per quella serata, o che “semplicemente” (ma era tutt’altro che semplice) erano venute ad ascoltarlo.

Quel giorno gli avevamo preso un volo economico, che aveva il problema di arrivare molto presto a Milano. Serviva qualcuno che lo andasse a prendere, e chiesi il favore al mio vicino di casa Antonio, che aveva una minuscola e vecchissima 500, che divertì molto Peter («Non avevo mai visto un’auto così piccola e che andasse così piano», commentò). Ma serviva soprattutto qualcuno che lo intrattenesse fino a sera, così chiesi a Gian Paolo Galasi di andare a trovarlo in albergo per un’intervista. Ne venne fuori una chiacchierata infinita: quattro capitoli (unoduetrequattro) in cui c’è dentro tutta la poetica e la radicalità di un artista unico, un gigante della storia della musica.

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Belle musichelle del duemilaeventidue

Posted: Marzo 12th, 2023 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musichelle del duemilaeventidue

Boh, sì, che noia questi listoni. Però qualcun* mi ha detto che le interessano, per cui eccolo qui, un altro riepiloghino.
Solite avvertenze. Lungi da me dire che siano e quali siano i dischi migliori, più importanti, quel che sia, dell’anno. Ne escono troppi, troppissimi, fin troppissimi, a migliaia ogni giorno, chi cazzo mai riuscirà ad ascoltare tutto? Di certo non io, che se è tanto ascolto due centinaia di nuove uscite. Queste sono quelle che più ho ascoltato e/o che più mi sono piaciute, con tutto che ascoltare sempre e solo Giant Steps resta la scelta migliore.

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Belle musiche del 2021

Posted: Marzo 18th, 2022 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche del 2021

Più mi impegno ad ascoltare musiche nuove e a me sconosciute (e giuro che lo faccio ogni giorno), più finisco ad apprezzare sempre le stesse cose. Il che indica chiaramente che sto invecchiando sempre di più e sempre più velocemente. Ma anche che continuano a uscire pure una marea di dischi orribili. Se fossi cattivo farei un’altra raccolta di segnalazioni per quelli, ma perché?, teniamoci il bello.

Ecco, pure nel 2021, come ogni anno, il bello di certo non è mancato. Sono riuscito pure a vedere più di cinquanta concerti, che visto come buttava l’anno prima è stato già un miracolo. (Anche tra i concerti alcuni sono stati bellissimi, un paio indimenticabili. Ma a parte il quartetto di Aruan Ortiz e la botta dei Crushed Curcuma, tutto il resto è citato già nei dischi. No doppioni).

Comunque domani c’è la Sanremo, settimana prossima è primavera, quindi è tutto fuori tempo massimo, ma meglio tardi che mai. Ecco il bel listozzo dei dischi che più mi sono piaciuti del 2021 che fu. Se non ho sbagliato a contare sono 43. In ordine alfabetico, con quasi tutti i linkz. Dove manca il link, chiedi a Soulseek.

[Spoiler: ce ne sono sei o sette che sono davvero delle bombe intergalattiche. In tempi di guerra queste sono le sole bombe che fanno bene, e lo fanno].

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Belle musiche del 2020

Posted: Marzo 16th, 2021 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche del 2020

 

Piccolo pippotto.
Nel 2020 ho partecipato a 21 concerti, abbassando giusto di un pochino la media di 160 all’anno del decennio precedente. Mai nella mia vita avrei pensato di vivere un anno senza musica. Mi piacerebbe dire che ora penso che mai nella vita mi capiterà di nuovo, ma a meno di sorprendenti fenomeni migratori sono già rassegnato.

I concerti più boni del mio 2020:
Pleiadees @ Cox18 (MI) // The Underflow @ Angelica (BO) // Keiji Haino @ Hangar Bicocca (MI) // Diamond Terrifier @ standards (MI) // Todd Barton @ piano terra (MI).

Triste, eh? Sì, triste. Anche perché senza i concerti non è che sia riuscito ad ascoltare molto altro. Dischi comprati nel 2020: credo zero. Dischi ascoltati, tanti ma poco. Quello che segue è l’elenco di un po’ di quelli che più mi sono piaciuti, che non sono quelli che ho ascoltato di più (altrimenti ci sarebbero sempre i Kinks, Eric Doplhy… o Achille Lauro) ma quelli che ritengo di mettere nero su bianco, che segneranno la puntina sul calendario dell’anno 2020. L’anno senza musica. leggo e sento in giro che è stato un anno di chitarroni, di rock e volumazzi, e finisce che invece quello che ha acchiappato di più nel mio salotto è una roba zozza e nevrotica alla Suicide. Che poi se ripensiamo al 2020, a quello che è stato, cosa c’è di più adeguato dei Suicide? tanto per dire che il problema sta sempre nell’orecchio di chi ascolta, e delle sue connessioni col cervello, col cuore e con le parti molli.

Dove però di musica ce ne è stata, perché siamo fortunati, e chiude un decennio incredibile, clamoroso, strabiliante, esorbitante, arrapante, pazzesco. Viviamo in un’epoca in cui si suona musica di una bellezza assoluta, anche quando non si può suonarla. E’ tutto troppo bello, tanto che non so mica se mi sento più all’altezza della contemporaneità. Dal 2021 (che dicono sia già iniziato) mando tutto affanculo e ascolto solo i This Heat, Battisti e Mingus. Ma per il 2021 c’è tempo, questa qui sotto è una selezione di ciò che fu e fine del pippotto.

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[Zero2] Una cosa che mi manca: i concerti

Posted: Maggio 4th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , | Commenti disabilitati su [Zero2] Una cosa che mi manca: i concerti

Negli ultimi due mesi, e in parte ancora oggi, le grandi città d’Italia hanno vissuto il loro momento più bello di sempre. Le auto parcheggiate a prendere quintali di polvere (che se ci va bene ne bloccherà gli ingranaggi a lungo), i cantieri quasi tutti bloccati e silenti, gli uccelli che cantano, volano e si accoppiano rumorosamente a ogni ora, i quartieri della movida desertificati, gli affittacamere sul lastrico, il sole che picchia violento su praticelli e aiuole mai così fiorite. L’istinto è quello di uscire di casa di corsa, respirare a pieni polmoni, correre e godere. E invece quando torneremo completamente alla normalità tutto sarà come prima, coi fiori grigi, gli affitti alle stelle, il traffico che promette già di essere ancora peggiore, i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, e le stesse facce agli stessi posti, serie e immutabili. Non fossimo tutti comunque controllati a vista, sarebbe proprio il caso di godersi di questi ultimi istanti fugaci e potenziarli riprendendo anche le cose belle che ci mancano, quelle che rischiamo di non avere più.

A me manca una cosa soltanto, ad esempio. Mi mancano i concerti. Con un puntuale senso dell’assurdo, il paravento della guerra agli “assembramenti” ha falciato come una mannaia i più piccoli e indifesi. Possiamo affollarci nei supermercati, in metropolitana e naturalmente al lavoro, ma mettere insieme 20 persone ad ascoltare un concerto è assolutamente fuori discussione. Le giornata ai tempi del virus scorrono dinamiche e piacevoli, ma è quando scende la sera che avverto il vuoto, e con lui i muri.

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Belle musiche del duemiladiciannove – pt.1

Posted: Gennaio 15th, 2020 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche del duemiladiciannove – pt.1

 

Nel 2019 ho visto meno concerti del solito, non mi capitava da 3 anni di andarci così piano, ma andare piano fa bene alla salute, e anche vedere dei concerti bellissimi. Questi qui sotto sono i 21 che più mi hanno fatto sciogliere i timpani. Se sbalio mi corigerete.

(L’ordine è rigorosamente cronologico. La distribuzione geografica figlia dei tempi. Non ci sono link ai video perché quest’anno i video no).

* Daniel Blumberg Trio | teatro CRT (Milano)
* Stine Janvin | the Long Now (Berlino)
* Mazen Kerbaj “Walls Will Fall – the 49 trumpts of Jericho” (30 trumpets directed by Axel Dörner) | the Long Now (Berlino)
* Peter Brötzmann / Maâlem Moukhtar Gania / Hamid Drake | angelica – teatro san leonardo (Bologna)
* Renick Bell | Terraforma (Castellazzo di Bollate)
* Anguish | a l’arme festival (Berlino)
* Practical Music (Oscar Jan Hoogland, Jasper Stadhouders, Christian Lillinger) | a l’arme festival (Berlino)
* Irreversible Entanglements | a l’arme festival (Berlino)
* Golden Oriole | a l’arme festival (Berlino)
* Pious Faults | macao (Milano)
* Aki Onda | macao (Milano)
* Les Percussions de Strasbourg | hangar bicocca (Milano)
* Key of Shame | macao (Milano)
* The Necks | st john on bethnal green (Londra)
* Thomas Ankersmit | standards (Milano)
* Michael Chapman | ligera (Milano)
* Nubya Garcia quartet | jazzmi (Milano)
* Alvin Curran | ex-chiesa s.carpoforo (Milano)
* Francisco Meirino | standards (Milano)
* The Flying Luttenbachers | freakout (Bologna)
* Enrico Malatesta “Occam Ocean – Occam XXVI” | chiesa s.maria del buon consiglio (Milano)

poi mi sono messo a rileggere l’elenco tutti i concerti che ho visto nel decennio (tira un sacco sta cosa del decennio), immaginando di trarne una salvifica selezione, e mi sono addormentato al 2014… madonna che bello addormentarsi.

(PS: Qui i miei dischi preferiti dell’anno trascorso).

[2018]   [2017]


Belle musiche duemiladiciotto – pt.1

Posted: Gennaio 15th, 2019 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Belle musiche duemiladiciotto – pt.1

Negli scorsi giorni sono cominciati i concerti -quelli buoni- anche per il 2019. Finalmente, l’attesa di 7 giorni è stata lunghissima. Però sono cominciati bene, molto bene, quindi posso tirare una spessa riga nera sul taccuino e mettere in ordine le idee del duemiladiciotto che fu. Che culo, nei 189 concerti segnati sul taccuino negli ultimi dodici mesi ce ne sono un sacco belli davvero, di quelli che ti fanno tornare a casa con il cuore gonfio e il fegato non parliamone. Nella rubrica attesissima che segue, ecco la selezione difficile dei 20 che più mi ricordo, e che forse mi resteranno impressi a lungo nella memoria, sempre che io non la perda del tutto a breve (sono sulla buona strada).

Eccoti tutto, caro internet. L’ordine è rigorosamente cronologico.

* Flavio Giurato / salumeria della musica
* Daniela Cattivelli ft. Camillo Prosdocimo / inner spaces auditorium san fedele
* Stefano Pilia & Alessandra Novaga / Standards
* The Necks & ‘A’ Trio / the Long Now (berlino)
* Colin Stetson / the Long Now (berlino)
* Henrik Munkeby Nørstebø & Axel Dörner / petersburg art space (berlino)
* Irreversible Entanglements / ACUD (berlino)
* Ilpo Väisänen / inner spaces auditorium san fedele
* Uniform / Macao
* Marc Ribot Ceramic Dog / Auditorium SanbàPolis (trento)
* Father Murphy / macao
* Akira Sakata & Giovanni di Domenico / standards
* Piotr Kurek / Zuma 2018 (Zuma)
* Andrea Belfi / Zuma 2018 (Zuma)
* Paal Nilssen-Love’s Brazil Funk Impro (ft Terrie Ex) / hangar bicocca
* Pere Ubu / santeria social club
* Wackelkontakt / macao
* Open Border (Ceccarelli, Trovalusci, Drake, Vandermark) / Forlì Open Music (forlì)
* Pierre Borel, Joel Grip, Cristiano Calcagnile / studio guerra
* Art Ensemble of Chicago / Jazzmi

** FUORI GARA
* Uomo Uccello / Zuma 2018 (Zuma)