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-dopo- Immanuel Casto / Romina Falconi all’alcatraz

Posted: Ottobre 30th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Immanuel Casto / Romina Falconi all’alcatraz

[*] cosa si può dire di nuovo su un concerto di immanuel casto?
lo spettacolo ormai è quello, strutturato come negli anni precedenti, nel bene e nel male. ci sono passaggi entusiasmanti alternati a buchi davvero difficili da reggere. sotto questi ultimi vanno catalogati sicuramente tutti i pezzi di romina falconi, giacchè il casto come lee ranaldo si porta il maggiordomo sul palco, solo che lui la fa pure cantare.
dettagli di poco conto, perchè quello di Sua Castità resta comunque un grande show, anche se l’assenza in scaletta di “revival” resta inspiegabile. un concerto in grado di far dilatare gli ani a un pubblico arrivato ormai a cifre considerevoli, pronto ad esplodere saltando su tutte le hit e a chiacchierare urlando mentre controlla facebook e whatsupp per tutto il resto del concerto…

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.


-dopo- Lee Ranaldo al Biko

Posted: Ottobre 29th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Lee Ranaldo al Biko

[*] Lee Ranaldo va in tour con il maggiordomo. per tutto il concerto c’è un altro tipo sul palco che gli prepara la chitarra per il pezzo successivo: la accorda, la sistema, la lucida…
visione quasi paradossale per un uomo che le chitarre è sempre stato abituato a farle fischiare. tanto che quando sale sul palco, con un sussulto “storico”, il suo microfono gli tributa subito un larsen.

poi lo zio lee si siede, imbraccia l’acustica e fa un concerto di sole canzoni, ma sono canzoni in cui è ancora la chitarra, una chitarra quasi “orchestrale”, ad essere protagonista assoluta.

ho sempre pensato che Ranaldo fosse l’anima rumorista dei sonic youth sul palco ma pure quella melodica in fase di composizione. questo live solista e acustico ne è un’ulteriore conferma.

inevitabilmente, bella lee.

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-dopo- i Mohammad da O’

Posted: Ottobre 28th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- i Mohammad da O’

[*] pensavo che i mohammad facessero una roba, invece era un’altra tutta diversa.

pensavo fossero violoncelli e contrabbassi, invece non si riconoscevano, erano strumenti diversi autocostruiti, fantastici e fantasiosi.

pensavo si trattasse di musica da ascoltare con le orecchie, invece bisognava farlo col corpo e farsi massaggiare dalla vibrazione furiosa degli archi.
io non l’ho fatto, ho sbagliato tutto. e mi sono rotto le palle.

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-dopo- il Japanese New Music Festival a Macao

Posted: Ottobre 23rd, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- il Japanese New Music Festival a Macao

2014-10-22 22.04.30[*] come spesso capita in queste occasioni, non ho visto un cazzo. sono stato in cassa per più di metà della serata sentendo quello che filtrava da un pesante tendone impastandosi con l’audio di un ipo-documentario da 5′ proiettato in un infinito loop.
ciononostante, anche se non ho visto quasi un cazzo, una cosa posso ribadirla a partire dal poco che ho visto, dalle esperienze precedenti, dalle chiacchiere post-concerto: il JNMF è uno spettacolo della madonna. con buona pace di chi vorrebbe relegare tra musicisti mostruosi nell’ambito del solo virtuosismo, e invece loro fanno pure il circo. e al circo si va per apprezzare tanto gli acrobati quanto i clown. io della clownerie di questi tre pazzi non mi stancherei mai, sia che ti stiano sfondando i timpani con gli Acid Mothers Temple SWR sia che ti stiano perculando in pubblico suonandosi la patta dei pantaloni.

ed è bello pensare che una roba del genere si riesca a fare pure a Macao, è bello pensare che qualcuno forse se ne sarà accorto.

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-dopo- i Clock Dva al dude

Posted: Ottobre 20th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- i Clock Dva al dude

[*] ho dovuto passare per tre diversi kebabbari intorno a piazzale corvetto prima di trovarne uno che servisse la birra. una discontinuità alcoolica che non ha rotto il vero elemento che univa tutti quanti: il tivucolor acceso su italia1 per la trasmissione complottista “Adam Kadmon”.
poi sono arrivato al dude e sul palco stava suonando Sense Fracture, che avevo l’impressione di conoscerlo benchè fosse nascosto dietro una maschera che mi ricordava paro paro il conduttore dello show televisivo appena visto. e in fondo pure il suo terrorismo sonoro poteve stare bene per sonorizzare la paura che il programma cercava di divulgare…

dopo tutta questa riflessione, sono saliti sul palco i Clock Dva. nel suo pigiamone bianco, Adi Newton sembra Lucio Dalla il giorno in cui deve imbiancare casa eppure lo show sfugge dal bianco così come dal nero. è un live cromatico, questo dei clock dva, aiutato dai video in cui il rosso e il blu prevalgono e da una palette di suoni e rumori che spinge in direzioni diverse tutta la loro ossessività. un concerto di diretta derivazione kraftwerkiana, ma meno studiato e molto più paranoico, come se i kraftwerk sonorizzassero “Adam Kadmon”.

a un certo punto un tipo dopato nel pubblico ha iniziato a insistere con me affinchè sorridessi, benchè evidentemente non ce ne fossero ragioni. subito dopo però mi ha chiesto “hai scoreggiato tu?”, e la cosa mi ha fatto sorridere.
(no, non avevo scoreggiato comunque).

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-dopo- Cadaver Eyes, ?Alos e Lago Vostok al Boccaccio

Posted: Ottobre 17th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- Cadaver Eyes, ?Alos e Lago Vostok al Boccaccio

2014-10-17 00.06.41[*] che i milanesi non muovano il culo fuori dalla città è cosa ormai risaputa, figuriamoci di giovedì sera a monza. che si perdano cose valide per questo motivo è altrettanto pacifico, ma tantè.

ieri i lago vostok hanno dimostrato che è sempre cosa buona e giusta mettere dei giovani del posto ad aprire le serate, perchè capita che pure tre ventenni riescano a tirare su un bel casino, magari richiamandosi a dischi (penso a certi helmet) usciti quando loro erano ancora nella panza di mamma.

ieri ?alos, ripensando a pharmakon vista 3 giorni prima, mi ha ricordato quanti mostri possa creare una sola recensione di pitchfork. prima di attaccare il nuovo microfono a contatto e fare un esorcismo da cagarsi sotto.
e poi i cadaver eyes, e le orecchie che al risveglio fischiavano ancora, tanto che per tutta la pedalata verso casa non era nemmeno necessario ascoltare la musica. ci pensava la risonanza.

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-dopo- l’a p p a r i z i o n e di Phaerentz

Posted: Ottobre 15th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- l’a p p a r i z i o n e di Phaerentz

[*] Petr aka Phaerentz è un uomo alto alto alto, tanto che a guardarlo aggirarsi sotto il basso soffitto insonorizzato di blau temi ogni due per tre che ci vada a sbattere con la capoccia.
poi si siede dietro al mixer e attacca un’orgia di loop che parte piano e poi monta e cresce e monta e cresce dall pp (pianissimo) al ff (fortissimo) fintanto che ti ci sei perso dentro e non sai più dove sbattere la testa… vorresti essere alto come lui per sbatterla almeno sul soffitto ma ancora niente.

un labirinto, un gorgo in cui affogare, una stanza di specchi, una spirale… e via con le solite frasi fatte che si usano per le musiche ipnotiche e “sequestranti” e ciao.
poi inizia ad abbassare, lentamente ma non troppo. finchè d’un tratto è il silenzio, e lì son cazzi, e lì davvero non sai più dove sei.

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-dopo- gli Swans all’Alcatraz

Posted: Ottobre 13th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , , , | 2 Comments »

[*] ieri l’alcatraz era ridotto a metà, con il palco girato su un lato. l’ultima volta che l’avevo visto così era stato per i meshuggah, la prossima sarà immanuel casto. il che dà un senso a tutto.

sorvolo sulla prima esibizione di pharmakon perchè non c’è davvero nulla da dire. l’unica cosa che ricordo è l’odore delle sue ascelle quando è scesa tra il pubblico.
Il pubblico che, come spesso capita con gli Swans da quando si sono riuniti è bene o male multi-generazionale. per carità, non si vedono i ventenni, ma qui ci sono più capelli in testa e panze contenute che nel 90% degli altri concerti del genere. e questo è un dato quasi miracoloso.
il live di Thor Harris e soci :) è la solita orgia di rumore controllato. passano gli anni e diventa sempre più controllato e sempre meno rumore, ma sarà la furia che la band riesce sempre ad esprimere e saranno i volumi sufficientemente altissimi, fatto sta che resta sempre quell’impressione che ti stiano svitando le otturazioni dai denti. menzione superpiù per quel quarto d’ora di intro quasi solo gong + batteria che avrei voluto durasse due ore, la citazione del mitologico thor harris era dunque doverosa perchè questo è probabilmente al giorno d’oggi il gruppo con la miglior sessione ritmica al mondo. con buona pace degli studi odontoiatrici.

 

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-dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

Posted: Ottobre 10th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- il Tributo a Fausto Romitelli all’Alcatraz

[*] vedere l’alcatraz con tutte le sedie piazzate per benino e con tutto il pubblico quasi elegante è quasi uno shock, sembra che ci sia un nuovo teatro in città… e bisogna essere stupidi come me a non pensarci prima al fatto che non ci sarebbero stati i guardioni e si poteva riempire la borsa di birre a casa.

l’inaugurazione di MilanoMusica era una serata lunghissima divisa in due parti. la prima piena di gente con l’ictus ensemble che esegue “An index of metals” di Romitelli: un’orchestra di 13 elementi + 3 schermi di videoproiezione e l’elettronica che si alterna al soprano con l’orchestra che punteggia tutto e le chitarre elettriche che si liberano in una catarsi che forse era davvero metal. un concerto vertical, come specchiarsi nei vetri della facciata di un grattacielo mentre si precipita in caduta libera dal tetto.

a seguire il tributo elettronico aperto dalle frustate audio-video del prof. Max Viel, poi tocca all’inedita dystopia di Otolab che sta in equilibrio tra ambient-noise e cassa dritta e quasi quasi vince il primo. e mentre tutto il pubblico defluisce e deglutisce, sale sul palco Mika Vainio e fa un live talmente strano che non saprei nemmeno descriverlo. alcuni passaggi sono davvero orripilanti, ma il tutto è così grottesco che si fa fatica a staccarsi, come fosse la curiosità che poteva stimolare il trash prima che diventasse davvero spazzatura.

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-dopo- i Brutal Blues al Ligera

Posted: Ottobre 9th, 2014 | Author: | Filed under: larsen | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su -dopo- i Brutal Blues al Ligera

[*] il Ligera è un posto assurdo dove accadono spesso cose assurde e nessuno se ne accorge.
ieri sera sono andato per sentire i Brutal Blues (che prima un po’ erano i MoHa!, un po’ gli ultralyd, un po’ tutti quei gruppi noise norvegesi che fanno sbavare i timpani) ma prima di loro c’erano questi Agent Attitude. Punk svedesi, credo basti già l’idea. il pubblico era di 20 persone e tra queste almeno 14 cercavano di fare stage diving pur non esistendo un palco. qualcosa di precedente -e di molto- al concetto di old school. il concerto ne era la conseguenza. e tutto aveva un senso.

poi sono saliti sul palco i Brutal Blues ed è stato come essere investiti da un tir. non che mi sia mai successo di essere investito da un tir, ma sono certo al 99% che sia esattamente così. e in qualche modo è bellissimo.

[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera.