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Posted: Giugno 22nd, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: godspeed you! black emperor, magnolia, porcodio, post-rock, rivolta, rivoluzione, segrate, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Godspeed You! Black Emperor. 05 luglio. Magnolia.

Quanti anni sono che ascoltiamo i Godspeed You! Black Emperor? Arrivarono prima ancora di Soulseek, spacciati dall’amico ricco che a casa aveva già una connessione ISDN e persino un masterizzatore cd. Niente di clamoroso, considerando le band i cui primi dischi li recuperammo da Pierangelo, il primo noleggio-cd di San Siro. Sono ancora in giro di questi tempi pure loro, qualcuno andrà a sentirli, ma farà un tuffo nel passato. Coi GY!BE no, l’anomalia sta lì: è mezza vita che li ascoltiamo, eppure suonano ancora come il presente. Tipo che quando sono arrivati ci hanno detto che era il post-rock, che il rock come lo conoscevamo era morto e adesso c’era questa cosa… che poi era rock. Tanto che del post-rock non si ricorda più nessuno, mentre i GY!BE sono ancora lì. Anzi, più vicini e concreti, persino fisicamente presenti. Come l’ultimo “Luciferian Towers”, grosso e cadente come un edificio svuotato dai progressivi sfratti dei suoi inquilini. Sa di dolore, di porte e porti chiusi, di povertà e cuori pulsanti di vendetta e complicità. Sa del presente che appare travestito da passato, ma oggi l’ISDN non ce l’ha più nessuno, cominciano persino a fabbricare computer senza nemmeno il lettore cd, non serve più l’amico ricco a spacciarti la musica, ci pensa l’app a dirti cosa ascoltare. Sono passati anni e i GY!BE tornano, restano, spingono. Saranno anche tanti anni sono che li ascoltiamo, ma quel grido di rivolta forse non l’abbiamo ancora capito abbastanza.
Godspeed You! Black Emperor. giovedì 05 luglio. arci magnolia (segrate). 25 dobloni e oltre.
Posted: Giugno 22nd, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: black metal, Cambrian, hierophant, La Morte Viene Dallo Spazio, magnolia, mazzate, metal, peace, segrate, SoloMacello, Wolves in the Throne Room, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] SoloMacello ep.2: Wolves in the Throne Room. 01 luglio. Magnolia.
In questo inizio estate i festival a Milano e dintorni si succedono, tra appuntamenti invitanti e indigeribili. Districandosi tra buoni e bolliti, c’è però una punta di appetito che resta insoddisfatta, manca il metal. A colmare la lacuna, in un’epoca in cui i vari Monsters&co. del rock non sembrano aver più nulla da dire, ci pensa ancora SoloMacello, che della divulgazione sudata della musica del demonio ne ha fatto una missione ormai da dieci anni. Una lunga marcia per gridare – in growl, ovviamente – che l’estate è la stagione ideale per il metal. Le due serate di SoloMacello 2018 stanno lì a dimostrarlo: la prima con l’aria condizionata, la seconda a scrutare le stelle sotto la volta di una grande ascella fetente, come fossimo a un raduno hippie. E non a caso, perché l’obiettivo secondario della giunta del Sindaco del Metal in questo 2018 è rispondere a una domanda che attanaglia da sempre l’umanità: esistono fricchettoni metallari? La risposta è sì. Si chiamano Wolves in the Throne Room, vengono da un Pacific Northwest che sa di Norvegia, e sono qui (insieme a Hierophant, Cambrian e La Morte Viene Dallo Spazio) a declamare le bellezze della natura, la frescura della pioggia e le meraviglie degli oceani senza dover ricorrere alla banalità dall’amore, ma portando ciò che fino ad oggi ci mancava, una rafficata di violenza. Peace and mazzate.
SoloMacello ep.2 – Wolves in the Throne Room, Hierophant, Cambrian e La Morte Viene Dallo Spazio. Domenica 01 luglio. Arci magnolia (segrate). 20 bananas.
Posted: Giugno 19th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: allucinazione metropolitana, BNNT, dj balli, Helm, macao, MSHR, Phill Niblock, Saturnalia, Seijiro Murayama, thomas ankersmit, Thomas Brinkmann, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Saturnalia. 23 giugno. Macao

Finchè si guarda all’orizzonte più o meno istituzionalizzato ed emerso, a Milano non è raro vedere festival che potremmo definire “a microonde”: nuovi formati che riscaldano a più riprese gli stessi nomi che avanzano da tempo. L’estetica è sempre accattivante, il sapore sempre più sciapo. Eppure fuori dal locale cucina, qualche piano più in basso, si è tornati a mangiare di gusto, ed è qui la buona notizia. Senza piatti extralarge e chef stellati, ma con la gioiosa puntualità di un panino al salame nel momento del languore, che si arricchisce di condimenti anno dopo anno. Nel 2018 l’ingrediente chiave sembra essere il tempo. Non è una prerogativa locale, l’estensione temporale sta diventando un elemento cruciale nei festival di tutta Europa, e dalla sospensione indefinita del Long Now berlinese alla corsa multilivello di Saturnalia, il passo è breve. Per la sua quinta edizione il festival all-star di Macao (proprio come Zuma pochi giorni prima) ha allestito una clamorosa non-stop di 30 ore, con tutto il tempo per alternare respiro dilatato ed affanno. In cotanta abbuffata, il programma non può che essere strabordante, come quando si riempie il panino di salse e poi cominciano a colare di quà e di là, che nemmeno il mangiatore più veloce del west riuscirebbe a evitarsi almeno una chiazza sui jeans. Una pletora di palchi, dentro e fuori, sopra e sotto (sì, pure sotto al pavimento di Macao questa volta), 25 live, più che triplicati dai dj set… Una lista di nomi che riempirebbe una pagina già solo a snocciolarli. Tra loro volti abituali, alcuni attesi, qualcuno imperdibile. Come l’incontro tra l’elettronica minimale di Thomas Brinkmann, l’arcobaleno percussivo di Sejiro Murayama, la techno della viennese Electric Indigo – impegnata su temi femministi all’interno del panorama clubbing e ospite di Saturnalia anche con un talk del suo progetto Female Pressure -, e l’ambient androide di Helm. E poi i tropici di Nicolas Gaunin, i synth di MSHR e di Mark Van Hoen (che si presenta come Locust ma non sono i Locust) e la poesia sonora di Giorgio Dursi. Nel mezzo un po’ di tempo per rilassarsi e un po’ per dedicarsi al beneamato caos, in cui spicca la tribù oscura di BNNT, il duo polacco autore di uno dei dischi più fulminanti dell’ultimo anno. Il segreto di uno buon panino d’altronde è la capacità di coniugare ingredienti diversi. Ci vuole del tempo, e Saturnalia ne ha.
Saturnalia 2018: BNNT, Phill Niblock, Thomas Ankersmit, Seijiro Murayama, Dj Balli, Helm, MSHR, Thomas Brinkmann & un delirio di altra gente. Sabato 23 giugno. A Macao, con 10 euri soltanto.
Posted: Giugno 6th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: -dopo-, alleanza galattica, Andrea Belfi, at the gates, classical hooligans, death metal, konstrukt, massimo pupillo, stefano pilia, TRoK!, tropicantesimo, uomo uccello, zuma | Commenti disabilitati su -dopo- ZUMA 2018

Che poi, a guardar bene, si vede che sabato si è passati in un volo radente (qualcuno direbbe magico) dalle follie caleidoscopiche dell’Uomo Uccello all’ipnosi percussiva di Andrea Belfi coi volumazzi, e il tutto senza che la folla ritenesse di doversi distrarre.
A guardar meglio, ci si accorge che dopo la lunga notte ci si è risvegliati tra i fiori e le ombre del rituale di Tropicantesimo, e solo 24 ore prima ci si era svegliati irrorandosi di piru piru con Classical Hooligans.
A concentrarsi, si vede che nel mezzo sono finiti tutti i litri di Forst, anche se qualcuno al momento giusto la chiamava “frost”, e a giorni di distanza li sentiamo ancora mareggiare nei nostri fegati.
Ad ascoltare a fondo ci si accorge che c’è stata tanta musica arrapaho (da Piotr Kurek ai Konstrukt, passando per la melodia tenebrosa di Pilia/Pupillo e la spontaneità adolescenziale dei Downtown Boys) e altrettanta assolutamente dimenticabile, perchè quest’anno Zuma era una festa e non un festival, anche se in tanti momenti è sembrato proprio un festival.
A ripensarci adesso, dopo 48 ore di sonno per smaltire il jet lag del viaggio da Zuma a Milano, se il bello del 2017 era stato fare Zuma, il bello di quest’anno è stato vivere Zuma. L’anno prossimo, se mai ci arriveremo, il bello potrebbe essere ascoltare Zuma. Sempre che Zuma continui ad ascoltare noi.
Brava Zuma. Quando sarà finito l’amore ci sarà solo il death metal.
Catch the rainbow if you can
It will alwawys be ahead of you
[*] -dopo- è un tentativo di raccontare i concerti il giorno dopo. in estrema sintesi, giusto per togliere polvere dalla tastiera, ma questa volta con un po’ di parole e di giorni dopo in più, perchè questa è un’occasione speciale, e perchè Zuma non finisce mai.
Posted: Maggio 19th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: acusmonium, demdike stare, john wiese, macao, marta de pascalis, porcodio, san fedele, Valerio Tricoli, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Acusmonium Macao

Ammettiamolo, fino a sei anni fa quasi nessuno di noi aveva le idee chiare su cosa fosse un acusmonium. Certo, ne avevamo lette mirabolanti descrizioni, ce lo eravamo immaginato ascoltando Bernard Parmegiani, ma sotto sotto l’ambiente dove continuava a brancolare la nostra coscienza era il buio. Ad accendere la luce ci ha pensato Sator, l’impianto del San Fedele che, grazie a una programmazione attenta e ardita (a partire dalla miracolosa rassegna Inner_Spaces), ci ha guidato alla scoperta di primo orecchio della musica acusmatica. Sator ha un fratellino, di un anno più piccolo: si chiama Audior, e l’assonanza tra i nomi tradisce il DNA dello stesso padre, Eraldo Bocca. Rispetto al primogenito, Audior è più agile e giramondo. Sta sempre fuori casa, affacciandosi laddove si presenta l’occasione di farsi sentire. Dal 15 al 19 maggio sarà di nuovo a Macao, cercando di proseguire la stessa missione, per ora perfettamente riuscita, della sua famiglia. Prima saranno quattro giorni di workshop, diretto da Dante Tanzi, in cui esplorare la spazializzazione del suono sino ad arrivare all’esecuzione di un vero concerto di musica acusmatica, nella serata del 18, che aprirà i due giorni di live di questa scorpacciata spaziale. Una prima serata che si completerà con i concerti di due figure note della linea di confine tra sogno ed incubo: l’esule cosmonauta Valerio Tricoli e il risorto John Wiese, mammasantissima del rumorismo che qui presenta persino una selezione di lavori video. Completamente diversa la seconda serata, con i live di Marta De Pascalis e Demdike Stare, un’abbinata all’insegna del nostalgismo, di una techno/dub complicata che non ha paura di flirtare con un passato mai del tutto archiviato. Un altro mondo, altri colori, altre due lampadine accese sui confini di uno spazio da esplorare e suonare.
Due serate di ACUSMONIUM a Macao, a prezzi risibili.
Posted: Aprile 18th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: francese, francia, magnolia, mess, metz, noise rock, rou de metz, sub pop, toulouse, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] Metz. 23 aprile. Magnolia.

Quando vivevo in Francia ho assistito a diverse discussioni sulla corretta pronuncia di „Metz“, infervorati dallo stabilire se la „T“ si dovesse sentire, se la chiusa dovesse suonare più come una „S“ morbida o una doppia „S“ o un misto tra „S“ e „Z“. Non che i destini di questa cittadina dove nessuno aveva mai messo piede fossero così interessanti, tanto più che nel 2015 la soppressione della provincia della Lorena l’ha privata pure del titolo di capoluogo. Nel frattempo però, per qualche strana ragione, tre nerd di Ottawa avevano deciso di scegliere proprio il nome della cittadina merovingia per la loro band, scritta tutta in maiuscolo, urlata. Una miscela di punk, hardcore, grunge e volumi altissimi che ha finito per attivare discussioni differenti, quelle sull’eterno ritorno del rock tutto distorsioni e rumore che si riaffaccia dal continente nord americano ciclico come le stagioni, cambiando soltanto le facce. Un dibattito talmente palloso che era sicuramente meglio restare a discutere di pronuncia. Io scelgo la pronuncia che mi pare più adeguata all’adorabile caos primordiale di questi ragazzi: what a mess, METZ!
Metz, Moaning. Lunedì 23 aprile. Magnolia (segrate). 15 euri e pure arci.
Posted: Aprile 18th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: akira sakata, Giappone, giovanni di domenico, Standards, zero, zero2, zuma | Commenti disabilitati su [Zero2] Akira Sakata & Giovanni di Domenico. 10 maggio. Standards.

Alla faccia delle sue 73 primavere, Akira Sakata sembra sprizzare sempre più energie, scrutando il futuro da Oriente. Nato nei pressi di Hiroshima, Sakata aveva nemmeno sei mesi quando la sua terra è stata sventrata da „Little Boy“, cambiando per sempre il rapporto dell’umanità con la morte. La sua infanzia è l’epoca in cui si sviluppa la fede nella bomba, feticcio di una vita sotto minaccia che ancora sottende le relazioni globali. Ma sono anche gli anni in cui comincia a germogliare il mondo del dopo-bomba, e Sakata ha innaffiato quei germogli con la sua musica per decenni. Proprio come la pompa protonica che dà il titolo al suo ultimo disco, Sakata trae energia dagli scambi e la sfoga in un’improvvisazione meditata, fatta di scatti, rallentamenti e avventure vocali che risalgono la corrente di una tradizione lunga e immutata. La stessa che affiorava in “Iruman”, il duo con Giovanni Di Domenico: due estremi distanti che si rincorrono in libertà, come tra i vicoli polverosi della copertina di Proton Pump, dove una dozzina di condizionatori seguono altrettante insegne in bianco e nero. Una sola è rossa, c’è scritto „Zuma“, proprio come il festival del dopo-bomba che sta per tornare a Milano, anticipato proprio da questa data. Un’immagine scelta sicuramente senza saperlo, ma come si è detto, Akira Sakata vede il futuro.
Akira Sakata & Giovanni di Domenico. giovedì 10 maggio. Standards. pochi euri.
Posted: Marzo 6th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: batteria, chris corsano, Standards, trolley | Commenti disabilitati su [Zero2] Chris Corsano. 28 marzo. Standards.
La prima cosa che compare sul sito di Chris Corsano, dalla grafica scarna e minimale, è l’elenco delle prossime date. In questo momento sono 18, dalle prime vicino a casa nello stato di New York sino al tour italiano. Ciò che balza all’occhio è come in 18 date si alternino nove formazioni diverse. Peggio che nella sua discografia, in cui è raro trovare due righe simili. Basta questo elemento per indicare i suoi territori artistici, quelli della più generosa voglia di collaborare, dialogare, costruire insieme. Un’intenzione che non si disperderà nemmeno in questo giro, in cui Chris torna in Italia da solo – stasera a Standards per presentare un nuovo pezzo per hi-hats amplificato – con un carico di charleston, dodici anni dopo quella prima volta in cui scese dal tram imberbe e silenzioso, trascinandosi un trolley di idee ed energia. Da allora è passato a suonare con popstar (Björk), esploratori (Thurston Moore, Bill Orcutt) e titani del free (Joe McPhee, Paul Flaherty), ma le idee nel suo trolley non sono esaurite. Anzi, pare che ogni volta ne scopra una tasca in più. E lo faccia con immutato stupore, con una risata, e poi giù a menare.
Chris Corsano. mercoledì 28 marzo. Standards. Penso cinque euri.
Posted: Marzo 6th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: bong ra, cult of luna, damo suzuki, Dhidalah, ex eye, Father Murphy, festival, godflesh, godspeed you! black emperor, Guru Guru Brain, Kikagaku Moyo, metal, Minami Deutsch, motorpsycho, olanda, paesi bassi, roadburn, tillburg, zer, zero2, Zonal | Commenti disabilitati su [Zero2] Roadburn. Dal 19 al 22 aprile. Tillburg.

Ultime notizie: il metal non esiste più. Sta benissimo, ma non ne parla più nessuno, pare un fantasma. E va bene così. Svincolatosi dai doveri di genere, spesso più estetici che artistici, il metal è ormai diventato un passepartout per ogni stanza del cosmo musicale. Un definitivo abbattimento della barriere che è testimoniato chiaramente dal miglior festival metal al mondo: il Roadburn. I palchi di Tillburg ad aprile accoglieranno uno spettro sonoro più ampio che mai. Merito della curatela di Jacob Bannon ma soprattutto di un’evoluzione inarrestabile. E così ai fortunelli possessori di biglietto capiterà di andare dai Godspeed You! Black Emperor ai Godflesh, passando per Motorpsycho, Cult Of Luna Ex Eye e Zonal, tra apparenti intrusi come Damo Suzuki, Bong-Ra o Father Murphy e contaminazioni dall’Oriente con la label pysch dal nome programmatico, la giapponese Guru Guru Brain, e i suoi validi Minami Deutsch, Kikagaku Moyo e Dhidalah. Sembrava quasi che il metal fosse morto, invece ha avuto più coraggio e fortuna: è sublimato.
Arriva preparato.
Roadburn. Talmente tanti nomi che a stare ad elencarli famo notte. Dal 19 al 22 aprile a Tillburg. Prezzi boh, tanto è sempre super sold out.
Posted: Marzo 6th, 2018 | Author: cauz | Filed under: larsen | Tags: berlino, festival, Lucio Capece, Lustmord, maerzmusik, Robert Aiki Aubrey Lowe, the long now, the necks, Tomoko Sauvage, zero, zero2 | Commenti disabilitati su [Zero2] The Long Now. 24-25 marzo. Berlino
Quanto dura un istante? E questo preciso istante, il momento in cui stiamo leggendo, ascoltando, vivendo? Quanto dura il presente, quello iato che separa ciò che fu da ciò che sarà? E cosa c’entra tutto ciò con un festival musicale? A queste domande, o quantomeno all’ultima, prova a rispondere la maratona conclusiva del MaerzMusik, The Long Now. Un orologio sonoro di 30 ore, nelle quali alla Kraftwerk di Berlino si cercherà di dilatare l’istante in musica. Tra palchi e giacigli il pubblico potrà sentire le proprie domande più profonde rimbalzare nei timpani accompagnate dai suoni di Robert Aiki Aubrey Lowe, Tomoko Sauvage, Lucio Capece, Lustmord e… dalle 4 ore di impro dei Necks. Gente che sembra non sentire il tempo che passa, che sa scandirlo e manipolarlo, connetterlo istante per istante in un lungo e profondo presente.
Arriva preparato.
The Long Now. Tutto sta gente qua sopra e pure altri, il 24 / 25 marzo alla Kraftwrk di Berlino. Costa un po’.